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Il gasdotto di idrogeno tra Francia e Spagna a rischio per colpa delle regole green

La mancata considerazione del nucleare negli obiettivi dell’idrogeno per i trasporti e l’industria metterebbe a repentaglio la fattibilità finanziaria di infrastrutture come il gasdotto BarMar

Una disputa sulla definizione di “idrogeno verde” potrebbe mettere a repentaglio un progetto di punta per pompare idrogeno da Barcellona a Marsiglia e poi a Berlino tramite gasdotto. Dopo la recente vittoria a Bruxelles sull’idrogeno rinnovabile prodotto in Paesi con un mix energetico a basse emissioni di carbonio, la Francia continuerà a spingere affinché l’energia nucleare sia considerata una fonte pulita di idrogeno nei negoziati in corso sugli obiettivi verdi dell’Unione europea, secondo i funzionari del Ministero della transizione energetica francese.

La mancata considerazione del nucleare negli obiettivi dell’idrogeno per i trasporti e l’industria – hanno spiegato dal ministero francese – metterebbe a repentaglio la fattibilità finanziaria di infrastrutture come il gasdotto BarMar – noto anche come H2Med – anche se il progetto del canale dell’idrogeno è stato pubblicizzato durante le visite di alto livello delle ultime settimane.

IL NUCLEARE E LE NORME UE SULL’IDROGENO VERDE

La velata minaccia evidenzia quanto sia politicamente delicata per la Francia la difesa dell’energia nucleare. I portavoce dei governi di Madrid e Berlino hanno affermato che si opporranno a menzionare l’idrogeno a basse emissioni di carbonio, che include l’idrogeno prodotto dal nucleare, come parte degli obiettivi Ue in materia di energie rinnovabili. La Germania, dove l’opposizione all’energia nucleare è storicamente alta, ha fatto pressioni per l’esclusione di questa fonte di energia dalla definizione di idrogeno. Il Paese disattiverà gradualmente le sue ultime tre centrali nucleari entro la metà di aprile.

L’Ue attualmente sta discutendo una direttiva, nota come RED3, che fisserà obiettivi per l’utilizzo dell’idrogeno nei settori dell’industria e dei trasporti. I negoziati dovrebbero concludersi entro la fine di marzo, secondo il ministero francese della transizione energetica. La decisione di lunedì scorso di concedere un primo taglio per l’idrogeno nucleare “è un riconoscimento degli sforzi di decarbonizzazione compiuti dalla Francia”, ha dichiarato il ministro francese per la transizione energetica, Agnes Pannier-Runacher. “Ora dobbiamo applicare questa logica ai nostri obiettivi di idrogeno rinnovabile nella direttiva RED3. Questo è un punto difficile per la Francia e i suoi partner e non ci siamo ancora”.

La Francia in genere ottiene la maggior parte della sua elettricità dai reattori nucleari, e in futuro vuole poter utilizzare l’energia atomica per produrre idrogeno a basse emissioni di carbonio. Altri Paesi – tra cui Spagna e Germania – si stanno concentrando sull’idrogeno derivato da fonti energetiche rinnovabili come l’eolico o il solare. È probabile che la distinzione influenzerà il mix energetico europeo nei prossimi anni, mentre l’Ue cerca di ridurre le emissioni di gas serra.

I RECENTI INCONTRI TRA FRANCIA, SPAGNA E GERMANIA

Il mese scorso, il presidente francese Emmanuel Macron si è recato a Barcellona e ha ospitato a Parigi il cancelliere tedesco Olaf Scholz per rafforzare i legami bilaterali. Durante entrambe le visite, i leader hanno discusso del BarMar e hanno affermato che la Germania sarebbe stata collegata al progetto, che viene pubblicizzato come parte di una spinta per diversificare le fonti energetiche russe sulla scia dell’invasione russa in Ucraina. “Faremo in modo che l’idrogeno rinnovabile e a basse emissioni di carbonio possa essere preso in considerazione negli obiettivi di decarbonizzazione fissati a livello europeo”, si legge in una dichiarazione franco-tedesca di gennaio.

LA LETTERA DI PANNIER-RUNACHER

All’epoca, funzionari e diplomatici francesi descrissero la disposizione come un successo diplomatico duramente negoziato per l’idrogeno di derivazione nucleare. Alla luce della posizione di Germania e Spagna sull’idrogeno verde, però, il ministro Pannier-Runacher ha inviato una lettera alla Commissione europea – firmata dai suoi omologhi rumeni, bulgari, polacchi, sloveni, croati, slovacchi, ungheresi e cechi – in cui esortava il braccio esecutivo dell’Ue a tener conto dell’idrogeno di origine nucleare nei negoziati europei.

La lettera avverte che l’infrastruttura dell’idrogeno “in un contesto in cui gli Stati membri non condividono la stessa visione sulla produzione e l’uso dell’idrogeno” potrebbe “non essere un contesto favorevole per la cooperazione transnazionale”.

IL GASDOTTO BARMAR E IL PROGETTO MIDCAT

Il gasdotto sottomarino punta a collegare il Portogallo e la Spagna alla Francia per trasportare circa il 10% del fabbisogno di idrogeno Ue entro il 2030. È stato concordato nell’ottobre scorso da Spagna, Portogallo e Francia, con il sostegno della Germania, dopo che Parigi si era opposta ad un altro progetto noto come MidCat, un gasdotto che avrebbe attraversato i Pirenei. I funzionari francesi, infatti, definirono il MidCat ostile all’ambiente, controverso agli occhi dell’opinione pubblica e inefficace.

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