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Mase, sulla riorganizzazione arriva il parere favorevole del Consiglio di Stato

Tra le richieste al Mase quelle di ridurre il più possibile la disciplina transitoria “pervenendo quanto prima alla individuazione dei nuovi uffici di livello dirigenziale non generale e al conferimento dei relativi incarichi”. E di “indicare nel preambolo tempi e modalità dell’informativa resa alle organizzazioni sindacali in merito allo schema di regolamento”.
È arrivato la scorsa settimana il parere favorevole del Consiglio di Stato sullo Schema di D.P.C.M. recante “Regolamento concernente modifiche al regolamento di organizzazione del Ministero della transizione ecologica di cui al decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 29 luglio 2021, n. 128”. Quest’ultimo prevede la conferma per il modello interdipartimentale e il numero dei Dipartimenti (3), con l’elevazione da 10 a 12 del numero delle direzioni generali (4 per ciascun Dipartimento). Inoltre sono stati incrementati di 4 posizioni i dirigenti di prima fascia mentre “altre due nuove posizioni di livello dirigenziale generale risultano attribuite al Capo della segreteria tecnica e al Capo della segreteria del Ministro, ai quali in precedenza era riconosciuto una posizione dirigenziale non generale”.

I DUBBI NEL PRIMO PARERE INTERLOCUTORIO

In un primo parere interlocutorio, il Consiglio di Stato sottolineava come la “relazione illustrativa fosse formulata, nel suo complesso con ‘tratto scarno e sintetico” e si chiedeva “di indirizzare la analitica definizione dell’assetto organizzativo alla individuazione di funzioni omogenee, di distinguere tra strutture con ‘funzioni finali’ e strutture con ‘funzioni strumentali’, di procedere all’esatta perimetrazione delle ‘competenze di supporto’ rimesse, in via esclusiva, ‘agli uffici di diretta collaborazione’, di effettuare una ragionata verifica della potenziale incidenza delle opzioni organizzative sui risultati complessivamente attesi dell’attività amministrativa”.

Inoltre “si evidenziavano talune modifiche delle competenze tra i dipartimenti di cui non si comprendevano compiutamente le ragioni e che sembravano porre problemi di coordinamento interni al Ministero e con altre amministrazioni. La tendenza a moltiplicare e dettagliare le competenze – spiegavano i magistrati – si manifestava in misura e con modalità tali da determinare intrecci e sovrapposizioni tra le attribuzioni dei dipartimenti e, in particolare, delle direzioni generali. Si chiedeva, inoltre, ragione dell’istituzione di una segreteria tecnica presso due dipartimenti, nonché della previsione di ulteriori risorse umane e finanziarie e, in particolare, di due posizioni di livello dirigenziale generale a beneficio degli uffici di diretta collaborazione. In linea generale e non con specifico riferimento al regolamento in esame, venivano, inoltre, espresse riserve sul sistematico ricorso al decreto del Presidente del Consiglio dei ministri per la disciplina degli uffici dei ministeri, che realizza oramai una vera e propria ‘fuga dal procedimento ordinario’”.

LE RICHIESTE DEL CONSIGLIO DI STATO PER COLMARE LE LACUNE

Per il Consiglio di Stato le lacune dovevano essere “colmate attraverso la presentazione di una documentazione integrativa volta ad approfondire le scelte operate dall’Amministrazione” cosa puntualmente fatta: L’Amministrazione ha infatti ricordato che “l’attribuzione, negli ultimi anni, di nuove e diversificate funzioni, specie in materia di transizione ecologica ed energetica, sul piano nazionale ed internazionale, non è stata sino ad ora accompagnata da idonee misure di potenziamento”.

Sul punto il Consiglio di Stato ha chiesto che l’Amministrazione monitori “con attenzione la fase di prima applicazione del regolamento, al fine di verificare l’idoneità del nuovo assetto – di notevole complessità e tale da richiedere un intenso coordinamento tra le diverse unità organizzative – a realizzare un’effettiva semplificazione procedimentale, con positive ricadute in termini di efficacia ed efficienza dell’azione amministrativa. Sulla base di tale attività di monitoraggio, potrà essere valutata l’opportunità di apportare correzioni ed integrazioni alla disciplina in esame”.

Inoltre la previsione della possibilità per il ministero di potersi avvalere oltre che di società in house, anche “della collaborazione delle società controllate, degli enti e dei soggetti vigilati”, aveva sollevato il problema sull’espressione “avvalersi della collaborazione”, che a parere dei magistrati non rivestiva “un puntuale significato giuridico e risulti quindi inopportuno introdurla in un regolamento di organizzazione”.

Stesso discorso sulla disciplina transitoria da “ridurre il più possibile”, “pervenendo quanto prima alla individuazione dei nuovi uffici di livello dirigenziale non generale e al conferimento dei relativi incarichi”. Infine si è invitata l’Amministrazione “ad indicare nel preambolo tempi e modalità dell’informativa resa alle organizzazioni sindacali in merito allo schema di regolamento”.

IL PARERE DEL CDS

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