Il boom delle rinnovabili ostacola la transizione green dell’Ue. Gli investimenti si fermano e i prezzi sono volatili. Chi ci guadagna davvero?
Il crollo dei prezzi dell’energia da rinnovabili ostacola la transizione green dell’Ue, mentre i trader si arricchiscono sempre più. Infatti, la rapida crescita di eolico e solare negli ultimi anni ha provocato un eccesso di approvvigionamento di energia elettrica in Europa. Una situazione destabilizza i mercati energetici europei e potrebbe provocare uno shock dei prezzi. C’è già chi ne approfitta e a farne le spese sono gli investimenti in impianti.
RINNOVABILI, ECCO PERCHE’ I PREZZI CROLLANO
Nel 2024 i prezzi dell’energia in tutta Europa sono scesi sotto lo zero per un numero record di ore: 7.841. Le cause sono da ricercarsi nel boom di grandi impianti eolici e solari degli ultimi anni, che generando molta più energia nelle ore di punta, hanno contribuito a far scendere sotto 0 il prezzo della quantità in eccesso. Il record è stato -20 euro per megawatt ora, secondo ICIS.
La volatilità dei prezzi dell’energia ha portato alla nascita di un’industria artigianale basata sul commercio della volatilità dei prezzi delle energie rinnovabili, sempre più ricca. Le imprese danesi, ad esempio, utilizzano computer che gestiscono operazioni basate su algoritmi complessi per acquistare e vendere grandi volumi di contratti energetici basati sulle previsioni meteorologiche, che influiscono sul consumo di elettricità e sulla produzione di energia rinnovabile.
La buona notizia è che questi scambi potrebbero contribuire a snellire i mercati del l’energia e ad equilibrare meglio l’offerta e la domanda, rendendo di nuovo attraenti gli investimenti nel settore eolico offshore, secondo OilPrice.
GLI INVESTIMENTI IN EOLICO OFFSHORE SI FERMANO
L’eccesso di offerta di energia green degli anni sta provocando una diminuzione degli investimenti nell’eolico offshore. Una situazione che si somma ai problemi della catena di fornitura e l’aumento dei costi operativi, che hanno bloccato diversi progetti di eolico offshore. Infatti, dopo la pandemia da Covid-19 i costi dei progetti negli Usa sono aumentati del 57%, disincentivando gli investitori.
Basti pensare che le ultime aste per offshore in Danimarca e Uk sono andate completamente deserte. Un indizio del fatto che il mercato del l’energia eolica è praticamente saturo in Danimarca e in altri Paesi europei. Infatti, l’anno scorso, la Danimarca ha generato il 58% della sua elettricità da energia eolica offshore.
“L’espansione di migliaia di turbine eoliche negli ultimi due decenni sta scoraggiando gli investitori a sviluppare energie rinnovabili nel paese poiché i prezzi dell’energia offrono un basso ritorno. Inoltre, sono in aumento i dubbi su quale sarà la domanda futura, dato che un certo numero di mega-progetti industriali verdi e a forte consumo energetico nel nord del l’Europa subiranno ritardi o stop,” si legge su gCaptain.
Al tempo stesso, si registra un aumento della ricerca di soluzioni di stoccaggio dell’energia a lungo termine su scala commerciale, fondamentali per raggiungere una rete elettrica al 100% rinnovabile. Ma la tecnologia non è ancora del tutto disponibile. Per ora, “non possiamo avere un sistema elettrico che si basa esclusivamente su vento e solare. Ci sono forti limiti tecnici ed economici su quanto possiamo integrarli nella rete” ha detto Brian Vad Mathiesen, professore presso l’Università di Aalborg in Danimarca, a gCaptain.