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Il ruolo di Arera al tempo della crisi energetica, cosa è emerso dal seminario al Consiglio di Stato

Per il presidente di Arera, Stefano Besseghini, “la regolazione è esposta ad una grande pressione. Bisogna trovare un compromesso tra un quadro d’insieme e le profonde differenze locale che possono caratterizzare i territori”
Analizzare il ruolo di Arera al tempo della crisi energetica. è infatti questo, oltre che lo scopo, il titolo del seminario –  organizzato dall’Ufficio studi e formazione della Giustizia Amministrativa  in collaborazione con Arera – che si è svolto oggi nella sede del Consiglio di Stato a Palazzo Spada, a Roma, alla presenza del presidente del Consiglio di Stato, Luigi Maruotti, del presidente di Arera, Stefano Besseghini, e di numerosi esponenti sia dell’Autorità che dell’organo giurisdizionale.

BESSEGHINI: NON SERVONO SOLO PIÙ INVESTIMENTI, MA ANCHE VALUTAZIONE DEGLI EFFETTI

Il presidente di Arera, Stefano Besseghini, ha dichiarato che “oggi è fondamentale riflettere non solo su strutture come Arera, ma anche sul contesto del loro operato. Un contesto che sta cambiando con una rapidità maggiore rispetto a quanto si potrebbe prevedere. Il legislatore ci ha incaricato di valutare la componente tariffaria del teleriscaldamento, uno dei settori che stanno conoscendo significativi cambi di paradigma. Il più celebrato di questi cambi è quello energetico, che si è trovato a raggiungere obiettivi climatici e cambiare profondamente la sua struttura. La drammatica situazione che stiamo vivendo negli ultimi tre anni non è legata solo agli elementi di guerra, ma c’è stata anche la stagione del Covid. Questa fase è stata caratterizzata da una crisi della domanda, sono state cancellate filiere di approvvigionamento internazionali. I sistemi hanno dovuto dare una risposta urgente a un cambio geopolitico delle forniture di energia, siamo ancora in una fase di cambiamento. Questo ha chiamato in causa cambiamenti profondi anche nella tariffazione”.

“Siamo entrati nuovamente in una discussione molto profonda. Il settore idrico – ha proseguito Besseghini – è interessato dal cambiamento, a causa della diversa disponibilità della risorsa acqua. I rifiuti sono il punto di snodo dentro cui processi di economia circolare trovano la loro programmazione. La regolazione è esposta ad una grande pressione, bisogna trovare un compromesso tra un quadro d’insieme e le profonde differenze locale che possono caratterizzare i territori, ad esempio una differente situazione competitiva. Anche la regolazione si sta adattando per diventare efficace in questi cambiamenti. Il ROSS è un modo per rispondere a una chiara necessità di maggiori investimenti che il cambio di paradigma energetico richiede, una richiesta a cui non si può rispondere solo aumentando la quantità. Bisogna anche valutare gli effetti futuri dei programmi per evitare l’overshooting degli investimenti”.

MARUOTTI (CONSIGLIO DI STATO): SERVE STUDIO DI GEOPOLITICA E DIRITTI INTERNAZIONALE

“I poteri amministrativi – ha affermato il presidente del Consiglio di Stato, Luigi Maruotti – hanno il compito di ridurre le diseguaglianze. L’operato dell’autorità indipendente Arera non riguarda solo i rapporti tra i vari soggetti, ma anche un coordinamento dei valori più alti della Costituzione, nel rispetto della vita umana e del superamento delle disuguaglianze. Un inquadramento è possibile attraverso uno studio accurato della geopolitica e del diritto internazionale. Bisogna tenere conto del mix energetico tra risorse nazionali e internazionali. Un tema importante è anche l’evoluzione del mercato tutelato, tra poco milioni di utenti si vedranno trasportati verso un sistema di tariffe di mercato. Il legislatore ha preso piena consapevolezza dei temi energetici”.

RICCI (ARERA): IL GAS GREEN AVRÀ UN RUOLO NELLO STOCCAGGIO, POCHI INVESTIMENTI SULL’IDROELETTRICO

Massimo Ricci, direttore della Divisione Energia di Arera, ha sottolineato il fatto che “gli impianti idroelettrici rappresentano ancora una componente importante ma stabile, perché gli investimenti sono limitati. Negli ultimi anni il numero degli impianti fotovoltaici è cresciuto molto, parliamo di strutture piccole molto diffuse. Ci sono due dimensioni che riguardano i sistemi energetici. La prima è la spaziale, la seconda la temporale. Tipicamente l’energia elettrica non viene prodotta dove serve e non sempre quando è necessaria. Questo pone due problemi: trasmettere l’energia elettrica dello spazio, quindi serve un potenziamento della rete di trasmissione. Quindi si modifica anche il ruolo della distribuzione. Il tema temporale riguarda lo stoccaggio, molto costoso e i trend di discesa del prezzo non sono incoraggianti. Questo fa pensare che qualche forma di gas rinnovabile possa continuare ad avere un ruolo nel mix energetico in ottica di sicurezza del sistema energetico. Lo stoccaggio è antieconomico su cicli stagionali, quindi il problema è molto rilevante. Il vantaggio principale di usare il gas green è che ha un costo molto minore. Terna ha richieste di connessione di 6/7 volte maggiori rispetto agli impianti che dovremmo realizzare per raggiungere gli obiettivi della transizione”.

