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2025 energia clima

La lotta al cambiamento climatico passa anche dalle nuove generazioni

Oggi alla Camera si è svolta la conferenza “Il cambiamento climatico e i diritti delle nuove generazioni”, promossa e organizzata dalla Commissione parlamentare per l’infanzia e l’adolescenza, in collaborazione con il Comitato italiano per l’Unicef

Nella mattinata di oggi, nell’Aula dei Gruppi parlamentari della Camera, si è svolta la conferenza “Il cambiamento climatico e i diritti delle nuove generazioni”, promossa e organizzata dalla Commissione parlamentare per l’infanzia e l’adolescenza, in collaborazione con il Comitato italiano per l’Unicef, in occasione del 34° anniversario della ratifica da parte dell’Italia della Convenzione Onu sui diritti dell’infanzia.

All’evento – a cui erano presenti studenti provenienti da alcuni licei di Roma – sono intervenuti, tra gli altri, il presidente della Camera, Lorenzo Fontana, il presidente del Comitato italiano per l’Unicef Nicola Graziano, la presidente della Commissione parlamentare per l’Infanzia e l’Adolescenza, Michela Vittoria Brambilla, il responsabile Divisione Modelli, Osservazioni e Scenari per il Cambiamento Climatico e la Qualità dell’Aria di Enea, Gianmaria Sannino, e l’inviato del governo italiano per il Clima, Francesco Corvaro.

CLIMA, FONTANA: ABBIAMO IL DOVERE MORALE DI CONSERVARE E PROTEGGERE L’ECOSISTEMA

“Questa è un’occasione preziosa per riflettere sulla necessità di salvaguardare il futuro delle nuove generazioni dalle conseguenze sempre più gravi del cambiamento climatico. Il riscaldamento globale, i frequenti eventi atmosferici estremi e la perdita di biodiversità rappresentano una seria minaccia all’effettivo e pieno godimento dei diritti fondamentali dei minori, come quello alla vita, all’istruzione, alla salute, e a un ambiente sano e vivibile”. Questo il messaggio inviato dal presidente della Camera, Lorenzo Fontana.

“Secondo i dati forniti dall’UNICEF – ha aggiunto Fontana –, quasi la metà dei bambini di tutto il mondo vive in contesti ad alto rischio climatico, mentre ben il 90% è esposto ad alti livelli di inquinamento atmosferico. E la loro particolare vulnerabilità alle sostanze inquinanti, alla siccità, all’inondazione, alle ondate di calore ne minaccia gravemente la crescita e lo sviluppo. È inaccettabile che siano i soggetti più indifesi a dover sopportare il peso maggiore di questa situazione. Impedirlo è dunque una questione di giustizia intergenerazionale, che si traduce nel dovere morale, prima ancora che giuridico, di conservare e proteggere l’ecosistema, adottando il tempo stesso strategie di mitigazione e adattamento”.

CLIMA, GRAZIANO (UNICEF): ANCHE NUOVE GENERAZIONI DEVONO PARTECIPARE A DECISIONI SU AMBIENTE  

“Il cambiamento climatico – ha dichiarato Nicola Graziano, presidente del Comitato italiano per l’Unicef – incide molto sulle nuove generazioni, poiché ha conseguenze negative su un miliardo di giovani nel mondo. Questo è un dato fondamentale che deve farci riflettere. In Italia moltissimi ragazzi, a causa di piogge torrenziali, sono stati impossibilitati a frequentare la scuola. Noi dobbiamo porre la nostra attenzione su un dato fondamentale, cioè che in questo momento è in corso un importante dibattito sul principio della giustizia intergenerazionale”.

“Noi – ha aggiunto Graziano – non possiamo più pensare all’oggi e ad adesso, dobbiamo immaginare che esiste un futuro delle nuove generazioni. La nostra Costituzione, con la recente riforma del 2022, lo ha previsto, poiché riporta la frase ‘anche nell’interesse delle future generazioni’. Di recente la Corte Costituzionale, in una sentenza su un caso nel settore petrolchimico in Sicilia, ha affermato che ‘le nuove generazioni sono una persona ancora non venuta in esistenza, ma nei cui confronti le generazioni attuali hanno un preciso dovere di preservare le condizioni affinché anche loro possano godere di un patrimonio ambientale il più possibile integro'”. Il tema di fondo è questo, che anche le nuove generazioni devono partecipare alle decisioni sull’ambiente, devono avere informazioni e devono poter dire quello che pensano”.

