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GNL

Perché l’Europa, nel breve periodo, continuerà ad importare GNL dalla Russia

Secondo i dati di S&P Global Commodity Insights, finora nel 2024 Mosca ha fornito all’Europa 4,89 milioni di tonnellate di GNL, oltre il 16% della fornitura totale del continente

Ad oltre due anni dall’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, le importazioni di gas da Mosca verso l’Europa sono scese significativamente al di sotto dei livelli pre-crisi. Secondo un recente rapporto di S&P Global Commodity Insights, nel 2023 le importazioni di gas dalla Russia verso l’Ue sono diminuite dell’84% rispetto al 2021. La Russia resta un importante fornitore di GNL per il continente, e gli operatori di mercato prevedono che questo commercio non finirà definitivamente, almeno non nel breve termine.

L’IMPORTANZA DEL GNL RUSSO

La Russia resta un importante fornitore di GNL per il continente e gli operatori di mercato non vedono la fine completa di questa situazione, almeno a breve termine. “Se l’Europa sta ancora importando gas liquefatto dalla Russia, è perché ce n’è bisogno”, ha affermato un commerciante di gas con sede in Francia, aggiungendo che, “con gli altri nostri principali fornitori, come la Norvegia, che operano alla massima capacità, sarà difficile fermare completamente il flusso di GNL russo. Non siamo ancora del tutto fuori dalla crisi”.

Di conseguenza, la dipendenza dell’Europa dalle importazioni di GNL russo è aumentata nel corso dell’anno. Secondo i dati di S&P Global Commodity Insights, finora nel 2024 Mosca ha fornito all’Europa 4,89 milioni di tonnellate di GNL, oltre il 16% della fornitura totale del continente, pari a 33,65 milioni di tonnellate, rispetto al 12,74% dei primi quattro mesi 2023.

LE ESPORTAZIONI DI GNL RUSSO VERSO FRANCIA, SPAGNA E BELGIO

Francia, Spagna e Belgio finora nel 2024 sono stati i Paesi europei ad assorbire la maggior parte dei volumi, mentre le spedizioni di GNL russo in Spagna hanno rappresentato il 32% degli 1,56 milioni di tonnellate importati finora nel Paese. Le importazioni sono state maggiori per il Belgio ma inferiori per la Francia, di cui quelle russe rappresentavano rispettivamente il 49% e il 27% del totale.

“La Spagna non ha intenzione di diversificarsi rispetto al GNL russo”, ha affermato David Lewis, analista di GNL di S&P Global. “La Spagna non può annullare i contratti senza l’intervento del governo, e il governo ha detto che non interverrà nel contratto tra due società private”. Lewis ha aggiunto che, “finché le importazioni di combustibile russo non saranno soggette ad un divieto a livello europeo, fissato per il 2027, la Spagna potrebbe continuare ad importare GNL russo”, sottolineando gli sforzi del Paese per aumentare le importazioni, nonostante le restrizioni sul Canale di Suez.

Tra ottobre 2023 e marzo 2024, le consegne di GNL russo in Spagna sono state pari a 2,57 milioni di tonnellate, rispetto ai 2,28 milioni dello stesso periodo di un anno prima. In Francia, tuttavia, gli operatori di mercato sostengono che il mercato ha ancora bisogno di importare GNL russo per soddisfare le proprie esigenze di approvvigionamento e considerano l’eliminazione completa della risorsa come uno scenario improbabile nel breve termine. Anche il sentimento del mercato ha evidenziato la necessità, per gli acquirenti europei, di coltivare nuove relazioni commerciali con altri fornitori emergenti di GNL.

LA DIPENDENZA DAL GAS RUSSO E LE SANZIONI DELL’UE A MOSCA

I politici europei, dall’invasione dell’Ucraina, stanno affrontando la prospettiva di uno stop completo sia del gas che del GNL russi. Ciononostante, entrambi i combustibili continuano a fluire in Europa attraverso l’Ucraina, mentre la prevalenza degli attuali contratti GNL “take-or-pay”  con i fornitori russi continuano a rappresentare un ostacolo negli sforzi per vietare le importazioni da Mosca. Lo scorso febbraio, il Ministero dell’Energia austriaco lo ha riconosciuto, affermando che la continua dipendenza del Paese dal gas russo “costituisce un grave rischio economico e di sicurezza”.

