A gennaio inizieranno i lavori del tavolo sul futuro dell’automotive Ue. Il gas russo potrebbe passare ancora in Ucraina. La Commissione Ecomafie indaga su termovalorizzatore Roma. La rassegna Energia
A gennaio partiranno i lavori del tavolo Ue che contribuirà a determinare il futuro dell’industria automotive. Lo ha annunciato ieri Ursula von der Leyen, assicurando un «supporto all’industria nella profonda e rivoluzionaria transizione che ha di fronte». Il tema più urgente da affrontare sono le sanzioni per i costruttori che sforano il tetto alle quote medie di C02 emessa dalle auto vendute in Europa. Il gas russo potrebbe non avere i giorni contati. Infatti, restano aperti diversi scenari a meno di due settimane dalla scadenza del contratto di Gazprom per i transiti in Ucraina, sottolinea Il Sole 24 Ore. Il primo indizio è l’apertura di ieri di Zelensky al passaggio di gas russo nel Paese. Il secondo è lo scudo per l’Ungheria dalle sanzioni Usa contro Gazprombank, che potrà essere pagato con i canali consueti. La commissione bicamerale Ecomafie sta indagando sul termovalorizzatore in costruzione a Santa Palomba (Roma) per individuare eventuali criticità e benefici in termini di chiusura del ciclo dei rifiuti. Intanto la Lega chiede di valutare se siano necessari i poteri speciali per anticipare l’entrata in funzione, prevista per il 2027. La rassegna Energia.
AUTO, A GENNAIO PARTONO I LAVORI DEL TAVOLO UE
“In mezzo alla tempesta perfetta che sta colpendo il settore dell’auto europeo – tra vendite in calo, transizione incompiuta all’elettrico, concorrenza cinese e dolorose ristrutturazioni – la nuova Commissione prova a battere un colpo. Ieri l’esecutivo di Bruxelles ha annunciato che a gennaio partirà il Dialogo strategico sul futuro dell’industria automotive, iniziativa annunciata da Ursula von der Leyen lo scorso novembre che metterà attorno allo stesso tavolo aziende e sindacati per elaborare delle raccomandazioni in grado di rilanciare la competitività del settore, di incentivarlo e di adattare alla realtà degli obiettivi di transizione verde che in questo momento appaiono a molti come irrealizzabili. Lanciando l’iniziativa Von der Leyen ha assicurato un «supporto all’industria nella profonda e rivoluzionaria transizione che ha di fronte», per «assicurarci che il futuro dell’auto resti fermamente radicato in Europa»”, si legge su La Repubblica.
Di certo va affrontato un primo tema urgente, cioè le multe che scatteranno dal prossimo anno sui produttori che sforeranno il tetto alle quote medie di C02 emessa dalle auto vendute in Europa, sanzioni che la loro associazione Acea stima in oltre 15 miliardi di euro (anche se con un calcolo basato sui dati di vendita della prima metà del 2024, che non tiene conto dell’ulteriore evoluzione del mercato e dei possibili adattamenti delle case). Ieri, a margine del Consiglio europeo dedicato a migranti e Ucraina, il cancelliere tedesco uscente Olaf Scholz ha detto che «non ha senso gravarli ora con ulteriori multe» e che «la Commissione dovrebbe trovare un modo affinché non incidano sulla liquidità di chi deve investire », aggiungendo che questo «deve essere deciso presto, adesso». La richiesta di cancellare o almeno sospendere le sanzioni è condivisa dal Partito popolare, il maggiore dell’Europarlamento, e da vari governi tra cui quello italiano, (…) il francese Séjourné, si è impegnato a trovare una soluzione, anche se all’interno della Commissione non sono poche le voci, dalla vice presidente Ribera, responsabile per il Green Deal, al commissario per l’Energia Hoekstra, contrarie a rivedere gli obiettivi”, continua il giornale.
“Nel frattempo i dati sulle vendite di auto in Europa a novembre hanno mostrato un calo del 1,9% rispetto allo stesso mese dello scorso anno (1 milioni e 55 mila auto). Considerando il complesso dei primi undici mesi dell’anno il confronto con il 2023 resta di poco positivo (+0,6%) e sempre lontanissimo dai livelli pre-Covid. Francia e Italia sono i mercati dove il calo è più significativo, oltre il 10%, la Spagna l’unico in positivo. Scendono in maniera decisa le vendite di auto elettriche (-9,5%) con il nostro Paese sempre ultimo tra i maggiori”, continua il giornale.