CONTESSA (CONSIGLIO STATO): IL DECRETO LEGGE 152/2006 È INCOMPLETO, SERVE UN CODICE SETTORIALE

“Per quanto riguarda l’emanando decreto ambientale – ha dichiarato Claudio Contessa, presidente di Sezione del Consiglio di Stato –, a mio modo di vedere il Decreto legislativo 152/2006 (‘Norme in materia ambientale’) non può essere qualificato come un codice di settore. Il testo del 2006 reca una disciplina piuttosto competa delle tematiche strettamente ambientali, in materia di bonifiche, di procedure autorizzative, ma è carente di numerosissimi ambiti disciplinari sia sulle tematiche strettamente ambientali sia sui rapporti tra le matrici ambientali e le questioni della sicurezza energetica, come l’elettrosmog o la disciplina della aree protette. È un testo importantissimo e corposissimo, ha circa 340 articoli e 50 allegati, ma che non aspira e non raggiunge l’obiettivo della completezza disciplinare di settore”.

Per Contessa “c’è bisogno di un codice di settore. L’emananda delega dovrebbe aspirare ad una codificazione, non alla mera compilazione o alla fissazione di un testo unico settoriale. Dovrebbe essere un testo unico totalmente sostitutivo del decreto 152/2006. Le modifiche che dovranno essere inserite non possono essere raggiunte facendo una sorta di ‘tagliando’ al testo del 2006”.

GUARRACINO (CONSIGLIO STATO): LO STATUTO NORMATIVO DEL MERCATO DIPENDE DA ARERA

Secondo Francesco Guarracino, consigliere di Stato, “Arera dispone di poteri così pervasivi per cui lo statuto normativo del mercato sostanzialmente è rimesso alle sue dipendenze. Innanzitutto ha il potere della regolamentazione tariffaria, tutto quello che serve per determinare i prezzi massimi unitari dei servizi al netto delle imposte; ha poi il potere di definire le modalità tecnico-economiche di accesso e interconnessione alle reti; definire i livelli generali di qualità delle prestazioni che devono essere garantiti agli utenti. Arera dispone anche del potere di elaborare proposte, stimoli, fare moral suasion nei confronti degli operatori di mercato”.

CHICCA (ARERA): CON IL TIROSS SUPERIAMO L’ATTUALE APPROCCIO DI RICONOSCIMENTO DEI COSTI

“Siamo intervenuti con un nuovo modello di regolamentazione perché l’attività della regolazione richiede di guardare a cosa avviene, sia in Italia che all’estero, sulla definizione della regolazione tariffaria”, ha spiegato Marta Chicca, direttrice della Direzione Infrastrutture Energia di Arera, che ha aggiunto: “era necessario sviluppare nuovi criteri per il riconoscimento dei costi nei servizi infrastrutturali. Attraverso il TIROSS (Testo Integrato relativo alla Regolazione per Obiettivi di Spesa e di Servizio) si vuole superare, in modo progressivo e graduale, l’attuale approccio di riconoscimento dei costi, che separa il riconoscimento dei costi operativi – che ha una regolazione di tipo price cap – dal riconoscimento dei costi di capitale, per arrivare ad un approccio integrato che consideri la spesa totale e che responsabilizzi maggiormente gli operatori, che eviti i sovrinvestimenti ed incentivi gli operatori a fare investimenti che abbiano un’utilità per il sistema”.

Chicca ha spiegato che “i principi che i criteri del Ros sono in vigore per un periodo di 8 anni (2024-2031). In sede di prima applicazione dei modelli può essere prevista la possibilità di procedere ad affinamenti per il periodo 2028-2031. È una metodologia nuova e innovativa rispetto al passato. Nel 2024 dovranno essere svolte alcune attività previste dal TIROSS, in particolare l’attività per la definizione di metodologia puntuale per il calcolo dei rendimenti economico finanziari e analisi relative alla finanziabilità; definizione degli indicatori finalizzati al monitoraggio dell’andamento delle spese di capitale e dell’avanzamento fisico degli investimenti; criteri rendicontazione spesa e riconciliazione con dati CAS”.

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