Malgrado le divisioni in Ue con la Germania contraria e la Francia campione mondiale, l’Italia sta pensando a un ritorno dell’atomo dopo i referendum del 1987 e del 2011. Il 21 settembre al Mase la prima riunione della ‘Piattaforma nazionale per un nucleare sostenibile’. Il ruolo di Ansaldo
Secondo qualcuno siamo sulla soglia di un nuovo “Rinascimento nucleare”, una situazione simile a quella vissuta nel 2009 quando Silvio Berlusconi, il 23 febbraio firmò un accordo con il presidente francese Nicolas Sarkozy per la produzione di energia nucleare, a tecnologia Epr, la stessa usata nell’impianto della fuga radioattiva di Taishan, nella Cina meridionale. Il patto venne firmato a villa Madama e venne accompagnato da due memorandum tra i due gruppi elettrici Enel ed Edf. Fino al 2011 quando un referendum bloccò (di nuovo, dopo quello del 1987) il nucleare italiano, sulla scia del disastro di Fukushima.
LE DIVISIONI UE
Il nucleare rimane un tema controverso, soprattutto in Europa. E a nulla è servita la sua inclusione da parte della Commissione Ue all’interno del regolamento sulla tassonomia. L’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, il tentativo di sostituire il gas russo con altre alternative, la necessità di controllare l’impennata dei costi energetici e l’ambizione di voler abbandonare i combustibili fossili hanno portato diversi Paesi a rivedere le proprie posizioni o, in alcuni casi, a fare un’inversione di rotta.
LA GERMANIA RIMANE FERMA SUL NO
Sabato scorso, il cancelliere tedesco Olaf Scholz ha dichiarato che non riporterà in vita il “cavallo morto” dell’energia nucleare dopo le richieste dei liberali, parte della coalizione di governo, di rianimarlo dopo la recente uscita del Paese dal nucleare, si legge su Euractiv. “Le ultime centrali nucleari tedesche, Isar 2, Emsland e Neckarwestheim 2, sono state chiuse nell’aprile 2023 nonostante l’impennata dei prezzi dell’energia e i timori di un inverno freddo e costoso. Il governo sostiene che l’abbandono del nucleare, iniziato nel 2000, renderà il Paese più sicuro, poiché i rischi del nucleare sono ingestibili. In un’intervista rilasciata sabato all’emittente radiofonica Dlf, Scholz ha sottolineato che l’utilizzo dell’energia nucleare nel mix energetico tedesco non è più un’opzione”.
LA FRANCIA PRIMA PROMOTRICE DEL NUCLEARE IN UE
“La scorsa settimana il presidente francese Emmanuel Macron si è scagliato contro la Germania per la sua posizione, accusando Berlino di contrastare deliberatamente la crescente accettazione del nucleare in Europa”, riporta ancora Euractiv. “’Sarebbe un errore storico […] rallentare gli investimenti nel nucleare […] in Europa’, soprattutto se ciò finisse per favorire ‘più carbone’, ha affermato Macron, innescando probabilmente il chiaro messaggio di Scholz di questo fine settimana. La Francia è anche un attore chiave dell’Alleanza per il nucleare e ha detto chiaramente che ‘il nucleare francese non è negoziabile e non lo sarà mai’”.
IN ITALIA SI PROCEDE NELLA DIREZIONE OPPOSTA A QUELLA TEDESCA
Diverso il discorso in Italia che sembra invece procedere nella direzione opposta a quella tedesca. “L’impegno a un ritorno al nucleare entro dieci anni con il via nei prossimi giorni a una piattaforma nazionale per l’energia sostenibile. ‘L’impegno è che questo sia un governo di legislatura e che se ben avremo lavorato è che ci siano anche i 5 anni successivi. Nell’arco di 10 anni sono convinto che la prima produzione di energia da nucleare sarà questo governo, con questa attuale formazione che potrà inaugurarla’, ha annunciato il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini, durante il suo intervento al Forum Ambrosetti di Cernobbio. Sul nucleare, ha aggiunto Salvini, ‘sono convinto che I’Italia debba riavviare entro quest’anno la nostra ricerca e la nostra partecipazione’”. È quanto riporta Il Tempo, che prosegue: “Poi, su Facebook, il viceministro ha scritto: ‘Conto che entro il 2023 questo governo abbia la forza di spiegare agli italiani perché, nel nome della neutralità tecnologica, non possiamo dire di no a nessuna fonte energetica, a partire dal nucleare’. Salvini ha poi spiegato che ‘siamo tra ipochissimi Paesi al mondo ad aver detto di no, ma io ritengo che l’Italia debba entro quest’anno, riavviare la propria partecipazione al nucleare’”.
IL 21 SETTEMBRE AL VIA LA PIATTAFORMA NAZIONALE PER UN NUCLEARE SOSTENIBILE
“E intanto, il ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, ha convocato per il prossimo 2l settembre la prima riunione della ‘Piattaforma nazionale per un nucleare sostenibile’. (…) Costituirà il soggetto di raccordo e coordinamento tra tutti i diversi attori nazionali che a vario titolo si occupano di energia nucleare, sicurezza e radioprotezione, rifiuti radioattivi, sotto tutti i profili. (…) L’attività della piattaforma, coordinata dal Mase con il
supporto di Rse (Ricerca sul Sistema Energetico) e di Enea, sarà finalizzata anche a rafforzare il contributo dell’Italia nella ricerca e nell’alta formazione universitaria (corsi di laurea, laurea magistrale e dottorati di ricerca), implementare la cooperazione e la partecipazione a livello europeo e il coordinamento dei progetti e delle attività a livello nazionale tra Università ed enti di ricerca”.
