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Intreccio Di Forniture Tra Spagna Francia E Germania

Gas, quanto può funzionare la solidarietà energetica tra Madrid, Parigi e Berlino?

Intreccio di forniture di gas tra Spagna, Francia e Germania. Sullo sfondo il MidCat che però continua a non convincere la Ville Lumière

Solidarietà è un concetto molto ampio. Che in ottica energetica è comparso con sempre maggior insistenza durante le trattative bruxellesi sul tetto al prezzo del gas. Una questione dolorosa, ritardata ancora una volta alla prossima settimana. Ma intanto l’Unione europea continua a lavorare al distacco dalle forniture russe.

Da ultimo, i protagonisti di questa operazione sono Spagna, Germania e Francia. Parigi è protagonista su entrambi i fronti. Da un lato con lo scambio di elettricità con Berlino, dall’altro con la ricezione di metano dalla penisola iberica.

L’INTRECCIO DI FORNITURE DI GAS: PARTE IL GAS DA PARIGI A BERLINO

Cominciando dal rapporto tra i due big dell’Ue, occorre parlare dello scambio energetico tra Parigi e Berlino. “Stiamo per finalizzare i collegamenti per poter consegnare gas alla Germania (…) se ci sarà bisogno di solidarietà” e quest’ultima “sarà in grado di produrre più elettricità e di portarcene (un po’) nelle situazioni di picco”. Parlava così, il presidente francese Emanuel Macron alla stampa dopo una videoconferenza con il cancelliere Olaf Scholz a inizio settembre (il 5, ndr).

Dell’intesa si era parlato già a luglio, quando Reuters riportando rumors di fonti transalpine scriveva dell’ipotesi poi tramutata in realtà. 20 terawattora di gas, o il 2% del consumo tedesco, durante i mesi invernali dalla Ville Lumière all’ex capitale della Ddr. C’erano, però, stati dei problemi iniziali. Tre giorni fa, un portavoce dell’operatore di rete francese ha detto all’agenzia Reuters che “le difficoltà tecniche associate all’inversione dei flussi potrebbero essere effettivamente risolte”. E così è stato.

Le consegne sono iniziate oggi. GRTgaz, operatore di rete tedesco, ha comunicato l’arrivo di gas fisico in Germania presso il punto di interconnessione di Obergailbach, con circa 31 GWh (3 milioni di metri cubi). “Il livello di capacità, da valutare giornalmente in base alle condizioni della rete, sarà massimo di 100 GWh/gg”, ha aggiunto una nota della stessa GRTgaz. Il punto di Obergailbach era stato originariamente progettato per operare nella direzione Germania-Francia, ma con la Germania particolarmente colpita dalla riduzione delle consegne di gas dalla Russia, si è deciso di invertire il flusso. Problemi risolti, appunto. “In un contesto energetico senza precedenti legato alla guerra in Ucraina, la Francia è solidale con il suo vicino tedesco inviandogli gas direttamente”, ha affermato l’operatore di rete. Di più: a collaborare sono stati i vettori tedeschi OGE e GRTgaz Deutschland che hanno apportato gli adeguamenti tecnici necessari per poter invertire in flussi di cui sopra.

LA POTENZA ENERGETICA FRANCESE

Da cosa deriva quest’assistenza gallica? Facile. Parigi ha una grande capacità di importazione di gas liquefatto di quasi 26 milioni di tonnellate/anno (36 miliardi di metri cubi annui) e le scorte di stoccaggio complete. E in cambio? L’accordo, come si ricorderà, prevedeva da Berlino quote di elettricità verso la Repubblica semi-presidenziale. Macron e tutto il Paese, infatti, stanno facendo da tempo i conti con chiusure dei reattori Edf.

SPAGNA-FRANCIA, UNA SPECIAL RELATIONSHIP MACCHIATA DAL MIDCAT

Passando all’altro fronte, quello iberico-transalpino, ci sono due questioni. Quella, anche qui, inerente le cessioni di gas da Madrid alla capitale dell’amore ma anche quella del gasdotto MidCat. S’ha da fare o no? Vediamo.

