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Materie prime, Il trilaterale Italia-Germania-Francia che punta all’indipendenza (dalla Cina)

Italia, Germania e Francia puntano a mettere in campo azioni per un approvvigionamento delle materie prime sicuro, sostenibile ed economico. Ecco cosa hanno detto i ministri dei tre Paesi nel summit di ieri a Berlino

Nella giornata di ieri, a Berlino, si è svolto il trilaterale tra Italia, Germania e Francia tra i ministri dell’Economia e delle Imprese Adolfo Urso, Robert Habeck e Bruno Le Maire.

Le tre maggiori economie manifatturiere europee intendono riunire le forze e accelerare sul processo di affrancamento dalla Cina, in attesa che il regolamento sulle materie prime critiche – varato a marzo scorso dalla Commissione Ue – che punta a garantire approvvigionamenti sicuri di litio, nickel, cobalto e altre componenti fondamentali per l’industria si traduca in un atto “ambizioso”.

MATERIE PRIME: IL TRILATERALE PER L’INDIPENDENZA

Italia, Germania e Francia puntano ad intensificare il lavoro di cooperazione sulle materie prime critiche. Ieri, a Berlino, è avvenuto l’incontro tra i tre ministri dell’Economia e delle Imprese Adolfo Urso, Robert Habeck e Bruno Le Maire, per un confronto sulle prospettive e soluzioni per raggiungere la sicurezza dell’approvvigionamento di materie prime (CRM).

Nel comunicato congiunto a valle dell’incontro si legge che «al fine di mettere in sicurezza l’intera filiera, dall’estrazione alla trasformazione e riciclaggio i tre Ministri hanno convenuto di intensificare la loro collaborazione a livello di format, condividendo dati e criteri di supporto (con una forte promozione degli standard ambientali, sociali e di governance) per investimenti congiunti in progetti strategici».

URSO: RIAPRIRE LE MINIERE ITALIANE

«È necessario riaprire le miniere, i giacimenti che vi sono anche nel nostro Paese. Abbiamo riserve immense di cobalto, di titanio, abbiamo anche litio, manganese. Sedici delle 34 materie prime critiche individuate sono nel nostro sottosuolo». Lo ha detto ieri a Berlino Adolfo Urso, ministro delle Imprese e del made in Italy, in occasione dell’incontro trilaterale con il ministro dell’Economia tedesco Robert Habeck e il ministro dell’Economia francese, Bruno Le Maire.

Urso auspica la nascita un fondo strategico europeo per investire sulle imprese europee per garantire fin dall’approvvigionamento della materia prima, dai giacimenti, la lavorazione e il riciclo. «La Francia ha il suo fondo, l’Italia ne ha un altro, ci auguriamo che sulla stessa strada la Germania metta in campo le sue risorse, per progetti comuni», ha dichiarato il ministro.

ITALIA-FRANCIA-GERMANIA: IMPEGNI E OBIETTIVI

Il trilaterale – secondo quanto riporta La Repubblica – è servito per coordinare le proposte avanzate nelle sedi internazionali, come i gruppi di lavoro del G7, e le posizioni comuni sulla legge sulle materie prime critiche dell’Ue per gli ulteriori negoziati dell’Europa. Per quanto riguarda la Crma, i tre Paesi chiedono una rapida conclusione dei negoziati all’interno del Consiglio e con il Parlamento europeo. In particolare, si impegnano per stabilire obiettivi di estrazione, lavorazione e riciclaggio per le materie prime strategiche; rafforzare le misure per promuovere il riutilizzo e il riciclo di materie prime strategiche (Srm) e di materie prime critiche (Crm) in Europa; ed estendere gli elenchi di Crm/Srm, per includere l’alluminio. Al fine di mettere in sicurezza l’intera filiera, dall’estrazione alla trasformazione e al ri-ciclaggio, viene aggiunto in una nota, i tre ministri hanno convenuto di intensificare la loro collaborazione condividendo dati e criteri di supporto (con una forte promozione degli standard ambientali, sociali e di governance) per investimenti congiunti in progetti strategici. Verrà inoltre creato un gruppo di lavoro con esperti delle rispettive amministrazioni, incaricato di seguire queste iniziative e garantirne la corretta attuazione.