LA SPONDA DI CALENDA, CRITICO BONELLI
“La svolta nucleare trova d’accordo il leader di Azione, Carlo Calenda: ‘Dal punto di vista della transizione energetica, ci troviamo più d’accordo su questo governo sull’uso del gas e la necessità di sviluppare l’energia nucleare perché altrimenti non arriveremo mai agli obiettivi dati per ragioni tecniche’”, si legge sul quotidiano.
Una posizione ribadita anche dal responsabile energia di Azione Giuseppe Zollino su X: “Bene “Ricerca su fusione e fissione di IV gen e SMR” e Piattaforma x nucleare del Min @GPichetto . Ma nucleare sostenibile c’è già: è quello di gen 3+. Serve ora quadro regolatorio x aprire cantieri entro 3-4 anni. Ns petizione è chiarissima: firmatela”.
Bene "Ricerca su fusione e fissione di IV gen e SMR" e Piattaforma x nucleare del Min @GPichetto . Ma nucleare sostenibile c'è già: è quello di gen 3+. Serve ora quadro regolatorio x aprire cantieri entro 3-4 anni.
Ns petizione👇è chiarissima: firmatela @Azione_it @CarloCalenda https://t.co/5DDTxDYp8l pic.twitter.com/hdJVWkt5Dz— Giuseppe Zollino (@GiZollino) September 3, 2023
“Critico, invece, sull’energia nucleare è il co-portavoce di Europa Verde Angelo Bonelli deputato di Alleanza Verdi e sinistra: ‘Non é vero, come ha detto Salvini, che l’Italia è uno dei pochi paesi al mondo che non ha centrali nucleari, la Germania ha chiuso le centrali nucleari e la Spagna prevede di chiudere entro il 2035, tanto per fare un esempio” (…)”, si legge ancora su Il Tempo.
L’ITALIA PUNTA SU ANSALDO PER I MINI-REATTORI
“Secondo l’ultimo studio redatto dalla World Nuclear Association sono già previsti 58 reattori in costruzione, 103 sono pianificati e 325 proposti. Solo in Europa ci saranno 45 nuove centrali nucleari entro il 2050”, si legge su Il Messaggero di oggi. “Martedì scorso i vertici di Ansaldo Nucleare hanno incontrato il ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini. L’azienda si è detta pronta a fare la sua parte (…)”, ha proseguito il quotidiano spiegando che “si punta ad aprire il prima possibile un tavolo di lavoro governativo, rendendo il nuovo nucleare parte importante della strategia energetica italiana dei prossimi anni, dopo l’inserimento nel Piano energia e clima con orizzonte al 2030 (…)”. Anche “Enea, l’Agenzia per le nuove tecnologie, e il Gse (Gestore dei servizi energetici) sono in campo per fornire il loro supporto tecnico”.
A interessare sono “non solo le oramai note centrali “di quarta generazione” della fissione nucleare, il cui orizzonte di diffusione è tra 10 o forse 15 anni, ma anche i mini-reattori hi-tech, che sfruttano I’attuale tecnologia (la terza generazione, più inquinante), ma la rendono più efficiente e saranno messi sul mercato tra qualche anno. Mini-reattori su cui Ansaldo Nucleare, leader italiano nel settore, è in prima linea. (…) Ansaldo sta lavorando ai primi prototipi in tutta Europa ed è leader nel Continente in quelli veloci al piombo, su cui nel Regno Unito sono
stati raggiunti alcuni risultati di buon auspicio. Il primo prototipo verrà realizzato in Romania in collaborazione con Enea”, scrive Il Messaggero.
“(…) Anche con la tecnologia di quarta generazione, però, secondo l’Agenzia internazionale dell’Energia, i costi delle rinnovabili, proiettati tra il 2030 e il 2050, saranno inferiori a quelli del nucleare (una centrale costa circa 11 miliardi). Non solo, per l’Onu il potenziale di riduzione di emissioni nette entro il 2030 di solare ed eolico è quattro volte maggiore rispetto al nucleare, anche se andrebbe risolto il problema non piccolo della mancata continuità energetica (…)”. Sulla quarta generazione invece “Eni è in campo in collaborazione con il Mit di
Boston. Il primo impianto provvisorio collegato alla rete (Arc) secondo l’ad Claudio Descalzi, potrebbe arrivare anche tra una decina d’anni, a Boston, il secondo ‘nel Regno Unito, dove sono vogliosi e pronti a darci terreni’”, ha concluso il quotidiano.
MARCO CASOLINO (INFN): LE SCORIE? SE TRATTATE A NORMA DI LEGGE NON SONO PERICOLOSE
“Una premessa: la crisi climatica richiede di avere energia in maniera che non si impatti sulla CO2 e quindi le rinnovabili sono fondamentali però il nucleare, è chiaro che molti non lo digeriscono, è una fonte di energia che non insiste sul riscaldamento climatico. Sostenibile vuol dire quindi nucleare di nuova generazione in cui le scorie possono essere riutilizzate o stoccate in maniera sicura e reattori più piccole”, ha detto questa mattina a Radio Rai 1 Marco Casolino dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn). Le scorie? “Se vengono trattate a norma di legge non sono per niente pericolose, certo bisogna trovare il sito dove stoccarle, la quantità è molto limitata possono prendere meno di una palestra di spazio per tutta la durata di vita della centrale. Il concetto è sempre non nel mio giardino erano stati identificati vari siti è chiaro che è questo il punto scottante”, ha concluso.
#Nucleare come fonte di energia verde. Ne ha parlato il ministro dell'Ambiente #PichettoFratin al Forum di Cernobbio, e il leghista #Salvini si dice pronto a un nuovo referendum. L’intervista di @elenapababaloni #GR1 a Marco Casolino @INFN_ pic.twitter.com/hRAOhjcb7b
— Rai Radio1 (@Radio1Rai) September 4, 2023