Da oggi entra in vigore un’area marina protetta nel Mediterraneo in cui sono in vigore dei controlli più rigorosi per ridurre al minimo l’inquinamento atmosferico causato dalle navi
L’acqua e l’aria del Mar Mediterraneo saranno più pulite. Da oggi, 1° maggio 2025, entra infatti in vigore l’Area di Controllo delle Emissioni di ossidi di zolfo nel Mediterraneo, che diventerà la quinta Area di Controllo delle Emissioni (ECA) di ossidi di zolfo al mondo.
Si tratta di aree marine protette in cui sono in vigore controlli più rigorosi per ridurre al minimo l’inquinamento atmosferico causato dalle navi. Nel Mar Mediterraneo, ciò significa che le navi dovranno utilizzare combustibile per uso marittimo con un contenuto di zolfo inferiore, ridotto dallo 0,5% (requisito globale) a un massimo dello 0,1%.
L’INQUINAMENTO DOVUTO ALLE EMISSIONI DI ZOLFO
Le emissioni di ossidi di zolfo causano l’acidificazione del mare e della terraferma e contribuiscono alla formazione di polveri sottili, collegate a patologie respiratorie e cardiovascolari. La riduzione di queste emissioni migliorerà la qualità dell’aria e dell’acqua, con conseguenti benefici per la salute umana e ambientale.
Le emissioni di ossido di zolfo nell’Unione europea sono diminuite di circa il 70% dal 2014, principalmente grazie all’istituzione di una zona di controllo delle emissioni nell’Europa settentrionale, come riportato nel Rapporto Ambientale sul Trasporto Marittimo Europeo 2025 e nel Rapporto di Monitoraggio e Prospettive sull’Inquinamento Zero 2025.
L’AREA DI CONTROLLO DELLE EMISSIONI DI OSSIDI DI ZOLFO NEL MEDITERRANEO
Si prevede che la nuova zona di controllo delle emissioni nel Mediterraneo porterà ad ulteriori riduzioni. Tuttavia, nello stesso periodo, le emissioni di ossido di azoto (NOx) nell’Ue sono aumentate del 10% dal 2015 al 2023, con un aumento dell’8% specificamente nel Mediterraneo. Per affrontare questo problema, la Commissione europea e gli Stati del Mediterraneo stanno valutando le misure più efficaci per ridurre queste emissioni.
LE STRATEGIE PER PROTEGGERE IL MAR MEDITERRANEO
L’accordo per proteggere ulteriormente l’ambiente marino del Mediterraneo, istituendo una Zona di Controllo delle Emissioni del Mediterraneo, è stato raggiunto dall’Unione europea e dai Paesi del Mediterraneo nell’ambito della Convenzione di Barcellona delle Nazioni Unite nel 2021. L’Organizzazione Marittima Internazionale (IMO) ha accolto la richiesta di designazione nel 2022. Ad aprile l’IMO ha inoltre approvato la creazione di una Zona di Controllo delle Emissioni dell’Atlantico Nord-orientale per ridurre gli ossidi di zolfo e di azoto, la cui adozione è prevista entro la fine dell’anno e che entrerà in vigore nel 2027. Comprenderà gli Stati costieri dell’Unione europea, la Groenlandia, le Isole Faroe, l’Islanda e il Regno Unito.
ROSWALL (UE): “PRESERVARE LA REGIONE MARINA È FONDAMENTALE PER LA RESILIENZA IDRICA”
Intervenendo sulla questione, la commissaria europea per l’Ambiente, la Resilienza Idrica e un’Economia Circolare Competitiva, Jessika Roswall, ha affermato che “l’Unione europea e i suoi vicini del Mediterraneo hanno istituito congiuntamente un’Area di Controllo delle Emissioni per contrastare l’inquinamento causato dalle navi alla fonte. Si tratta di un passo importante per rendere le nostre industrie marittime più pulite, competitive e a prova di futuro. Preservare questa regione marina è fondamentale per la resilienza idrica, la riduzione dell’inquinamento e la tutela della salute delle comunità costiere e dell’ambiente circostante”.
LE MINACCE AL MAR MEDITERRANEO: INQUINAMENTO, RIFIUTI MARINI E PESCA ECCESSIVA
Il Mar Mediterraneo è sottoposto a diverse minacce, tra cui l’inquinamento, i rifiuti marini, la pesca eccessiva, l’inquinamento acustico sottomarino, le specie invasive e la perturbazione dei fondali marini. L’istituzione dell’Area di Controllo delle Emissioni del Mediterraneo aiuterà i Paesi Ue a stimolare una competitività pulita, accelerando al contempo il rispetto degli obiettivi climatici e ambientali. Un mare pulito, sano e produttivo è essenziale per un’economia blu sostenibile e per conformarsi ai requisiti normativi europei.
L’IMPATTO DEL TRASPORTO MARITTIMO SULLA QUALITÀ DELL’ARIA
Il trasporto marittimo ha un impatto significativo sulla qualità dell’aria, con i gas di scarico delle navi, in particolare gli ossidi di zolfo derivanti dalla combustione di olio combustibile, tra i principali inquinanti. Queste emissioni influiscono negativamente sulla salute respiratoria e aumentano l’acidificazione del mare. Bruciando carburante a basso contenuto di zolfo, i motori delle navi emettono meno ossidi di zolfo.
Mentre il limite globale di zolfo per il carburante per uso marittimo è stato fissato allo 0,5% dal 2020, le Zone di Controllo delle Emissioni (ZEE) impongono un limite più restrittivo dello 0,1%. A titolo di confronto, il contenuto di zolfo nel carburante per autocarri o autovetture è limitato allo 0,001%.
La Direttiva sullo zolfo (2012) ha svolto un ruolo chiave nella riduzione delle emissioni di ossidi di zolfo, stabilendo limiti per il tenore di zolfo nei carburanti nella normativa Ue.
LE ZONE DI CONTROLLO DELLE EMISSIONI
Dall’inizio degli anni 2000 sono state istituite delle Zone di Controllo delle Emissioni (ZEE) in regioni ecologicamente sensibili, come il Baltico e il Mare del Nord. Entro il 2014 le concentrazioni di ossido di zolfo intorno alle zone di controllo delle emissioni erano diminuite significativamente, a beneficio della salute costiera senza un impatto economico significativo sul settore del trasporto marittimo.
Il successo dell’iniziativa dell’Unione europea nel Baltico e nel Mare del Nord è destinato ad essere replicato con la zona di controllo delle emissioni del Mediterraneo e con quella di prossima istituzione nell’Atlantico nord-orientale.
Le ECA contribuiscono all’attuazione del diritto dell’Ue, in particolare della Direttiva sullo zolfo e della Direttiva quadro sulla strategia per l’ambiente marino.
LA DIRETTIVA QUADRO SULLA STRATEGIA PER L’AMBIENTE MARINO
Quest’ultima è lo strumento chiave dell’Unione europea per la protezione dell’ambiente marino, affrontando questioni urgenti come la perdita di biodiversità e l’acidificazione, incluse quelle causate dagli ossidi di zolfo delle navi.
Impone ai Paesi Ue di sviluppare strategie marine per raggiungere “un buono stato ecologico” e promuove la cooperazione attraverso le convenzioni marittime regionali, come la Convenzione di Barcellona. La valutazione più recente della direttiva è stata pubblicata nel 2025.