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Il governo interverrà su saturazione cabine primarie e sblocco investimenti idro. Livello adeguatezza sistema elettrico in aumento

Lo ha detto il sottosegretario al Mase Claudio Barbaro rispondendo a una serie di interrogazioni in Commissione Attività produttive della Camera.

Sulla saturazione delle cabine primarie “il ministero sta valutando anche confrontandosi con Arera e i distributori le più opportune iniziative per garantire il pieno sviluppo delle Cer. In tal senso assumono rilevanza anche le misure di semplificazione correlate con l’investimento nel Pnrr per lo sviluppo delle infrastrutture di rete di recente introduzione. Tra queste si rammentano quelle contenute nel decreto legge 181/2023 che all’articolo 9” “introduce un quadro estremamente semplificato per la realizzazione di cabine primarie e per gli elettrodotti fino a 30 KWh e per le opere accessorie”. Lo ha detto il sottosegretario al ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica Claudio Barbaro rispondendo a un’interrogazione in Commissione Attività produttive della Camera.

LA QUESTIONE DELL’IDROELETTRICO

Il sottosegretario ha poi chiarito la questione dell’idroelettrico italiano ricordando che il Pniec recentemente trasmesso “tiene conto sia degli attuali scenari sia dell’evoluzione prevedibile a breve termine, anche sulla base delle misure di incentivazione adottabili”. E che la fonte idroelettrica “sconta senza dubbio il peso delle questioni legate alla procedura di infrazione risoltasi nel 2021 dopo un decennio e più in generale di quelle legate al mancato avvio delle procedure di gara per la riassegnazione delle concessioni”. Tuttavia, ha aggiunto “è ragionevole ipotizzare che un maggiore e significativo contributo della fonte idroelettrica sia un obiettivo realizzabile in uno scenario post 2030, scenario che va oltre l’orizzonte temporale del Pniec”, ha proseguito il sottosegretario. “Si rinnova quindi in considerazione della strategicità della fonte idroelettrica tanto per le esigenze di sicurezza energetica quanto per gli obiettivi di decarbonizzazione, l’intendimento di questo ministero a porre in essere ogni iniziativa utile a sbloccare gli investimenti in un settore che da solo è in grado di garantire quasi il 20% del fabbisogno elettrico nazionale”, ha ammesso Barbaro.

SISTEMA ELETTRICO NAZIONALE ADEGUATO, MARGINE DI RISERVA IN AUMENTO

Per quanto riguarda invece l’adeguatezza del sistema elettrico italiano, Barbaro ha affermato che “negli ultimi anni il livello di adeguatezza del sistema elettrico nazionale è mediamente aumentato. Segnatamente per il 2024 il margine di riserva è stimato da Terna superiore a 3 GW e nei prossimi anni tale margine è destinato ad accrescere ulteriormente in ragione del progressivo ingresso di capacità di generazione contrattualizzata nelle quali Terna si approvvigionata di complessivi 10 GW di nuova capacità programmabile nonché del progressivo aumento di capacità”, ha affermato il sottosegretario.

AREE IDONEE, RIPARTIZIONE IN LINEA CON REGOLE UE

“Per il 2030 si intende perseguire un obiettivo di copertura del 39,4% del consumo finale lordo da fonti rinnovabili” individuato “mediante un complesso modello di simulazione energetica, ambientale ed economica. Si è tenuto conto tra l’altro conto dei consumi, dell’andamento del Pil della capacità di interconnessione della rete elettrica nonché della potenza già installata e delle misure che sarà possibile mettere in atto”, ha detto l’esponente del Mase. “Sul dm aree idonee l’obiettivo è stato individuato a partire dal valore indicato dalla bozza di aggiornamento del Pniec e opportunamente incrementato per tenere conto delle flessibilità necessarie a garantire il raggiungimento degli obiettivi europei. Tale valore traduce in termini di potenza gli obiettivi espressi in termini di produzione ma resta soggetto alla variabilità connesso con la natura intermittente delle fonti rinnovabili e del mix di generazione a cui si perverrà”.

“La cosiddetta metodologia di burden sharing ha lo scopo di definire un criterio omogeno per ripartire l’obiettivo nazionale, il processo programmatorio rimane in ogni caso alle regioni. Segnatamente la metodologia di ripartizione reginale rimane basato sul presupposto di 80 GW” Resta ferma che il mix energetico rimane demandata alle regioni”, ha proseguito il sottosegretario.

“La ripartizione è stata attuata in linea” con il regolamento italiano “sulla governance dell’Unione dell’energia in considerazione del potenziale teorico di sviluppo 80% della domanda elettrica 10%, e della situazione economica del Pil 10% europeo”. “Per la ripartizione dell’obiettivo di potenza eolica offshore al 2030 è stato applicato invece il solo criterio del potenziale eolico di sviluppo” perché “l’applicazione degli altri criteri avrebbe portato a situazione paradossali”, ha concluso Barbaro

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