E’ stato approvato il decreto sull’agrivoltaico che prevede di utilizzare più di un miliardo dai fondi Pnrr per installare almeno 1,04 GW al 30 giugno 2026. Tutti i dettagli
Il 2023 si chiude con una nota positiva per la transizione energetica italiana, riguarda l’agrivoltaico.
OK AL DECRETO SULL’AGRIVOLTAICO
Venerdì scorso, 22 dicembre, infatti, il Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica Gilberto Pichetto ha firmato e trasmesso alla Corte dei Conti il decreto che incentiva la diffusione dell’agrivoltaico innovativo. Obiettivo: installare almeno 1,04 gigawatt di sistemi agrivoltaici avanzati entro il 30 giugno del 2026, specificava la nota del Mase. Con una produzione di energia elettrica di almeno 1300 GWh/anno.
Ciò, attraverso due misure: “la concessione, a valere sui fondi Pnrr, di un contributo in conto capitale nella misura massima del 40% dei costi ammissibili e una tariffa incentivante sulla produzione di energia elettrica netta immessa in rete”.
Sempre dalla nota: “Il Decreto punta alla promozione di soluzioni costruttive innovative, prevalentemente a struttura verticale e con moduli ad alta efficienza, in cui possono coesistere più usi del suolo: una produzione di energia, dunque, pienamente compatibile con le attività agricole, che ne migliora la redditività, promuovendo il recupero dei terreni per usi produttivi. Il contributo in conto capitale è finanziato attraverso l’investimento del Pnrr, pari a oltre un miliardo di euro, mentre per la tariffa incentivante si stima un importo annuo di 21 milioni di euro, a valere sugli oneri di sistema”.
Quanto agli accessi,”si è stabilito di destinare un contingente di 300 MW al solo comparto agricolo per impianti di potenza fino a 1 megawatt, con accesso tramite registri. Un secondo contingente di 740 MW è invece dedicato sia al comparto agricolo che alle associazioni temporanee di imprese, che includano almeno un soggetto del comparto agricolo, con accesso tramite la partecipazione a procedure competitive per impianti di qualsiasi potenza. Gestore della misura e dell’accesso al meccanismo incentivante è il Gse (Gestore Servizi Energetici)”.
SODDISFAZIONE PER PICHETTO E GAVA
“La diffusione dell’agrivoltaico – ha spiegato il ministro Pichetto – è una chiave per la decarbonizzazione in un settore strategico, fatta attraverso un uso intelligente e sostenibile del suolo, che aiuti l’ambiente, la produzione e lo sviluppo delle rinnovabili. L’agricoltura italiana, eccellente per la sua qualità riconosciuta in tutto il mondo – conclude Pichetto – sarà ancor più protagonista della transizione ambientale ed energetica”.
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Questo, invece, il commento della viceministro Vannia Gava: “Ottimo lavoro del MASE. Più rinnovabili, meno emissioni di gas serra, più innovazione e sostenibilità, in sinergia col mondo dell’agricoltura, recuperando spazi di territorio”.
LE FASI PRECEDENTI
Sul provvedimento è arrivato a novembre il via libera dalla Commissione europea. “Questo schema da 1,7 miliardi di euro, parzialmente finanziato dal dispositivo per la ripresa e la resilienza, consente all’Italia di sostenere un uso più efficiente del territorio combinando l’agricoltura con la produzione di energia rinnovabile”, aveva detto per l’occasione il commissario Didier Reynders. “Contribuirà a rendere più verde il settore agricolo e alla transizione verso la neutralità climatica, in linea con gli obiettivi del Green Deal dell’Unione europea”.