ENERGIA, SCENARI ANCORA APERTI PER FORNITURE RUSSE GAS
“Il gas russo ha i giorni contati? Forse. Ma non è detto. A meno di due settimane dalla fine dell’anno, quando scadrà il contratto di Gazprom per i transiti in Ucraina, e alla vigilia della scadenza mensile per il pagamento delle forniture – che per molti clienti della società è il giorno 20–, gli scenari restano aperti. E nella sola ornata di ieri si registrano due (relativi) colpi di scena. Il primo è la nuova posizione del presidente ucraino Volodymyr Zelensky: Kiev potrebbe anche permettere al gas russo di continuare ad attraversare il Paese, purché il corrispettivo non sia versato a Mosca «fino alla fine della guerra». «È una possibilità, possiamo pensarci», ha detto Zelensky da Bruxelles, pur ribadendo che il contratto di transito non sarà rinnovato. La seconda novità è lo scudo che l’Ungheria avrebbe ottenuto dalle sanzioni Usa contro Gazprombank: grazie a un’esenzione, anche questo mese potrà pagare il gas russo dai canali consueti”, si legge su Il Sole 24 Ore.
“(…) Il mercato non ha tirato un respiro di sollievo. Le quotazioni del gas – molto volatili in questi giorni – sono anzi salite di oltre il 5%, superando 43 euro/MWh al Ttf. Forse hanno pesato le parole di Vladimir Putin, che potrebbero essere state interpretate come una rinuncia a proseguire le forniture all’Europa”, continua il giornale.
“Alla Borsa di Mosca il titolo della società è sceso a 106 rubli, sui minimi dal 2009. Altro segnale di scarsa fiducia sulla possibilità di salvare le esportazioni residue nel redditizio mercato europeo. Dall’Ucraina oggi passano circa 15 miliardi di metri cubi di gas russo all’anno, che in parte raggiungono anche l’Italia: forniture che Gazprom – a causa di limiti infrastrutturali – non riuscirebbe a recuperare interamente aumentando i flussi sull’unica altra rotta che le rimane, quella via Turchia. (…) Bruxelles per ora fa orecchie da mercante. «La Commissione – ha ribadito un portavoce – non appoggia alcuna discussione su estensioni di contratti o altre soluzioni per mantenere i flussi in transito». La fiducia si sta assottigliando. La Moldova – e anche la Transnistria, enclave a controllo russo – hanno dichiarato lo stato d’emergenza dopo aver constatato che Gazprom non ha prenotato capacità di trasporto extra per gennaio nella Trans-Balkan Pipeline (Tbp), oggi utilizzata come diramazione del TurkStream per distribuire gas russo nei Balcani via Turchia e Bulgaria. Anche GTSOU , il gestore della rete ucraina, non ha offerto capacità supplementare a gennaio (…) La capacità, su tutti i gasdotti, si può comunque prenotare anche su base giornaliera anziché mensile. E dietro le quinte si sta ancora lavorando per trovare una scappatoia, che al di là delle apparenze potrebbe non essere impossibile. Soprattutto se Ankara si presterà a “mascherare” il gas russo, miscelando molecole di origini diverse”, continua il giornale.
ENERGIA, COMMISSIONE ECOMAFIE INDAGA SU TERMOVALORIZZATORE ROMA
“La commissione bicamerale Ecomafie apre un’inchiesta sul termovalorizzatore di Santa Palomba. Un focus specifico sull’impianto che ancora deve essere costruito, a cui si aggiunge un’analisi di tutti gli altri termovalorizzatori. «Abbiamo deciso di approfondire, in una commissione di inchiesta ad hoc, le evidenze critiche e virtuose degli impianti di termovalorizzazione presenti in Italia e in Europa con un focus sull’impianto in via di realizzazione a Santa Palomba e ulteriori approfondimenti con finalità di confronto sugli impianti di Bolzano, Acerra e Amsterdam » , ha spiegato ieri il presidente della commissione Jacopo Morrone (Lega). (…) la carenza di impianti per chiudere il ciclo dei rifiuti a Roma ha portato ad ingenti spese per trovare sbocchi in giro per l’Italia e all’estero”, si legge sull’edizione di Roma de La Repubblica.
“Si parla anche del termovalorizzatore, riproponendo le sentenze che hanno confermato la bontà della realizzazione dell’impianto, proprio per garantire la chiusura del ciclo dei rifiuti. Ma per il presidente leghista c’è un ma: il termovalorizzatore entrerà in funzione nel 2027 dunque due anni dopo l’inizio del Giubileo. Per Morrone bisogna quindi ragionare e valutare « se i poteri speciali sono necessari » (…) Il Consiglio di Stato ( confermando la sentenza del Tar), si è espresso dando ragione al Comune, difendendo la scelta governativa di dare poteri straordinario a un commissario. Bisognerà vedere se, più delle sentenze, potrà la pressione politica sulla premier Meloni da parte dei parlamentari di maggioranza”, continua il giornale.