Le PMI sono particolarmente vulnerabili agli eventi climatici che hanno un impatto significativo sulla loro produttività e competitività
Dipendenza estera per le materie prime critiche, alti prezzi dell’energia e rischi climatici. Sono alcuni dei problemi principali rilevati dalla Commissione europea nel documento sulla situazione nazionale riguardante il Pacchetto di primavera del Semestre europeo.
ITALIA VULNERABILE SULLE MATERIE PRIME CRITICHE
“L’industria manifatturiera italiana dipende fortemente dalle importazioni di materie prime critiche. L’Italia dipende in modo cruciale anche dall’importazione di semiconduttori, necessari per la transizione verde e digitale. Dato che un’alta percentuale di input materiali nella produzione manifatturiera sono importati, l’Italia è particolarmente vulnerabile alle interruzioni della catena di approvvigionamento”, scrive Bruxelles.
ALTI PREZZI ENERGIA RISPETTO AI PAESI OMOLOGHI INDEBOLISCONO LA COMPETITIVITÀ INDUSTRIALE
Non solo. “Gli alti prezzi dell’energia elettrica indeboliscono la competitività industriale. I prezzi all’ingrosso dell’energia elettrica in Italia sono notevolmente superiori a quelli dei suoi paesi omologhi. Ciò è dovuto principalmente al mix energetico e alla composizione dei prezzi finali”, sottolinea l’Ue.
ITALIA TRA LE PIÙ ESPOSTE AI RISCHI CLIMATICI, PMI PARTICOLARMENTE VULNERABILI
Infine, “l’Italia è tra gli Stati membri dell’UE più esposti ai rischi climatici. I costi annuali dei cambiamenti climatici per le infrastrutture in Italia sono elevati. Le PMI sono particolarmente vulnerabili, con eventi legati al clima che hanno un impatto significativo sulla loro produttività e competitività”, ha concluso Bruxelles.
INFLAZIONE AL RIBASSO GRAZIE A PREZZI PIU’ BASSI DELLE MATERIE PRIME ENERGETICHE
Più in generale, la Commissione europea prevede poi che diversi fattori eserciteranno una pressione al ribasso sull’inflazione nell’UE. In primo luogo, i prezzi significativamente più bassi delle materie prime energetiche e le curve forward inclinate verso il basso stanno spingendo l’inflazione dei beni energetici al consumo in territorio negativo quest’anno e il prossimo. In secondo luogo, con l’indebolimento delle relazioni commerciali tra Stati Uniti e Cina, le pressioni competitive sui beni industriali non energetici nell’UE si stanno intensificando, portando a una diminuzione dell’inflazione di questa componente. In terzo luogo, l’apprezzamento dell’euro e delle altre valute dell’UE amplifica le pressioni disinflazionistiche sulle materie prime e sui beni importati. Queste forze sono parzialmente compensate da una maggiore inflazione nei prodotti alimentari e nei servizi.
IL DOCUMENTO UE SULLA SITUAZIONE ITALIA DEL PACCHETTO PRIMAVERA