Il francese Le Maire, ricordando la fragilità europea, ha dichiarato: «Non possiamo avere indipendenza se poi restiamo dipendenti da altri Paesi per le materie prime critiche. Alcuni componenti provengono da altri Paesi anche per il 90 e il 100%».

IL CONTESTO ITALIANO

L’Italia – secondo i dati contenuti nel recente studio Le opportunità per la filiera dei Raee all’interno del Critical Raw Materials Act realizzato da The European House-Ambrosetti e commissionato da Erion – è al primo posto tra i Paesi europei per incidenza sul Pil del valore della produzione industriale sostenuta da materie prime critiche: nel 2022 è stata pari a 686 miliardi di euro, il 38% del Pil.

Al 2040 il fabbisogno italiano di materie prime critiche strategiche – ovvero essenziali per le produzioni green and clean – è previsto crescere fino a 11 volte rispetto a oggi ma potrà soddisfare dal 20% al 32% del fabbisogno italiano annuale di materie prime strategiche superando il target del 15% fissato dalla Commissione Europea. Per valorizzare il ruolo del riciclo – secondo lo studio – è necessario un incremento della dotazione impiantistica: il potenziale attivabile richiede 7 nuovi impianti di metallurgia per un investimento complessivo di circa 336 milioni di Euro.

I PIANI UE: CRM ACT E PARTENARIATI STRATEGICI

Litio, Cobalto, Bauxite, Terre Rare: sono alcune delle materie prime critiche che rivestono un ruolo fondamentale per la transizione ecologica, tuttavia i Paesi dell’Unione europea evidenziano una dipendenza dalle importazioni di queste materie. Al momento, infatti, l’Ue è fortemente dipendente dall’importazione di materie prime critiche, addirittura il 100% da fornitori stranieri in 14 materie prime critiche su 27 e dipende al 95% da altre tre materie prime critiche, secondo un recente rapporto dell’Istituto tedesco per la ricerca economica (DIW). L’Ue, ad esempio, attualmente importa il 93% del suo magnesio e l’86% dei suoi metalli delle terre rare dalla Cina.

A marzo 2023 è stato emanato il Critical Raw Materials Act (CRM Act) che rappresenta uno step importante nella salvaguardia dell’economia europea,, poiché nell’attuale contesto di fragilità degli equilibri internazionali la UE risulta esposta a potenziali interruzioni nelle forniture di materie prime critiche a causa della limitata produzione interna e della dipendenza dagli approvvigionamenti da Paesi caratterizzati da elevato rischio geopolitico. I punti indicati nel CRM Act sono volti a garantire un accesso sicuro e una fornitura sostenibile e diversificata delle materie prime critiche entro il 2030. Entro tale data, infatti, dovranno essere raggiunti diversi obiettivi:

  • almeno il 10% delle materie critiche e strategiche utilizzate dai paesi membri dell’UE dovrà essere estratto da miniere europee;
  • almeno il 40% dovrà essere trasformato in Europa;
  • almeno il 15% dovrà derivare dalle attività di recupero e riciclo;
  • le importazioni di materie prime dovranno essere diversificate e nessun paese terzo dovrà fornire oltre il 65% del consumo annuo dell’UE;
  • i paesi membri dovranno migliorare le attività di monitoraggio e mitigazione del rischio connesso all’interruzione delle forniture;
  • garantire la libera circolazione di materie critiche nel mercato, assicurando al contempo un elevato livello di protezione ambientare e sostenibilità.

Inoltre, è proprio questa dipendenza a far smuovere la Commissione europea che, da quando la Cina ha stretto la sua morsa sulle catene di valore delle materie prime globali, sta lavorando a un nuovi partenariati strategici e sta cercando di promuovere un modello alternativo per i Paesi africani e altri produttori di materie prime. Tra questi vi è quello con il Cile per materie prime come il rame e il litio.

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