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Gli scenari energetici che potremmo vedere nel 2024

Secondo Rystad Energy, quest’anno “potrebbe rivelarsi un’altra corsa sulle montagne russe per l’energia, facendo emergere importanti interrogativi sulla possibilità di raggiungere gli obiettivi delle zero emissioni nette previsti dall’Accordo di Parigi”

Il 2023 si è rivelato un anno difficile e ricco di eventi per il settore energetico globale, e il 2024 sembra già proseguire una tendenza fatta di interruzioni e ostacoli, ma anche opportunità. Lo scorso anno è terminato con lo storico accordo, al vertice sul clima COP28 di Dubai, per ridurre le emissioni globali di metano, che contribuisce considerevolmente alle emissioni in tutto il mondo.

Il 2024 potrebbe rivelarsi un’altra corsa sulle montagne russe per l’energia, facendo emergere importanti interrogativi sulla possibilità di raggiungere gli obiettivi delle zero emissioni nette previsti dall’Accordo di Parigi. Le elezioni in moltissimi Stati, le questioni sulla catena di fornitura e lo stato di avanzamento delle industrie nascenti sono tutti elementi molto rilevanti che andranno attentamente considerati e analizzati. Rystad Energy, fornendo consulenza a governi, organizzazioni e aziende su ogni aspetto del settore energetico, è in grado di evidenziare e prevedere le tendenze per il 2024.

JARAND RYSTAD: “IL 2023 È STATO UN ANNO FONDAMENTALE PER L’ENERGIA”

“Lo scorso anno – spiega Jarand Rystad, CEO di Rystad Energy – è stato un anno fondamentale per il mondo dell’energia. La capacità di energia rinnovabile si è espansa rapidamente, tenendo il passo con la crescita della domanda di energia globale per la prima volta. Il solare fotovoltaico doveva crescere di 220 GW nel 2023 per seguire lo scenario di 1,6 DG per il riscaldamento globale. Gli ultimi dati ora indicano che potrebbe superare i 400 GW. E ora c’è visibilità sulla catena di approvvigionamento per una fornitura annuale di 1.500 GW. Nel 2023 – ha aggiunto Rystad – la domanda globale di carbone molto probabilmente ha raggiunto il picco, e oggi nella maggior parte del mondo le tecnologie energetiche pulite sono più convenienti rispetto alle alternative ai combustibili fossili. Questi ultimi, tuttavia, rimarranno una componente importante del mix energetico per i prossimi decenni. Paesi come Danimarca, Finlandia e Portogallo sono vicini al raggiungimento un’energia a zero emissioni in vari settori, affrontando con successo la sfida dell’intermittenza delle energie rinnovabili. Tuttavia, ci sono anche delle battute d’arresto nella diffusione delle rinnovabili, come l’inflazione dei costi osservata nell’eolico offshore, e i governi dovranno intensificare gli stimoli per riportare questi settori sulla carreggiata. Nel 2024 – ha concluso il CEO di Rystad Energy – potrebbero avvenire più punti di flessione nella transizione energetica, i cui impatti si avvertiranno anche la seconda metà del decennio”.

Ecco le previsioni di alcuni esperti di Rystad Energy.

  1. GEOPOLITICA E MERCATO DEL PETROLIO

Per Jorge Leon, vicepresidente senior ricerca sul mercato petrolifero, “spesso si dice che il petrolio è la merce più politica fra tutte. Quest’anno circa 4,2 miliardi di persone dovranno affrontare un cambiamento politico con le elezioni in oltre 70 Paesi. I risultati elettorali avranno un impatto significativo sulla politica nazionale e sugli sviluppi geopolitici e, inevitabilmente, sui mercati petroliferi. Il futuro del sostegno degli Stati Uniti all’Ucraina, le ambizioni della politica climatica dell’Unione europea, le tensioni nel Mar Cinese Meridionale, gli attriti commerciali tra Cina e Occidente e i conflitti in corso in Medio Oriente potrebbero sconvolgere il mercato”.

  1. IL RUOLO DEL GAS NATURALE

Xi Nan, Senior Vice President Gas and LNG Market Research, ritiene che “il gas nel 2024 continuerà a fare la sua parte per risolvere il trilemma energetico (sicurezza, accessibilità e sostenibilità). La produzione globale di gas quest’anno dovrebbe crescere del 3%, pari a 130 miliardi di cubi metri. Gli investimenti in progetti GNL greenfield dovrebbero rallentare rispetto al 2023, ma rimangono ad un livello robusto per sostenere la domanda globale di GNL, raggiungendo i 500 milioni di tonnellate entro il 2027. Il gas svolgerà un ruolo abilitante nella transizione energetica, in particolare nel settore elettrico”.

  1. L’ESPLORAZIONE DI PETROLIO E GAS

“La tendenza al consolidamento che negli ultimi tempi ha interessato l’industria upstream del petrolio e del gas – spiega Audun Martinsen, Responsabile Supply Chain Research – nel 2024 si estenderà alla catena di fornitura. Man mano che i tassi di interesse si stabilizzeranno, o addirittura diminuiranno , gli elevati flussi di cassa incoraggeranno i fornitori a valutare opportunità di acquisizione strategica per aumentare la capacità. Ciò avverrà per i servizi petroliferi e per i mercati dell’energia pulita, dove l’espansione della capacità organica potrebbe non essere l’opzione più efficiente, considerato il picco di attività nel settore Oil & Gas nel 2024 e l’eccesso di capacità nei settori a basse emissioni di CO2”.

