L’analisi dei problemi e le proposte formulate durante l’incontro “La filiera Italiana dell’Automotive tra transizione e competitività” di ANFIA – AlixPartners presso la CUOA Business School durante l’incontro promosso da Federmeccanica e ANFIA, con il patrocinio di Confindustria Veneto
Servono politiche industriali nel settore automotive che puntino sull’innovazione di prodotto non essendo certo sufficienti gli interventi a sostegno della domanda. Per questo l’Ue deve considerare il principio della neutralità tecnologica per raggiungere gli obiettivi di riduzione delle emissioni: l’elettrico è una delle opzioni ma non l’unica soluzione. Si possono sintetizzare così gli studi ANFIA – AlixPartners presentati oggi presso la CUOA Business School durante l’incontro promosso da Federmeccanica e ANFIA, con il patrocinio di Confindustria Veneto, su “La filiera Italiana dell’Automotive tra transizione e competitività”.
I PRESENTI ALL’EVENTO: LA POLITICA REGIONALE VENETA E LA CONFINDUSTRIA REGIONALE MA ANCHE ANFIA E ALIXPARTNERS E FEDERMECCANICA
Dopo i saluti di Roberto Ciambetti (Presidente del Consiglio Regionale del Veneto) e di Enrico Carraro (Presidente Confindustria Veneto) sono stati presentati due studi che hanno inquadrato rischi e opportunità del futuro del settore automotive in Italia in correlazione a quanto sta accadendo in particolare tra Europa e Cina, con il Green Deal e l’introduzione dei dazi aggiuntivi all’importazione delle auto elettriche dal Paese asiatico. Il primo, “Piano per la competitività del settore automotive italiano” è stato curato da ANFIA e AlixPartners e presentato da Dario Duse (Partner & Managing Director, EMEA co-leader Automotive and Industrial – AlixPartners) e Fabrizio Mercurio (Director Automotive and Industrial Goods Team – AlixPartners), mentre il secondo “L’automotive verso la sostenibilità ambientale” da Corrado La Forgia (Vicepresidente Federmeccanica – General Manager VHIT-WEIFU) e Luca Beltrametti (Università di Genova). Le valutazioni e le proposte emerse da queste analisi sono state lo spunto per la successiva tavola rotonda in cui si sono confrontati Roberto Vavassori (Presidente ANFIA – Chief Public Affairs Officer & Board Member Brembo), Federico Visentin (Presidente Federmeccanica – Presidente & CEO Mevis) e Marco Stella (Presidente Gruppo Componenti ANFIA – CEO DTS Group).
DUE OBIETTIVI PRINCIPALI NELLE ANALISI: I GAP COMPETITIVI ITALIANI E LE PROPOSTE DI RILANCIO E L’ANALISI SU FATTURATO E FORZA LAVORO
Le analisi si sono concentrate su due obiettivi principali. Il primo è stato analizzare ed identificare in maniera puntuale i gap di competitività tra il sistema produttivo automotive italiano e quello di altri Paesi europei come Francia, Germania, Spagna e Paesi dell’Est – in particolare sulle maggiori voci di costo per le imprese, ovvero energia, lavoro e logistica – per poi elaborare una serie di proposte di politica industriale che il Governo dovrà mettere in campo nel breve e nel medio e lungo periodo per cercare di colmare queste differenze, in modo che si creino le condizioni per arrivare a produrre in Italia, nel 2028-2030, almeno 1 milione di autoveicoli, coinvolgendo in misura crescente il sistema della componentistica italiana e mantenendo e sviluppando le competenze in ricerca e sviluppo sul territorio. Il secondo obiettivo è analizzare l’impatto sul fatturato e sulla forza lavoro della filiera della componentistica italiana della transizione ecologica e, nello specifico, degli obblighi regolamentari imposti dall’UE e orientati all’elettrificazione del settore dell’auto.