Sebbene si sia cercato di stabilire un piano per ridurre questa dipendenza, le questioni relative all’impatto economico della decisione restano poco chiare. Allo stesso modo, durante una visita in Azerbaigian dello scorso 1° marzo, il commissario europeo per l’Energia, Kadri Simson, ha riconosciuto la continua necessità dell’Ue di lavorare per la diversificazione dal gas russo, sottolineando che nel 2023 l’Ue ha importato circa 43 miliardi di metri cubi di gas da Mosca.

Tuttavia, Simson ha aggiunto che l’attuazione delle sanzioni sul GNL russo “è stato un atto di democrazia”, ribadendo la pluralità delle politiche Ue: “per introdurre sanzioni nell’Unione europea, abbiamo bisogno dell’unanimità. Tutti devono sostenere queste proposte. Questo è il motivo per cui non abbiamo ancora delle sanzioni in vigore contro il gas russo. Le nostre sanzioni devono inviare sempre un messaggio chiaro a chi le merita, e devono danneggiare la loro economia, più che la nostra”. Per oggi, 11 aprile, è previsto che il Parlamento europeo voterà sul divieto del gas russo a livello nazionale.

DIVERSIFICARE LE FORNITURE

Le fonti hanno affermato che, in uno scenario in cui il GNL russo verso l’Europa venisse completamente eliminato, per maggiori importazioni il continente continuerebbe a rivolgersi a Stati Uniti e Qatar, oltre che ad altri mercati GNL emergenti.

In Francia, secondo alcune fonti Stati Uniti e Qatar resteranno i principali fornitori di GNL, mentre il Paese potrebbe aspettarsi un aumento delle esportazioni da altri mercati, come il Turkmenistan e gli hub emergenti del GNL in Africa.

Inoltre, Lewis ha osservato che, in caso di uno stop delle importazioni di GNL dalla Russia da parte della Spagna, i principali esportatori verso il Paese sarebbero gli Stati Uniti e l’Algeria, “poiché sono i due migliori luoghi per la consegna in Spagna in circostanze normali, quando il Canale di Suez ritornerà alla normalità”.

Secondo i dati di S&P Global, quest’anno le importazioni europee di GNL ammontano a 33,65 milioni di tonnellate (dato aggiornato al 9 aprile). Di questo totale, il 51% proviene dagli Stati Uniti, circa il 16% dalla Russia, il 10% dall’Algeria, l’8% dal Qatar e il 4% dalla Nigeria.

LE IMPORTAZIONI DEL GNL IN ITALIA

Nonostante la riduzione della domanda di gas, l’Italia, grazie ai due nuovi terminal GNL, fino al 2026 aumenterà la sua capacità di importazione di GNL del 62%. Secondo i dati dell’IEEFA, il nuovo terminal GNL di Piombino nel 2023 ha avuto un tasso di utilizzo di appena il 42%.

L’Italia nel 2022 è stato il quinto importatore di GNL in Europa: ha importato 9,3 miliardi di metri cubi nel 2021, 14 mmc nel 2022 e 16,3 mmc nel 2023. L’Italia, con 2,74 miliardi di euro, è poi il Paese europeo che lo scorso anno ha speso di più per le importazioni di GNL dal Qatar.

L’IEEFA ha inoltre stimato i costi di importazione del gas naturale liquefatto: per il GNL russo, l’Italia ha pagato 190 milioni di euro nel 2022 e 60 milioni di euro nel 2023; per il GNL dagli Stati Uniti ha pagato 3,76 miliardi di euro nel 2022 e 2,27 miliardi di euro nel 2023; infine, per il GNL proveniente dal Qatar il nostro Paese ha speso 5,62 miliardi di euro nel 2022 e 2,74 miliardi nel 2023.

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