Si concentrano sul crollo delle vendite di Tesla in Europa, sui temi energetici al centro dell’Assemblea di Confindustria, sul boom delle rinnovabili in Asia e sull’accelerazione Ue impressa alle infrastrutture verdi, i principali temi della settimana del settore ambiente ed energia. I fatti della settimana di Marco Orioles
CROLLO DELLE VENDITE DI TESLA IN EUROPA
Le vendite di Tesla in Europa hanno subito un drastico calo ad aprile 2025. Secondo i dati dell’Associazione europea dei costruttori di automobili (ACEA) riportati da EUNews, le immatricolazioni delle auto elettriche fabbricate negli stabilimenti di Elon Musk risultano più che dimezzate (-52,6%) rispetto all’anno precedente, essendo passate da 11.540 a 5.475 unità. La quota di mercato di Tesla, rimarca ancora EUNews, è così scesa dall’1,3% ad appena lo 0,6%. Se si considerano i primi quattro mesi del 2025, il calo del marchio a stelle e strisce – come riferisce La Repubblica – è stato del 46,1%, con 41.677 veicoli venduti contro i 77.314 dello stesso periodo del 2024. Il significativo declino di Tesla si inserisce paradossalmente in un contesto di crescita delle vendite nel Vecchio Continente di auto sia elettriche (+26,4%) che ibride (+20,8%), in un trend trainato da marchi come Volkswagen, BMW, Renault ma soprattutto dei cinesi di BYD che, come scrive Bloomberg, ad aprile ha aumentato le vendite di ben il 169%, con una performance che ha determinato il sorpasso del marchio cinese rispetto alla stessa Tesla. In un’analisi condotta da Euronews emergono i i fattori alla base dei problemi di Tesla, a partire dalla crescente concorrenza dei marchi cinesi, dai ritardi nel lancio di nuovi modelli e, in parte non marginale, dall’impatto sulle opinioni pubbliche del Vecchio Continente delle posizioni politiche dell’ormai ex capo del DOGE, di cui non è stato gradito il sostegno a movimenti di estrema destra come AFD, tema scottante in un Paese come la Germania dove è da poco entrato in carica il nuovo governo guidato dal cancelliere Merz che si oppone strenuamente alla normalizzazione del partito guidato da Alice Weidel. In Germania, non a caso, le vendite di Tesla erano crollate a febbraio del 70%. Nemmeno il lancio della nuova Model Y “Juniper” è riuscito a invertire la tendenza negativa di Tesla, mentre i competitor europei e cinesi guadagnano terreno grazie anche all’offerta di modelli più accessibili oltre che per via di fattori come l’espansione delle infrastrutture di ricarica.
I TEMI ENERGETICI AL CENTRO DELL’ASSEMBLEA DI CONFINDUSTRIA
Nel corso della partecipatissima assemblea di Confindustria tenutasi a Bologna il 29 maggio alla presenza della premier Meloni, di numerosi ministri dello stesso governo italiano e dell’ospite d’onore Roberta Metsola, presidente dell’Europarlamento, le discussioni sul tema dell’energia hanno occupato una posizione centrale, sottolineando la priorità di un approccio completamente nuovo che assecondi la necessità di incrementare la competitività industriale italiana in un contesto segnato, oltre che dai cambiamenti di accento sulla transizione ecologica, dalle persistenti crisi geopolitiche che impattano fortemente sul settore. Come sottolinea LaPresse, nel suo intervento il presidente di Confindustria Emanuele Orsini ha insistito sulla necessità di puntare, al fine di ridurre la dipendenza dal gas ancora dominante nei consumi nostrani, ad un mix energetico diversificato che combini un focus sulle rinnovabili con nuovi investimenti nel campo dell’idrogeno verde e soprattutto in quello del nucleare di nuova generazione. Nel suo discorso, anche la premier Meloni ha ribadito l’importanza del nucleare inteso quale soluzione a lungo termine, riconoscendo tuttavia che nel breve periodo gas e biocarburanti resteranno centrali nel mix energetico tricolore. Gli industriali hanno evidenziato quanto i costi energetici penalizzino la manifattura italiana rispetto ai competitor europei, beneficiari di prezzi più accessibili in materia di energia. Come sottolineato anche dal Sole24Ore, nella cornice dell’Assemblea è stata rivolta al governo la richiesta di elaborare un piano di incentivi per l’efficienza energetica anche al fine di realizzare un maggior numero di infrastrutture di ricarica per i veicoli elettrici. Notevole enfasi è stata posta anche sulla necessità di semplificare le autorizzazioni per la realizzazione di nuovi impianti rinnovabili, mentre è stato posto l’accento anche sul ruolo dell’edilizia sostenibile, auspicando l’introduzione di incentivi fiscali legati alle ristrutturazioni energetiche, in linea con quanto stabilito nella cornice del PNRR.
BOOM DELLE RINNOVABILI IN ASIA, DOVE PERÒ IL QUADRO RIMANE MOLTO FRASTAGLIATO
Nel corso del 2025 la Cina ha sperimentato un incremento record della capacità eolica e solare che ne consolidano il ruolo di leader globale nelle energie rinnovabili. Come riporta Reuters, secondo l’Agenzia Internazionale dell’Energia (IEA) nei primi quattro mesi dell’anno la superpotenza n. 2 ha installato ben 150 GW di nuova capacità rinnovabile, pari al 60% del totale globale. Un simile risultato è stato ottenuto anche grazie al traino di investimenti massicci in parchi eolici offshore e mega-impianti fotovoltaici. Ciononostante, rimane un ostacolo al raggiungimento degli obiettivi ecologici la marcata dipendenza del Dragone da fonti fossili, che rappresentano ancora il 55% del mix energetico del paese, con un ruolo chiave svolto a tutt’oggi dalle centrali a carbone. Ad ulteriore conferma della centralità del continente asiatico nella transizione energetica globale si inserisce la volontà del Giappone di continuare a puntare sull’idrogeno verde, con l’idea di investire almeno 200 miliardi di dollari nel settore. Ma in Asia sussistono ancora forti disparità tra paesi avanzati e in via di sviluppo, con nazioni quali l’India che consumano enormi quantità di carbone, rallentando coì il progresso generale verso gli obiettivi di neutralità climatica.
L’UE ACCELERA SULLE INFRASTRUTTURE VERDI
Come scrive Politico, l’Ue sembra tradire le sue solenni promesse in materia di efficienza energetica: la prospettiva è infatti di una riduzione dei consumi di qui al 2030 di appena l’8,1%, assai indietro rispetto al target fissato dell’11,7%. Anche per questo motivo, facendo tesoro del pacchetto “Omnibus” introdotto a febbraio per rendere più omogenea la legislazione sugli investimenti in sostenibilità, l’Ue ha annunciato nuovi stanziamenti per 50 miliardi di euro per progetti infrastrutturali legati alla mobilità sostenibile e all’efficienza energetica, con un focus particolare sulle infrastrutture per la ricarica dei veicoli elettrici e sulla costruzione di ferrovie ad alta velocità. Ad aver recepito tali priorità sono in particolare Paesi come la Germania, che pianifica di espandere la rete di ricarica veloce con l’obiettivo di realizzare almeno 10.000 nuove stazioni entro il 2027, e la Spagna che concentrerà invece i propri sforzi nei treni a idrogeno, che già lo scorso novembre – come riportava Forbes – la società di consulenza Ineco aveva definito i più efficienti al mondo. In merito invece al settore edilizio, l’UE ha introdotto nuove direttive per l’efficientamento energetico degli edifici, con incentivi per l’isolamento termico e l’installazione di pannelli solari.