Per evitare che l’Italia subisca una procedura di infrazione europea, il governo ha deciso per le auto-candidature. A rispondere positivamente è stato il Comune di Trino Vercellese, che si è candidato ad ospitare il deposito
Si chiama Trino Vercellese, Comune piemontese di circa 6.000 abitanti, ed è il primo Comune italiano che, il 12 gennaio scorso, si è auto-candidato per ospitare il Deposito nazionale delle scorie nucleari. A Trino sorge una delle 4 ex centrali nucleari italiane – insieme a Caorso (Piacenza), Sessa Aurunca (Caserta) e Latina – che furono spente dopo il referendum del 1987. Il deposito, a regime, dovrà ospitare i 78.000 metri cubi di rifiuti radioattivi a bassa e media intensità e stoccarne temporaneamente 17.000 ad alta intensità.
IL DEPOSITO DELLE SCORIE NUCLEARI E LA CARTA NAZIONALE DELLE AREE IDONEE (CNAPI)
Il paradosso è che Trino Vercellese, nonostante il sindaco Daniele Pane si sia detto più volte favorevole, non è mai entrata nelle liste dei siti idonei ad ospitare il deposito. Il Comune era stato infatti escluso poiché il suo territorio non soddisfaceva i 28 criteri per le località compatibili previsti dalla Carta Nazionale delle Aree Idonee (CNAPI). Quest’ultima inizialmente conteneva una lista di 67 siti ma, dopo una scrematura, ne sono rimasti 51.
Dal momento, però, che nessuno di essi vuole il deposito, per evitare che l’Italia – unico Paese Ue senza un impianto per stoccare i rifiuti nucleari – subisse una procedura di infrazione europea, il governo ha deciso per le auto-candidature. Il sindaco Pane ha risposto presente, e lo ha fatto l’ultimo giorno utile per comunicare la propria disponibilità al Mase. In base a quanto previsto dal Decreto Energia dello scorso 9 dicembre, i Comuni avevano 30 giorni per presentare le auto-candidature dal giorno della pubblicazione della CNAI, che è avvenuta il 13 dicembre. Va detto però che il Decreto Energia è in fase di conversione alla Camera, quindi non è da escludere che la versione finale allunghi i tempi.
PICHETTO FRATIN: DEPOSITO NUCLEARE È UN PROBLEMA DEL PRESENTE E DEI PROSSIMI DECENNI
Intervenendo in una trasmissione su Isoradio, il ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin ha affermato che “la disponibilità di Trino ad accogliere il deposito unico nucleare è molto importante e viene accolta positivamente dal governo. Ora andrà verificata sulla base delle caratteristiche tecniche e di sicurezza che la legge prevede per i depositi di questa natura. Quello del deposito nucleare – ha aggiunto Pichetto – non è un problema del passato, ma del presente e dei prossimi decenni, perché ogni giorno l’Italia produce rifiuti nucleari cosiddetti civili, soprattutto di origine ospedaliera. È un problema di piena attualità. I rifiuti del passato, mandati in Francia, in Inghilterra e in parte in Slovacchia sono pochi cask di rifiuti vetrificati che dobbiamo far rientrare per evitare di continuare a pagare l’affitto ai Paesi che li ospitano, ma non sono la vera questione. L’importante è dare una soluzione al problema che abbiamo oggi. La decisione di invertire il processo, facendolo partire dal basso invece che imporlo dall’alto, speriamo che sia la via giusta. Dopo quasi 40 anni di inutili prove di forza, mi auguro che l’Italia possa finalmente avere il proprio deposito unico nucleare”.
SQUERI: AUTOCANDIDATURA TRINO PASSO IMPORTANTE PER CONDIVISIONE NOSTRI OBIETTIVI CON TERRITORIO
Anche il deputato e responsabile energia di Forza Italia, Luca Squeri, ha commentato la decisione del sindaco di Trino. “L’autocandidatura del Comune di Trino ad ospitare il deposito nazionale dei rifiuti radioattivi è un passo importante per la condivisione dei nostri obiettivi con il territorio. Va dato pienamente atto al ministro Pichetto del coraggio e della determinazione dimostrati nell’affrontare il tema e nell’avviare una procedura ferma da 40 anni. Questa maggioranza e questo governo vogliono davvero cambiare il Paese e lo stanno dimostrando. Rivolgiamo un plauso anche al sindaco e all’amministrazione comunale di Trino per la capacità di guardare lontano e di affermare le ragioni della scienza su quei luoghi comuni e quelle ideologie che tanto male fanno allo sviluppo del nostro Paese”.