VISENTIN (FEDERMECCANICA): SERVONO POLITICHE INDUSTRIALI FOCALIZZATE SU OFFERTA E INNOVAZIONE DI PRODOTTO
“Abbiamo bisogno di politiche industriali che puntino soprattutto sull’offerta e sull’innovazione di prodotto più che sugli incentivi sulla domanda che devono rimanere soluzioni marginali – ha dichiarato Federico Visentin, Presidente Federmeccanica e Presidente & CEO Mevis – Ci auguriamo che la nuova Commissione Europea rifletta sulla necessità di introdurre il principio della neutralità tecnologica per raggiungere gli obiettivi di riduzione delle emissioni: l’elettrico deve essere una delle opzioni e non l’unica soluzione. Dobbiamo puntare alla crescita delle imprese per avere più grandi produttori e nel frattempo attrarre big player stranieri anche cinesi vincolandoli ad investire sulla filiera italiana. In quest’ottica, la politica di dazi è pericolosa in quanto innesca reazioni a catena non controllabili e non possiamo permetterci l’autarchia essendo la nostra una manifattura esportatrice ed un’industria di trasformazione per cui anche l’import è fondamentale”.
VAVASSORI (ANFIA): PUNTARE SU ENERGIA PULITA, COMPETITIVA. SNELLIRE I PROCESSI BUROCRATICI E AUTORIZZATIVI
“Il convegno di oggi consente di fare il cosiddetto ‘punto bussola’ nel tragitto verso la neutralità carbonica che il settore automotive, anche quello italiano, ha intrapreso con convinzione – ha commentato Roberto Vavassori, Presidente di ANFIA e Chief Public Affairs Officer & Board Member di Brembo – A partire dai due studi presentati, sia pure per sommi capi, visto il tempo a disposizione, si comprende come vi siano scenari complessi di fronte alle nostre aziende, che vanno affrontati in assenza di mappe dettagliate, ma in territori in gran parte inesplorati; mi riferisco al tema enorme della necessità di disporre di energia pulita nella quantità e tempistica richiesta dal sistema e a costi competitivi con il resto dei concorrenti, alla necessità imperativa di snellire molti processi burocratici autorizzativi a tutti i livelli, inclusi quelli regionali, alla opportunità di ripensare modelli organizzativi del lavoro che sappiano coniugare l’attrattività di talenti per il nostro settore con schemi retributivi incentivanti e che garantiscano la necessaria competitività e flessibilità per le nostre produzioni, al supporto legislativo nazionale ed europeo per garantire condizioni eque e paritetiche di competizione internazionale. E, per i nostri imprenditori, la necessità di abbracciare con lo sguardo creativo e propositivo il mondo intero della produzione di veicoli, che per una parte molto rilevante ha spostato il baricentro al di fuori dei confini consueti; oggi l’Europa deve andarci stretta, e la necessità di competere con attori industriali non più emergenti ma affermati rappresenta il nocciolo della sfida che le aziende del nostro settore devono affrontare e vincere”.
LO STUDIO DI LA FORGIA E BELTRAMETTI: IL PESO DEI PRODUTTORI CINESI A DISCAPITO DI QUELLI OCCIDENTALI
Lo studio di La Forgia e Beltrametti ha evidenziato una crescita clamorosa del peso dei produttori cinesi a discapito dei produttori occidentali. Questa tendenza si associa ai radicali cambiamenti tecnologici in atto, imposti anche dalle normative europee, che hanno permesso alla Cina di contendere la leadership tecnologica nella produzione di veicoli elettrici. Questo è avvenuto anche grazie alle intelligenti politiche di sostegno alla domanda di auto elettriche fatte dal governo cinese che hanno favorito una continua innovazione tecnologica innalzando il livello di performance dei veicoli e riducendone al contempo i costi di produzione. Ciò, associato alla disponibilità di materie prime, di enormi economie di scala e di competenze professionali, ha permesso un “sorpasso” rispetto ai leader tradizionali occidentali. Lo studio avanza anche alcune considerazioni e proposte nella prospettiva di una valorizzazione delle filiere italiane di fornitura all’interno delle catene globali del valore: collaborazioni con i nuovi players indicando nella creatività italiana la chiave per passare dal “Made in Italy” a “Invented and Made in Italy” a difesa della profittabilità delle imprese e anche dei salari; la necessaria crescita dimensionale delle imprese; l’adozione dei principi di neutralità tecnologica e di revisione di alcuni aspetti sostanziali delle politiche europee relative alla transizione green.
