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Il rischio blackout è basso, ma il Governo convoca il CISR. Chiaroni (PoliMi): “Abbiamo punti deboli”

L’Italia è meno a rischio blackout rispetto alla Spagna, ma il Governo corre ai ripari e convoca il CISR. “Abbiamo qualche punto debole”, spiega Davide Chiaroni, cofondatore di Energy&Strategy group Politecnico di Milano, a La Stampa

L’Italia è meno a rischio blackout rispetto alla Spagna, ma non possiamo dormire tra quattro cuscini. “Come tutte le reti, ovviamente, anche noi abbiamo qualche punto debole”, dice Davide Chiaroni, cofondatore di Energy&Strategy group Politecnico di Milano, in un’intervista rilasciata a La Stampa, sottolineando che “una rete sicura in assoluto non esiste”. Il Governo, però, è corso ai ripari convocando una riunione tecnica del Comitato interministeriale per la sicurezza della Repubblica per verificare l’efficacia degli attuali protocolli operativi. Qual è il tallone d’Achille della rete elettrica italiana? Quali sono, invece, i punti di forza?

IL RISCHIO BLACKOUT E’ BASSO MA GOVERNO CORRE AI RIPARI

La rete italiana è tra le più moderne e virtuose d’Europa, quindi il rischio blackout è basso. Tuttavia, il nostro governo ha convocato per i prossimi giorni una riunione tecnica del Comitato interministeriale per la sicurezza della Repubblica. L’obiettivo dell’incontro sarà, in particolare, “verificare l’efficacia dei protocolli operativi già in essere e per aggiornare le misure da attivare in caso di emergenze analoghe a quelle recentemente affrontate da altri Paesi”, stando a quanto scrive La Stampa.

I PUNTI DI FORZA DELLA RETE ITALIANA

La rete elettrica italiana è tra le più moderne e virtuose d’Europa. Terna gestisce un’infrastruttura composta da 75 mila chilometri di linee ad alta tensione, 910 stazioni elettriche e 30 interconnessioni con l’estero. I punti di forza principali della rete nazionale, rispetto a quella spagnola, sono tre secondo Chiaroni: minore quota di rinnovabili, maggiore interconnessione con l’estero e migliore equilibrio tra generazione e stoccaggio.

“Abbiamo almeno tre caratteristiche che rendono il nostro sistema certamente più sicuro. La nostra rete è maggiormente interconnessa con l’estero, visto che abbiamo collegamenti con Francia, Svizzera e i Balcani; mentre la Spagna ha un solo collegamento con la Francia. Poi, in virtù delle scelte fatte nel tempo, abbiamo un equilibrio migliore tra la componente di generazione e quella di stoccaggio, per cui da noi è più difficile che un brusco calo della generazione crei poi un problema alla rete. Mentre la Spagna ha una quota di produzione di questo tipo che ormai sta stabilmente sopra il 60-70% e in certi giorni arriva a coprire anche il 100%, noi stiamo tra il 40 ed il 50%. (…) abbiamo una struttura della produzione molto più distribuita e anche per come è segmentata la rete, un blackout delle dimensioni di quello spagnolo su scala nazionale è abbastanza improbabile»”, dice il cofondatore di Energy&Strategy group Politecnico di Milano a La Stampa.

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