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energia solare

I cambiamenti nel mercato solare in Europa potrebbero dare una svolta al settore

Secondo l’associazione di categoria SolarPower Europe, nel settore solare i regolamenti potrebbero potenzialmente creare un mercato per prodotti che soddisfano i requisiti di resilienza fino a 9 GW di capacità già nel 2026

Negli ultimi anni, i produttori europei di pannelli solari non hanno avuto molto di cui rallegrarsi. Un’eccessiva offerta di pannelli solari cinesi a basso costo ha innescato infatti una serie di chiusura di fabbriche, fallimenti e ridimensionamenti, mentre le aziende nazionali dell’Unione europea faticavano a competere.

Ora, però, una maggiore attenzione all’etica e agli appalti locali nel settore solare ha alimentato la speranza che il prezzo non sia più il fattore determinante nella scelta dei fornitori da parte degli sviluppatori di pannelli solari.

PANNELLI SOLARI CINESI E LAVORO FORZATO

Come ricorda il Financial Times, ad aprile i ministri del Regno Unito hanno dichiarato che la compagnia energetica statale britannica sarebbe stata costretta ad assicurarsi di non utilizzare pannelli solari legati al lavoro forzato cinese.

Nel 2024 circa un quinto del polisilicio mondiale è stato prodotto nella regione cinese dello Xinjiang, dove i governi occidentali hanno denunciato violazioni dei diritti umani ai danni della comunità uigura. Queste iniziative potrebbero costringere alcuni sviluppatori di progetti europei a prendere in considerazione l’approvvigionamento da produttori nazionali di pannelli solari.

IL RUOLO DEL NET ZERO INDUSTRY ACT

Un ulteriore sostegno dovrebbe arrivare dal Net Zero Industry Act dell’Unione europea. Approvato formalmente lo scorso anno, richiederà alle autorità pubbliche di considerare altri criteri – come la resilienza della catena di approvvigionamento – nella fornitura di tecnologie pulite tramite aste e simili. Si chiede inoltre alle autorità di “acquistare prodotti europei” quando si approvvigionano, ad esempio, di pannelli solari per tetti di ospedali ed edifici pubblici.

Le aziende nazionali di tecnologie pulite faticano a competere sul prezzo. Quando vengono introdotti altri fattori, però, hanno una possibilità di successo. Secondo l’associazione di categoria SolarPower Europe, nel settore solare i regolamenti potrebbero potenzialmente creare un mercato per prodotti che soddisfano i requisiti di resilienza fino a 9 GW di capacità già nel 2026. Inoltre, le installazioni solari sui tetti pubblici nel tempo aumenteranno.

ENERGIA SOLARE: IL SORPASSO DELLA CINA SULL’UNIONE EUROPEA

L’Unione europea era il più grande produttore mondiale di energia solare all’inizio degli anni 2000, ma da tempo ha perso il suo vantaggio a favore della Cina. Secondo BloombergNEF, nel 2023 le aziende con sede in Cina hanno prodotto l’84% dei moduli solari mondiali e il 92% delle celle solari.

Allo stato attuale, il “mercato della resilienza” creato dalle nuove normative Ue rappresenterebbe meno del 14% della capacità solare aggiunta nell’Ue nel 2024. Non vi è alcuna garanzia che tutta questa energia andrà ai fornitori nazionali. Anche i pannelli prodotti in Paesi come l’India potrebbero potenzialmente rientrare nel mercato, poiché non verrebbero acquistati dal leader mondiale del mercato.

Nel frattempo, secondo i dati di BloombergNEF, i pannelli prodotti in Cina sono ancora molto economici, a circa 0,09 dollari per watt, in calo rispetto a 1 dollaro per watt di inizio 2012. Un’attenzione all’etica e alla resilienza non renderà l’estate rosea; tuttavia, potrebbe attenuare il pallore degli europei.

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