ARCIDIOCESI CONTRARIA
C’è però a chi non piace la novità del governo. “La possibilità di autocandidature introdotta in modo inaspettato e poco comprensibile dall’attuale governo nel dicembre 2023 – riferiscono dalla diocesi guidata da vescovo Marco Arnolfo secondo quanto riportato dal Corriere della Sera – complica ulteriormente un percorso di individuazione del sito già di per sé non semplice”
L’ITALIA VUOLE PUNTARE SULLE NUOVE TECNOLOGIE NUCLEARI
A metà dicembre, intervenendo in Question Time alla Camera, il ministro Pichetto Fratin aveva spiegato che “l’Italia guarda con interesse allo sviluppo delle nuove tecnologie nucleari. L’Italia finora non ha preso impegni o concluso accordi sui tavoli internazionali, in attesa di definire la propria Strategia nazionale per il nucleare sostenibile che avverrà tra pochi mesi, alla luce del lavoro che sta conducendo la Piattaforma Nazionale per un Nucleare sostenibile (PNNS), il cui compito principale sarà quello di definire delle linee guida e una roadmap, con un orizzonte al 2030 e al 2050, per seguire e coordinare gli sviluppi delle nuove tecnologie nucleari e comprenderne le possibili ricadute in termini di sicurezza e costi-benefici del sistema”. Un approccio, aveva aggiunto Pichetto, “confermato anche in occasione degli incontri della ‘Alleanza per il nucleare’, ai quali l’Italia ha partecipato in qualità di osservatore, a dimostrazione del rinnovato interesse e attenzione del Paese verso le tematiche trattate. Si conferma la volontà del governo di partecipare attivamente, in sede europea e internazionale, ad ogni opportuna iniziativa volta ad incentivare lo sviluppo delle nuove tecnologie nucleari destinate alla produzione di energia per scopi civili e ad inserire la fonte nucleare nel mix energetico del nostro Paese”.
ENEA: DISCIPLINA STOCCAGGIO RIFIUTI NUCLEARI DI PREMINENTE IMPORTANZA PER SISTEMA-PAESE
Un mese prima, a metà novembre, Alessandro Dodaro, direttore del Dipartimento Fusione e Tecnologie per la Sicurezza nucleare dell’ENEA, nel corso di un’audizione in Commissione Ambiente alla Camera, aveva affermato che, “il volume dei rifiuti radioattivi a bassa e media intensità afferenti al servizio integrato e provenienti da attività industriali e biomedicali, attualmente stoccati presso il centro Enea della Casaccia nei depositi temporanei affidati in gestione alla società partecipata Nucleco è tale da rischiare di saturare gli spazi disponibili nei prossimi anni, con evidente nocumento al sistema Paese”. Tale criticità, aveva aggiunto Dodaro, “potrà essere superata solo a valle del conferimento dei suddetti rifiuti al Deposito nazionale. Consideriamo la disciplina di stoccaggio del combustibile e dei rifiuti radioattivi di preminente importanza per il sistema Paese”.
NEWCLEO: DEPOSITO GRANDE OPPORTUNITÀ DI CRESCITA ECONOMICA E TECNOLOGICA
Sempre a novembre, in un intervento in Commissione Ambiente sulla modifica all’articolo 27 del decreto legislativo 15 febbraio 2010, n. 31 in materia di procedimento per l’individuazione dell’area destinata alla realizzazione del Parco tecnologico e del Deposito nazionale delle scorie nucleari, il fondatore di Newcleo Stefano Buono si era così espresso: “ad oggi è senza dubbio necessaria una tempestiva messa in sicurezza dei rifiuti prodotti dalle industrie sul nostro territorio, ma anche lo stoccaggio definitivo derivante dal decommissioning dei reattori non più in uso. Per noi l’individuazione e la tempestiva realizzazione del deposito di rifiuti radioattivi e del parco tecnologico costituiscono un tassello fondamentale, perché rafforzano la credibilità del progetto nucleare italiano, accelerano il progetto di decommissioning e, grazie al parco tecnologico, garantiscono una divulgazione scientifica obiettiva sul tema nucleare. La realizzazione del deposito rappresenta infine una grande opportunità in termini di crescita economica e tecnologica, e il parco tecnologico costituirebbe un luogo di importante potenziamento per la ricerca nucleare italiana. Per questo, come azienda, crediamo molto nella valorizzazione dell’expertise presente in Italia sul nucleare e confidiamo che la realizzazione del deposito e del parco tecnologico annesso possa rappresentare un ulteriore passo verso la definizione di una strategia energetica nucleare a livello nazionale”.