Il testo era sbarcato “su piazza” ad aprile scorso e specificava come di seguito i soggetti beneficiari a cui è rivolto: “a) imprenditori agricoli, in forma individuale o societaria; b) imprese agroindustriali, in possesso di codice ATECO di cui all’Avviso da emanarsi ai sensi dell’articolo 13; c) indipendentemente dai propri associati, le cooperative agricole che svolgono attività di cui all’articolo 2135 del Codice civile e le cooperative o loro consorzi di cui all’articolo 1, comma 2, del decreto legislativo 18 maggio 2001 n. 228; d) i soggetti di cui alle lettere a), b) e c) costituiti in forma aggregata quale, a titolo esemplificativo e non esaustivo, associazioni temporanee di imprese (A.T.I.), raggruppamenti temporanei di impresa (R.T.I), reti d’impresa, comunità energetiche rinnovabili (CER)”.
“Sono esclusi i soggetti esonerati dalla tenuta della contabilità IVA, aventi un volume di affari annuo inferiore ad euro 7.000,00. Resta inteso che può presentare domanda il soccidario con un volume d’affari inferiore a 7.000 euro, a condizione che il valore del relativo contratto di soccida sia superiore ad euro 7.000 nell’anno precedente la richiesta”, si legge nel decreto.
LA MAPPA ENEA
A luglio, invece, Enea ha pubblicato la mappa del potenziale italiano sull’agrivoltaico. Che, spiegava Grazia Fattoruso, “è solitamente valutato sulla base delle caratteristiche topografiche e dell’estensione delle aree agricole disponibili. La metodologia messa a punto nel nostro laboratorio di Geomatica considera sia i diversi fattori che possono influenzare il potenziale solare fotovoltaico di una determinata area, come quelli geofisici, tecnici ed ambientali, sia i fattori che possono condizionare la resa agricola, come le classi di uso suolo, la capacità d’uso dei suoli e il deficit idrico”.
“È fondamentale sottolineare come la formazione sia cruciale per l’intero sistema agricolo, che negli ultimi anni è investito da cambiamenti che necessitano di innovazione”, evidenziava Alessandra Scognamiglio, ricercatrice Enea del Laboratorio Dispositivi innovativi presso il Centro ricerche di Portici e presidente di AIAS. “In questo contesto l’agrivoltaico sostenibile si pone come un ‘aggregatore’ in grado di mettere a sistema le innovazioni partendo dalle esigenze espresse dagli operatori coinvolti. L’ambizione è quella di compiere una sintesi di conoscenze che possa tradursi in percorsi formativi specifici a supporto dell’implementazione di sistemi agrivoltaici sostenibili dove la bellezza del paesaggio si coniuga con la generazione di energia e di cibo”.
Da quanto comunicato da Enea, invece, si spiegava che “tra gli strumenti messi in campo per il raggiungimento degli obiettivi vi è anche l’istituzione e il coordinamento di 6 commissioni, veri e propri tavoli di lavoro permanenti, qualificati e interdisciplinari, per supportare gli organi preposti all’implementazione dell’agrivoltaico” su certificazioni, norme, formazione, tecnologie, paesaggio e settore internazionale.
GLI OBIETTIVI UE SULL’AGRIVOLTAICO
Quanto all’Ue, i target sull’agrivoltaico sono promettenti. Come evidenziava a ottobre il centro scientifico comunitario, “la combinazione dell’agricoltura e della produzione di energia solare fotovoltaica – nota come agrovoltaica – su un mero 1% della superficie agricola utilizzata dall’UE (UAA) potrebbe contribuire a superare gli obiettivi dell’UE per il 2030 – 720 GW di corrente continua – per la produzione di energia solare”.
Sempre secondo il Joint Research Center della Commissione, “alla fine del 2022, la capacità installata nell’UE era di circa 211 GWDC . Secondo lo studio, coprire solo l’1% della superficie agricola utilizzata (UAA) con sistemi agrovoltaici potrebbe comportare circa 944 GWDC di capacità installata. Ciò equivale alla metà della capacità possibile con i tradizionali sistemi fotovoltaici a terra (circa 1.809 GWDC sulla stessa superficie). Tuttavia, sarebbe ancora maggiore della capacità di 720 GWDC prevista entro il 2030 nella strategia dell’UE per l’energia solare“.