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Perché per le banche lasciare le alleanze sul clima è un errore

La serie di dimissioni dalla NZBA è iniziata con le principali banche statunitensi – Bank of America, Citigroup, Goldman Sachs, JPMorgan Chase, Morgan Stanley e Wells Fargo – e si è estesa poi alle principali banche canadesi

La Net Zero Banking Alliance (NZBA) è un’iniziativa sostenuta dalle Nazioni Unite, fondata nel 2021 in vista del vertice sul clima COP26, che riunisce le banche globali impegnate ad allineare i propri portafogli di prestiti e investimenti alle zero emissioni nette entro il 2050. La NZBA fornisce un quadro per la definizione di obiettivi credibili e scientificamente fondati e richiede alle banche di rendere pubbliche le azioni pianificate, le tempistiche previste e i progressi compiuti verso il raggiungimento di tali obiettivi.

NASCITA, CRESCITA E DECLINO DELLA NET ZERO BANKING ALLIANCE

Ad ottobre 2024 l’alleanza comprendeva 144 banche in 44 Paesi, con un patrimonio complessivo di 74.000 miliardi di dollari, pari al 41% del patrimonio bancario globale. Ciò ha rappresentato un aumento significativo rispetto al lancio dell’iniziativa, con 43 membri in 23 Paesi che detenevano collettivamente 29.000 miliardi di dollari di patrimonio. Le banche europee costituiscono una parte sostanziale dei membri, rappresentando quasi la metà del patrimonio totale, mentre il Nord America e l’Asia-Pacifico rappresentano rispettivamente il 28% e il 21%.

A partire dal 2024, le principali banche hanno iniziato a uscire dalla NZBA, contribuendo a gettare un’ombra sugli impegni internazionali in materia di clima. La serie di dimissioni è iniziata con le principali banche statunitensi – Bank of America, Citigroup, Goldman Sachs, JPMorgan Chase, Morgan Stanley e Wells Fargo – e si è estesa poi alle principali banche canadesi. Anche un importante istituto di credito australiano, Macquarie, si è ritirato, così come nelle ultime settimane hanno fatto 5 banche giapponesi. Le banche che hanno lasciato l’alleanza rappresentavano quasi il 39% del totale delle attività.

UNA PERDITA DI FIDUCIA, INFLUENZA E TRASPARENZA PER LE BANCHE

L’uscita di diverse importanti banche americane dalla NZBA – scrive lo IEEFA – sembra riflettere dinamiche politiche e legali in evoluzione, tra cui un maggiore controllo delle politiche ambientali, sociali e di governance (ESG). Alcune banche hanno citato il rischio legale come fattore determinante nelle loro decisioni. Pur mantenendo invariati i loro obiettivi climatici, le uscite dalle alleanze climatiche hanno sollevato dei dubbi sulla coerenza e la credibilità di questi impegni.

La NZBA e la Net Zero Asset Managers Initiative (NZAM) sono state concepite per responsabilizzare le istituzioni finanziarie sui loro impegni climatici, promuovendo al contempo la transizione energetica e gli sforzi globali di decarbonizzazione. Il ritiro di queste influenti banche aumenta il rischio che altre istituzioni perdano di priorità nei loro obiettivi climatici. Essendo degli attori chiave dell’economia globale, le azioni di queste istituzioni finanziarie hanno un peso significativo.

IL RAPPORTO TRA BANCHE, INDUSTRIE E ALLEANZE PER IL CLIMA

Le banche che escono dalle alleanze potrebbero essersi impegnate solo superficialmente per raggiungere gli obiettivi climatici. Tuttavia, le alleanze acquisiscono importanza e influenza grazie alle dimensioni, e il ritiro di alcune delle più grandi istituzioni finanziarie mondiali può ridurre la loro capacità di esercitare pressione sulle industrie ad alta intensità di carbonio per la transizione.

Una ridotta influenza nella promozione di pratiche sostenibili e un maggiore sostegno finanziario ai settori dei combustibili fossili possono ritardare significativamente la transizione energetica.

GLI IMPEGNI CLIMATICI PUBBLICIZZATI E LA FIDUCIA NEL SETTORE FINANZIARIO

L’uscita dalle alleanze climatiche probabilmente danneggerà la fiducia del pubblico in queste istituzioni finanziarie, poiché molte di esse hanno già pubblicizzato i propri impegni climatici. La fiducia nel settore finanziario nelle economie avanzate è diminuita dopo la crisi dei mutui subprime del 2008-2009. Secondo alcuni recenti sondaggi, la percezione pubblica delle banche statunitensi nel 2024 stava finalmente tornando ai livelli pre-crisi. Molti clienti bancari affermano di avere a cuore il clima, al punto da scegliere i fornitori di servizi finanziari in base alla loro sostenibilità.

La perdita di trasparenza e standardizzazione derivante dalla ridotta partecipazione può rappresentare un ulteriore svantaggio autoimposto dal settore finanziario. Alleanze come la NZBA stabiliscono quadri per la rendicontazione e la misurazione delle emissioni finanziate, promuovendo la trasparenza e la comparabilità tra le istituzioni.

Le differenze possono portare a una divergenza nelle pratiche di rendicontazione, rendendo più difficile monitorare i progressi e responsabilizzare le banche . I dati e le informative climatiche standardizzate avvantaggiano aziende, finanziatori, investitori e responsabili politici nel valutare il contributo del settore finanziario agli obiettivi climatici e nel prendere decisioni informate.

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