VITTORIA BRAMBILLA: NON STIAMO CENTRANDO GLI OBIETTIVI DELL’ACCORDI DI PARIGI

“Non si può dire che di riscaldamento globale non si parli abbastanza, il problema è come se ne parla e come si agisce”, ha affermato la presidente della Commissione parlamentare per l’Infanzia e l’Adolescenza, Michela Vittoria Brambilla, che ha proseguito: “dieci anni fa, nella Conferenza delle parti di Parigi, è stato raggiunto un accordo sottoscritto da 185 parti firmatarie della Convenzione Quadro di New York del 1992 sul cambiamento climatico, che impegna, tra le altre cose, a mantenere l’aumento medio della temperatura mondiale, come obiettivo a lungo termine, ben al di sotto dei 2°C rispetto ai livelli preindustriali, e possibilmente a limitarlo entro gli 1,5°C, a fare in modo che le emissioni raggiungano il picco il prima possibile, per raggiungere un equilibrio tra emissioni e assorbimenti nella seconda metà del secolo”.

“Oggi – ha aggiunto Brambilla – sappiamo che, al netto delle buone intenzioni e degli sforzi compiuti da molti Paesi con i contributi nazionali, non stiamo centrando gli obiettivi. Il quindicesimo rapporto sulle emissioni dell’UNEP certifica che nel 2023 le emissioni totali di gas serra sono aumentate dell’1,3% rispetto al 2022, segnando il nuovo record di 57,1 miliardi di tonnellate equivalenti di anidride carbonica e che solo un’azione accelerata di mitigazione di questo decennio può consentire ancora di raggiungere gli obiettivi fissati a Parigi. Di fatto, la concentrazione di anidride carbonica è la più alta da almeno 14 milioni di anni. Con il livello di emissioni impliciti nelle attuali politiche e con gli attuali contributi nazionali determinati, sarà impossibile limitare il riscaldamento globale a 1,5°C”.

SANNINO (ENEA): OK IL NUCLEARE, MA DOBBIAMO PUNTARE MOLTO ANCHE SULLE RINNOVABILI

Rispondendo alla domanda di uno studente, Gianmaria Sannino, responsabile Divisione Modelli, Osservazioni e Scenari per il Cambiamento Climatico e la Qualità dell’Aria di Enea, ha spiegato che “il nucleare sicuramente non è una di quelle tecnologie energetiche che non utilizza anidride carbonica, quindi da questo punto di vista è un esempio di energia sicuramente interessante. Non siamo però pronti ad utilizzarla da subito, nell’immediato, non siamo pronti a produrre energia nucleare domani, ma questo non significa che invece, magari tra 20 anni, il nucleare non possa essere molto utile, sia il nucleare da fissione che quello da fusione”.

“Noi, però – ha aggiunto Sannino – già adesso, senza politiche particolarmente aggressive, a livello europeo abbiamo prodotto energia rinnovabile per il 45%. Il mio personale pensiero è che l’energia nucleare sicuramente non fa male, ma abbiamo delle soluzioni che possiamo mettere in campo già adesso: il fotovoltaico, l’idroelettrico, l’energia dal mare… questa è tutta energia che è lì, gratis, che possiamo utilizzare e che non produce scorie o altri tipi di problemi. Quindi ok il nucleare, ma con un occhio molto attento anche sulle rinnovabili”.

CORVARO: L’UE HA DIMINUITO LE EMISSIONI MA NON HA RISOLTO IL PROBLEMA DEL CLIMA

È intervenuto infine Francesco Corvaro, inviato del governo italiano per il Clima, che ha affrontato il tema della negoziazione internazionale sul clima. “Durante le discussioni – ha spiegato – emergono conflitti che non hanno a che fare con il clima, ma sono strumentali ad abbandonare il tavolo. La difficoltà più grande che si incontra è che non si parla, mentre il clima richiede una risposta globale, perché riguarda tutti noi. L’Unione europea ha diminuito le emissioni – ha aggiunto Corvaro -, ma non ha risolto il problema climatico. Parlare di clima non è salvare la natura, ma preservare un equilibrio delicatissimo che ci ha permesso di arrivare fino ad oggi”.

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