Secondo quanto scrive Les Echos, Madrid propone di aumentare le sue consegne di gas alla Francia del 18%. Il lavoro svolto sul gasdotto che collega i due stati attraverso i Paesi Baschi permetterà di aumentare il volume inviato da 2 miliardi di metri cubi all’anno a 3,5 miliardi a partire dal prossimo 1° novembre. A renderlo noto è stato il ministro della Transizione ecologica Teresa Ribera e i protagonisti dell’operazione saranno Enagas da un lato e Terega dall’altro. Che, riporta ancora il quotidiano economico transalpino, “hanno infatti massimizzato l’uso dei compressori per aumentare la capacità di circolazione. Ciò potrebbe significare in totale la consegna di 8,5 miliardi di metri cubi all’anno dalla Spagna alla Francia, l’equivalente del 6% del consumo di gas esagonale, se si aggiunge la capacità dell’altro gasdotto in funzione attraverso la Navarra”.

Il tema delle esportazioni di metano dalla Spagna è emerso già a settembre. Quando in virtù della condizione sotto sforzo dei sistemi elettrici francesi e portoghesi, il ministero dell’Energia e dell’Ambiente madrileno ha aperto alla possibilità di aiuto. “Esportare elettricità per garantire l’approvvigionamento energetico nei Paesi vicini è un segno di solidarietà, soprattutto nel caso della Francia, che storicamente ha esportato elettricità, ma nel 2022 importa energia alla rinfusa”, si leggeva in un comunicato del Dicastero.

Qualche giorno più tardi, il 22 settembre, è giunta la notizia dell’aumento di capacità del gasdotto Spagna-Francia per esportare più gas verso Parigi da novembre. I compressori hanno accresciuto la pressione a 1,5 miliardi di metri cubi annui per un +18% di capacità da esportare. Una quota pari al 6% di gas naturale consumato su suolo francese.

ANCHE ITALIA E PORTOGALLO BENEFICIANO DELLA SPAGNA SOLIDALE

Ci sono anche Lisbona e Roma a beneficiare della solidarietà spagnola. La Spagna ad agosto  ha coperto il 25% della domanda in Portogallo, dove la siccità che ha colpito anche la Spagna ha ostacolato la produzione di energia idroelettrica. “La Spagna sta dimostrando solidarietà e vuole contribuire a rafforzare la sicurezza dell’approvvigionamento europeo”, ha affermato qualche settimana fa la ministra Ribera che vuole anche investire per inviare maggiori quantità di gas liquido in Italia. un molo del porto di Barcellona sarà, infatti, adattato per aumentare la capacità di carico delle navi che trasportano gas nel Belpaese.

E IL MIDCAT?

Il MidCat non trova pace, invece. Il terzo tubo che collegherebbe Spagna e Francia non convince Parigi. L’operatore di gasdotti francese Terega, di proprietà di Snam, e la spagnola Enagás, avevano presentato il progetto Midcat nel 2018. Il governo Sanchez promuove, a maggior ragione in questo momento storico, la fattibilità del progetto. Nel 2019, invece, era stato respinto  dalle autorità di regolamentazione francesi e spagnole sostenendo che non rispondeva alle esigenze del mercato di allora, nonostante fosse sostenuto dall’Unione europea.

Il tubo è “chiacchierato” da fine anni ’90, porterebbe 7,5 miliardi di metri cubi annui e la realizzazione richiederebbe almeno cinque anni. I costi? Tre miliardi di euro. Motivo per cui l’Eliseo continua ad opporsi, nonostante la proposta del governo spagnolo di sfruttare i fondi europei. Secondo Parigi non serve, il MidCat, e neanche per oggi perché viste le tempistiche non aiuterebbe a risolvere l’emergenza energetica attuale. Né per favorire la transizione verde. Intanto, la costruzione è già avviata. I 106 chilometri “spagnoli” sono già stati realizzati, mancherebbero i 120 chilometri in Francia.

SCHOLZ VS MACRON SULL’INTRECCIO DI FORNITURE DI GAS

Germania e Spagna non mollano. Anche Berlino vuole il MidCat per ampliare il ventaglio di nuove soluzioni di fornitura che consentano di dire addio per sempre a Mosca. Ma le pressioni, evidentemente, non stanno ancora portando frutti. Macron, la scorsa settimana, ha riferito al cancelliere Scholz che teme la concorrenza al Gnl di casa sua e al lavoro delle centrali nucleari. Il leader della Spd gli ha risposto che sono cambiati i tempi e che bisogna pensare diversamente. Da che pulpito.

 

 

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