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Istat, In Italia i livelli più elevati di indicatori in peggioramento riguardano l’energia

Ecco cosa dicono i dati del sesto Rapporto sugli indicatori dell’Istat per gli obiettivi di sviluppo sostenibile

Rispetto agli obiettivi definiti dall’Agenda 2030 (SDGs) in 10 anni il nostro paese migliora per quanto concerne la parità di genere, ma peggiora sull’energia pulita, con un complessivo da fonti rinnovabili al consumo finale lordo di energia (19%) in flessione rispetto al 2020.

IL RAPPORTO ISTAT SUGLI OBIETTIVI DI SVILUPPO SOSTENIBILE

Il Rapporto Istat sugli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (Sustainable Development Goals – SDGs) presenta l’aggiornamento e l’analisi delle misure statistiche finalizzate al monitoraggio dell’Agenda 2030 per il nostro Paese, contribuendo alla realizzazione di questo importante progetto globale .

I 17 SDGs, e gli specifici target in cui sono declinati, bilanciano le tre dimensioni dello sviluppo sostenibile, estendendo l’Agenda 2030 dal solo pilastro sociale, previsto dagli Obiettivi del Millennio, agli altri due pilastri, economico e ambientale, cui si aggiunge la dimensione istituzionale.

La sesta edizione del Rapporto sui Sustainable Development Goals (SDGs) include la diffusione di 372 misure statistiche connesse a 139 indicatori tra quelli proposti dall’Inter-Agency and Expert Group on SDG Indicators (UN-IAEG-SDGs) delle Nazioni Unite, per il monitoraggio degli avanzamenti dell’Agenda 2030 a livello globale (Figura 1).
Il Rapporto è stato chiuso con le informazioni disponibili al 14 giugno 2023: rispetto alla diffusione di ottobre 2022, sono state aggiornate 223 misure statistiche e ne sono state introdotte cinque nuove.

Lo sviluppo del framework sugli SDGs costituisce un lavoro in continua evoluzione che tiene conto della progressiva estensione e articolazione dell’attività di “mappatura” degli indicatori proposti da UN-IAEG-SDGs e degli avanzamenti nella produzione delle misure statistiche all’interno del Sistema Statistico nazionale .
La nuova edizione del Rapporto arricchisce di elementi originali le analisi sull’andamento complessivo degli SDGs, prendendo in considerazione sia l’evoluzione temporale rispetto ai target dell’Agenda 2030, sia le convergenze o le divergenze territoriali. Il Capitolo 2, che illustra il dettaglio degli andamenti temporali e territoriali per ciascuno dei 17 Goal, propone anche quest’anno – dopo la proficua esperienza della passata edizione – approfondimenti a cura di studiosi e rappresentanti delle istituzioni che contribuiscono alla produzione dell’informazione statistica per la misurazione dello sviluppo sostenibile.

I PROGRESSI VERSO LO SVILUPPO SOSTENIBILE

L’analisi dell’evoluzione temporale delle misure statistiche Istat-SDGs è stata condotta confrontando i dati dell’ultimo anno disponibile (prevalentemente il 2021 o il 2022) con quelli riferiti all’anno precedente e a 10 anni prima.
Gli andamenti relativi all’ultimo anno mostrano un quadro variegato: il 42,6% delle misure è in miglioramento rispetto al target definito dall’Agenda 2030, il 24,6% stazionario e il 32,8% segnala un peggioramento (Figura 2). La percentuale di misure con variazione positiva è significativamente elevata per il Goal 17 (Partnership per gli obiettivi), in cui migliorano tutte le misure che riguardano l’uso dell’ICT, eccetto la percentuale di persone che usano il web per acquistare beni o servizi, che arretra dopo i massimi raggiunti nel 2021, in concomitanza con il lockdown. Anche il Goal 5 (Parità di genere) registra un’elevata quota di misure in miglioramento, legate in particolare all’aumentata presenza delle donne nelle posizioni direttive.

Nel Goal 7 (Energia pulita) si registrano i livelli più elevati di indicatori in peggioramento, a causa della forte ripresa dei consumi energetici post-pandemica e, al contempo, di una non altrettanto intensa crescita dei consumi da fonti rinnovabili. Anche per il Goal 16 (Pace, giustizia e istituzioni) la percentuale di misure in peggioramento è consistente, a causa dell’aggravarsi delle condizioni di affollamento delle carceri e della soddisfazione verso i servizi pubblici.

Rispetto ai 10 anni precedenti – secondo il rapporto ISTAT – i segnali positivi sono più numerosi: il 58,6% delle misure infatti risulta in miglioramento, mentre il 21,3% resta stazionario e il 20,1% segnala un peggioramento. Nei Goal 5 (Parità di genere), 7 (Energia pulita), 8 (Lavoro e crescita economica), 12 (Consumo e produzione responsabile), 16 (Pace, giustizia e istituzioni) e 17 (Partnership per gli obiettivi), tre quarti o più delle misure presentano una variazione positiva, mentre nei Goal 2 (Fame zero), 4 (Istruzione), 11 (Città sostenibili) e 13 (Cambiamento climatico) oltre un terzo degli indicatori peggiora (Figura 3).

ENERGIA PULITA E ACCESSIBILE: I DATI

I dati del sesto rapporto ISTAT evidenziano che, dopo il crollo registrato nel 2020, consumi energetici in netto aumento nel 2021; l’Italia (+9,8%) cresce più della media Ue27 e delle principali economie europee.

L’intensità energetica è in crescita, nel 2021, per il secondo anno consecutivo (+1,4%). Malgrado l’andamento negativo dell’ultimo anno, l’Italia si conferma al quinto posto della graduatoria europea.

Nel 2021, il settore residenziale registra un rilevante incremento dei consumi finali pro capite (+5,0%), riportandosi sugli standard di dieci anni fa. Mentre, sempre nel 2021, l’apporto complessivo da fonti rinnovabili al consumo finale lordo di energia (19,0%) è in flessione rispetto al 2020.

Nel 2022, invece, si registra un lieve aumento, per la prima volta dal 2012, la percentuale di popolazione che incontra difficoltà a riscaldare adeguatamente l’abitazione (8,8%).

AGIRE PER IL CLIMA: I NUMERI

Secondo il rapporto ISTAT le missioni di gas serra – in forte calo, nel 2020, in Italia (-10,6%) e in Europa (-10,2%) – nel 2021 tornano a salire (+6,2%), per effetto della ripresa delle attività di produzione e della mobilità.

Nel 2021, le emissioni delle attività produttive aumentano più intensamente di quelle delle famiglie (+6,4 contro +5,7%). Nel 2022 il 71,0% delle persone di 14 anni e più colloca la preoccupazione per cambiamenti climatici ed effetto serra tra le prime cinque preoccupazioni ambientali.

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