LA FORGIA: NECESSITÀ DI UNA REVISIONE PRAGMATICA DEI TARGETS EUROPEI FISSATI E APERTURA ALLA NEUTRALITÀ TECNOLOGICA INDISPENSABILI
“Il nostro studio – ha aggiunto Corrado La Forgia, Vicepresidente Federmeccanica e General Manager VHIT-WEIFU – si propone di dare un contributo di consapevolezza alla discussione in corso sulla transizione green in corso attraverso l’analisi strutturata e comparata delle strategie di sviluppo industriale in Europa e in Cina. Gli elementi emersi conducono alla necessità di una revisione pragmatica dei targets europei fissati e della via indicata per raggiungerli. Essenziale l’apertura alla neutralità tecnologica e la capacità di relazione con i leader tecnologici emergenti, con obiettivo strategico, in particolare per il nostro paese, di attrarre investimenti e insediamenti produttivi e di R&D importanti”.
STELLA (ANFIA): LO STUDIO RACCOGLIE I CONTRIBUTI DEL TAVOLO SVILUPPO AUTOMOTIVE
“Lo studio che abbiamo realizzato insieme ad AlixPartners – ha affermato Marco Stella, Presidente del Gruppo Componenti ANFIA – raccoglie i contributi dei partecipanti ai lavori del Tavolo Sviluppo Automotive gestito dal Ministero delle imprese e del Made in Italy e ora in fase conclusiva, ovvero ANFIA, Stellantis, i rappresentanti delle regioni in cui si trovano gli stabilimenti del Gruppo e le parti sociali. Il lavoro traccia i possibili impatti della transizione energetica sulla filiera a livello regionale, analizza i gap di competitività delle imprese italiane rispetto ai principali competitor e, infine, identifica quattro aree di intervento – produzione locale, competitività produttiva (OEM e fornitori), attrazione di investimenti e tecnologia, riconversione e sviluppo occupazionale – e una ventina di misure di sostegno proposte per guidare e supportare l’evoluzione della filiera produttiva, che puntano principalmente ad incoraggiare l’incremento dei volumi della produzione locale di autoveicoli e a potenziare la competitività della nostra componentistica rispetto ai competitor. In questo momento così sfidante, tra gli elementi di difficoltà da evidenziare ci sono anche le scelte di gestione e di relazione con la filiera di alcuni Costruttori, come Stellantis, che prevedono di dare sempre maggior spazio alle low cost countries, mettendo sul tavolo un confronto impari delle condizioni di fornitura rispetto alla supply chain europea e italiana”.
LE RAGIONI DELLE DIFFICOLTA’ DELL’AUTOMOTIVE CONTINENTALE
Più nel dettaglio, lo studio avverte che “gli obiettivi ‘zero emissioni’ fissati dall’Europa e la contestuale individuazione dell’elettrico come unica via possibile per il loro raggiungimento hanno, nei fatti, messo in condizioni di difficoltà il settore automotive continentale: i tempi proposti non sono compatibili con la disponibilità di infrastrutture, di sufficiente energia da fonti rinnovabili, di materie prime (saldamente nelle mani della Cina), di risorse economiche”.
In particolare, nel caso dell’Italia, ad esempio, “seppur in crescita, la disponibilità di energia da fonti FER è ancora sotto il 50%” mentre la rete di ricarica “conta circa 50000 punti: considerando un rapporto di 1 stazione di ricarica per ogni 10 veicoli dovremmo decuplicare le installazioni per far fronte agli obiettivi di 6 milioni di veicoli previsti dal PNIEC”.
Essendo inoltre il motore elettrico, pur nella sua complessità, “più semplice” rispetto a un motore endotermico, “la sua scelta ha, rimosso la barriera tecnologica che ha consentito, per molti anni, la leadership occidentale in materia”, ha evidenziato l’analisi di La Forgia e Beltrametti. “Le politiche industriali di sviluppo tecnologico in Cina risultano più focalizzate rispetto a quelle europee: partendo dalle 10 città più popolose si sono concentrate le infrastrutture e si è costruito un sistema premiante che incentivasse maggiormente chi innovava di più. In questo modo il livello di evoluzione tecnologica raggiunto contende la leadership alle case automobilistiche europee”.
IN 25 ANNI DRASTICAMENTE RIDIMENSIONATO IL RUOLO DEI PRODUTTORI EUROPEI E AMERICANI
Nell’arco temporale degli ultimi 25 anni “è ben evidente un rallentamento di tutte le produzioni occidentali a svantaggio di quelle cinesi” in particolare “in un quarto di secolo, a fronte di una crescita della produzione mondiale di circa 30 milioni di auto passeggeri (+81%), il ruolo dei produttori europei e americani si è drasticamente ridimensionato”.