  1. IL 2024 SARÀ L’ANNO DELL’IDROGENO?

“Il settore dell’idrogeno pulito è in aumento a livello globale – afferma Artem Abramov, responsabile della ricerca Clean Tech –, alimentato dalle politiche che si stanno evolvendo in Europa e negli Stati Uniti, oltre ai primi progetti su scala commerciale in Medio Oriente, Australia e Africa. Tuttavia, il 2024 promette di essere un anno di chiarezza: verranno completati diversi studi chiave di fattibilità, che riveleranno nuovi casi d’uso per il consumo di idrogeno. Negli Stati Uniti, prevediamo un’impennata nelle approvazioni di progetti sull’idrogeno pulito (FID), grazie alla normativa 45V tax credit dell’Inland Revenue Service (IRS).

Quest’anno si terrà una serie di aste e sovvenzioni globali, che ci daranno informazioni essenziali sugli aspetti chiave del settore dell’idrogeno pulito. Questi eventi aiuteranno a definire le dinamiche dei prezzi, i progressi tecnologici e gli eventuali vincitori e contendenti in questo nuovo ambito”.

  1. LE PROSPETTIVE DELLO SHALE STATUNITENSE

Espen Erlingsen, responsabile ricerca upstream, sottolinea che “i prezzi del petrolio dovrebbero restare elevati nel breve periodo, ma le strategie in evoluzione nel settore dello shale USA non faranno porteranno la produzione a crescere rapidamente come negli anni scorsi. Nel 2024 gli investimenti nello shale non dovrebbero crescere, mantenendo l’attività e la produzione stabili e consentendo all’OPEC di regolamentare il mercato. Di conseguenza, potrebbero esserci dei periodi prolungati di alti prezzi del petrolio”.

  1. LE RINNOVABILI CONTINUANO A CRESCERE

Per Carlos Torres Diaz, Head of Renewables & Power Research, “il 2024 dovrebbe essere un altro anno record per i mercati solare ed eolico, aggiungendo a livello globale oltre 510 GW di capacità fotovoltaica ed eolica. La nuova generazione risultante da queste fonti – oltre 900 terawattora – sarà sufficiente a coprire gran parte della crescita della domanda, contribuendo a limitare la necessità di produzione di energia da combustibili fossili. Anche se la capacità continuerà a crescere, i governi, per garantire che questa tendenza positiva prosegua, dovranno fornire gli incentivi necessari per i progetti rinnovabili”.

  1. IL MERCATO PETROLIFERO IN CINA

“In Cina il settore petrolifero downstream ha rinnovato la propria strategia passando da quote di importazione trimestrali a quote annuali ed ampliando le quote di esportazione dei prodotti per le raffinerie indipendenti”, afferma Mukesh Sahdev, responsabile del settore Downstream.

Per Sahdev questo “è un segnale di una maggiore flessibilità e autonomia nella raffinazione cinese, sia gli operatori statali che quelli indipendenti indurranno i mercati ad interrogarsi sulle loro prossime mosse, portando volatilità nell’approvvigionamento di greggio e nelle esportazioni di prodotti petroliferi. I tassi di esercizio sono destinati a salire a circa 15 milioni di barili al giorno, restando alti per tutto l’anno e raggiungendo un picco di 16 milioni b/g entro settembre. In particolare, la capacità di raffineria combinata di Cina, Medio Oriente e Russia – per un totale di circa 38 milioni b/g – ha superato quella del Nord America e dell’Europa”.

  1. LE PROSPETTIVE PER L’EOLICO OFFSHORE

Alexander Flotre, vicepresidente e responsabile eolico offshore, sottolinea che “nel 2023 sfide come l’inflazione, i tassi di interesse e i problemi della catena di approvvigionamento hanno portato a delle interruzioni e rinegoziazioni dei progetti nell’eolico offshore. Anche se il 2024 potrebbe non portare un cambiamento rilevante, si prevede un cambiamento con le autorità che sostengono obiettivi a lungo termine, con migliori condizioni nelle aste e aggiustamenti dell’inflazione specifici per il settore.

Parallelamente, l’aumento dell’inflazione vissuto negli ultimi anni sta rallentando, il che eviterà ulteriori aumenti dei tassi e dei costi di capitale per sviluppatori e fornitori. Nonostante l’incertezza del mercato, il 2023 è stato un anno record per i FID per oltre 12 GW di progetti eolici offshore a livello globale (Cina esclusa), suggerendo livelli di attività sani per i prossimi anni. Ci aspettiamo poi che i governi manterranno gli impegni assunti, procedendo con un aumento dei volumi delle aste, con prezzi realistici, autorizzazioni più rapide e concentrandosi sull’efficienza della catena di approvvigionamento”.

  1. IL DECLINO DEL CARBONE

Infine, Steve Hulton, responsabile Global Coal Industry Research, afferma che “nel 2024 la produzione globale di energia elettrica da carbone diminuirà, in parte grazie all’evoluzione delle reti elettriche asiatiche. Prevediamo che la produzione di carbone nel settore energia diminuirà di 33,7 TWh, un calo annuo dello 0,3%, poiché l’Asia frenerà i nuovi progetti dal carbone. Si tratta di un calo piccolo ma significativo, poiché nel 2023 si è raggiunto il livello massimo di energia globale dal carbone.

Attualmente Cina, India e Indonesia restano i principali consumatori di carbone, ma le cose stanno cambiando. L’aumento di nuove installazioni di capacità rinnovabile e l’invecchiamento delle centrali a carbone presto indurranno a rivolgersi ad alternative prive di fossili, con la quota di carbone nel mix energetico che continuerà a decrescere”.

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