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esplorazione petrolio

Perché gli investimenti nel settore petrolifero upstream sono in calo

Con i prezzi del petrolio in calo a 60 dollari al barile, la redditività del settore petrolifero e del gas è sotto pressione, riducendo il flusso di cassa e costringendo le aziende a rivalutare la propria allocazione del capitale

Con il prezzo del petrolio che è sceso a circa 60 dollari, il settore energetico oggi sta affrontando una pressione crescente, che spinge le principali compagnie petrolifere a ridurre gli investimenti e a dare priorità ai rendimenti per gli azionisti. Con gli attuali prezzi ben al di sotto degli 80 dollari al barile necessari per mantenere i pagamenti, le aziende possono ricorrere a prestiti o ulteriori tagli alla spesa.

In questo contesto di incertezza, “le previsioni di investimento per il settore upstream sono state ridotte del 5%, con i progetti in acque profonde tra i più colpiti”, ha affermato Espen Erlingsen, responsabile ricerca upstream di Rystad Energy.

PRIORITÀ AI RENDIMENTI PER GLI AZIONISTI

Con i prezzi del greggio in calo a 60 dollari al barile, la redditività del settore petrolifero e del gas è sotto pressione, riducendo il flusso di cassa e costringendo le aziende a rivalutare la propria allocazione del capitale. Di conseguenza, si prevede un calo degli investimenti nel settore upstream.

I primi segnali provenienti dal più grande gruppo di aziende del settore confermano questa tendenza, indicando piani per dare priorità ai rendimenti per gli azionisti – in particolare dividendi e riacquisti di azioni proprie – rispetto ai nuovi investimenti.

L’IMPATTO DELLA VOLATILITÀ SUI PREZZI DEL PETROLIO

Sebbene sia ancora troppo presto per quantificare l’impatto dell’attuale volatilità del mercato sui prezzi del petrolio, possiamo analizzare la resilienza del settore in diversi scenari di prezzo.

Confrontando le distribuzioni agli azionisti nel 2024 con il flusso di cassa previsto per il 2025 derivante da operazioni e investimenti, Rystad stima che le principali aziende necessiterebbero di un prezzo del petrolio di circa 80 dollari al barile per mantenere gli attuali livelli di distribuzione agli azionisti. Questo divario significativo tra il livello di pareggio di cassa e i prezzi attuali rappresenta una seria sfida.

L’AUMENTO DEI PRESTITI NEL SETTORE DEL PETROLIO

“Un’opzione per coprire il deficit potrebbe essere un aumento dei prestiti, dato che molte di queste aziende negli ultimi anni hanno ridotto significativamente il loro debito. Tuttavia, se i prezzi del petrolio si manterranno intorno ai 60 dollari, è probabile che si verificheranno ulteriori tagli ai budget per gli investimenti e una possibile riduzione dei programmi di riacquisto di azioni proprie”, ha spiegato Erlingsen.

LE PREVISIONI DI RYSTAD ENERGY

Un’analisi analoga dei principali produttori statunitensi di petrolio di scisto mostra una posizione leggermente più favorevole. Questo gruppo di aziende necessita di un prezzo del greggio West Texas Intermediate di circa 60 dollari al barile per finanziare sia gli investimenti che le distribuzioni agli azionisti. Ciò suggerisce che le aziende produttrici di petrolio di scisto siano meno esposte rispetto alle major, poiché restano redditizie agli attuali livelli di prezzo.

In risposta alla recessione, Rystad Energy ha rivisto al ribasso le sue prospettive di investimento per il settore upstream di circa il 5% a medio termine.

Il fattore principale alla base di questa riduzione è il previsto ritardo nelle approvazioni dei progetti, derivante dalla maggiore incertezza del mercato e dalla minore redditività dei progetti stessi. Gli investimenti in acque profonde saranno particolarmente colpiti, considerata la loro dipendenza dallo sviluppo di nuovi progetti e il ruolo significativo che le grandi aziende svolgono in essi.

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