Con riferimento al dinamico mercato cinese i maggiori player internazionali come VW e Toyota “sono ancora nella posizione di leadership se si considera anche la propulsione endotermica. Se invece ci concentriamo sulla sola produzione di veicoli elettrici il quadro cambia radicalmente: la classifica, in questo caso, premia solo produttori locali e BYD, riconosciuto leader di mercato insieme a Tesla, fa la parte del leone”, avverte ancora lo studio.
LE PROPOSTE DI RILANCIO: RIVALUTARE GLI OBIETTIVI, NEUTRALITA’ TECNOLOGICA, PIÙ PUBLIC PROCUREMENT E DEFINIZIONE DI VEICOLO ELETTRICO MERITEVOLE DI INCENTIVI TECNICAMENTE PIÙ DETTAGLIATA
Che fornisce delle proposte di rilancio nella prospettiva europea: “Rivalutazione pragmatica e consapevole degli obiettivi, tempi e soluzioni da adottare per supportare la trasformazione green che NON mettiamo in discussione. Non è il “se” ma “il come e il quando”; Adozione di una effettiva neutralità tecnologica che consentirebbe raggiungimenti di obiettivi importanti eliminando l’imbuto tecnologico in cui ci si ritrova oggi; La neutralità tecnologica, con le sue possibili soluzioni (motorizzazioni a idrogeno, fuel cell a idrogeno, bio-combustibili, combustibili sintetici) avrebbero il vantaggio di allargare il ventaglio delle soluzioni tecnologiche dando possibilità ai produttori europei e ai loro fornitori di diversificare l’offerta di prodotti anche conquistando posizioni di leadership globale; Più public procurement; Infine, oggi vi sono vincoli normativi in termini di densità di emissioni allo scarico e non di emissioni assolute: ciò ha determinato una distorsione della produzione europea verso auto pesanti, veloci e costose”.
Secondo lo studio di La Forgia e Beltrametti, dunque, “l’asticella tecnologica deve essere alzata progressivamente (definizione di veicolo elettrico meritevole di incentivi tecnicamente più dettagliata e modificata nel tempo) così come accadde per Euro 1, Euro 2… Euro 6”. Mentre nella prospettiva italiana, le proposte indicano interventi sulle pmi, settore nel quale il nostro paese “deve
necessariamente trovare la sua collocazione nelle nuove catene globali del valore: i costruttori francesi e tedeschi non bastano più. Il tema è reso ancor più critico dall’assenza, di grandi ‘rimorchiatori tecnologici’ autoctoni”.
PASSARE DAL “MADE IN ITALY” A “INVENTED AND MADE IN ITALY”
Puntando sulla creatività come tratto distintivo nazionale, inoltre, “gli incentivi pubblici dovrebbero mirare alla R&D per favorire il passaggio da “Made in Italy” a “Invented and Made in Italy” per scongiurare il pericolo di essere relegati al ruolo di “produttori di pezzi” in competizione con paesi low cost ma non più low quality”.
È AUSPICABILE CHE LA QUESTIONE DEI DAZI TROVI I GIUSTI COMPROMESSI E SIA GESTITA CON EQUILIBRIO
Per poter interagire con i grand players internazionali “bisogna prima risolvere il tema della crescita dimensionale d’impresa e quello della governance manageriale. L’attrazione di investimenti cinesi in Italia deve anche essere vista come un obiettivo strategico, visto che molti paesi europei si stanno muovendo in questo senso. Giappone e Corea negli anni scorsi hanno dimostrato che è non possibile solo produrre oltre oceano e spedire i veicoli via nave in Europa. Una politica “local per local” che preveda insediamenti produttivi sui mercati di riferimento è fondamentale. Va quindi colta l’opportunità”, ammonisce lo studio. Che conclude: “Occorre perseguire uno spirito di collaborazione e non di scontro ideologico. Pur nel rispetto dei valori economici, finanziari, sociali, etici, riteniamo fondamentale instaurare una relazione di confronto e di collaborazione con chi ha oggi la leadership tecnologica dei veicoli elettrici. Lo scontro frontale porterebbe, come in tutte le guerre, a risultati imprevedibili e potenzialmente molto negativi per entrambe le parti. È auspicabile che la questione dei dazi trovi i giusti compromessi e sia gestita con equilibrio”.
03. Slide_studio_ANFIA-AlixPartners_DEF
02. Sintesi Studio_Corrado La Forgia_Luca Beltrametti