La COP30 rimarrà nella storia del Clima. E non (solo) perché si svolgerà per la prima volta in Amazzonia…
La COP30 di Belém sarà ricordata negli annali del Clima, qualunque sia il risultato. Infatti, sarà la prima conferenza ONU sul clima a svolgersi nel cuore dell’Amazzonia, l’ecosistema più vitale del pianeta. Il vertice internazionale sarà anche un banco di prova importante per la politica internazionale e gli Stati. Infatti, saranno valutati i Piani climatici nazionali aggiornati per il 2035, i cosiddetti NDCs (Nationally Determined Contributions). La saggezza ecologica delle comunità amazzoniche, più biodiverse e resilienti, può rappresentare una guida verso la transizione. Se verrà ascoltata, l’Amazzonia può diventare un laboratorio green. È quanto emerso nel corso dell’evento “Per un futuro migliore, impariamo dall’Amazzonia – La UN COP 30 di Belém per un’agenda climatica giusta”, organizzato da Globe Italia con il patrocinio di IILA – Organizzazione Internazionale Italo-Latino Americana e dell’Ambasciata del Brasile a Roma.
PERCHE’ LA COP30 SARA’ STORICA
La COP30 si terrà dal 10 al 21 novembre 2025, in occasione del 20º anniversario dell’entrata in vigore del Protocollo di Kyoto e del 10º anniversario dell’adozione dell’Accordo di Parigi. La scelta di Belém come sede rappresenta un vero e proprio cambio di paradigma nella diplomazia climatica internazionale. Per la prima volta nella storia, una COP si svolgerà nel cuore dell’Amazzonia, l’ecosistema che rappresenta uno dei polmoni verdi più importanti del pianeta. Una sfida e un’opportunità al tempo stesso. Infatti, le aree gestite da comunità tradizionali e indigene tendono ad essere più biodiverse e resilienti.
“È il momento di cominciare a riflettere su quale sarà il ruolo dell’Italia in questo contesto, una COP particolare. Il luogo dove si svolge, la necessità di tutela della biodiversità e del patrimonio naturalistico e genetico, ci sono mille fattori che fanno di quest’edizione un momento di svolta anche in attuazione degli Accordi di Parigi. In questi mesi abbiamo visto nuove posizioni, alcune discutibili, su cui bisogna concentrarsi. Il Mase lavora molto anche in ambito di forestazione, non solo a tutela della biodiversità, ma per mitigare gli effetti dei cambiamenti climatici. Ad esempio, ricordo l’importante misura del PNRR con i quali finanziamo con più di duecento milioni la piantumazione di quattro milioni e mezzo di alberi in tutta Italia presso le 14 aree metropolitane. Dobbiamo credere nella gradualità e nella neutralità tecnologica, non esiste una fonte energetica migliore degli altri. Ma anche superare lo scoglio della povertà energetica e investire sulle nuove professionalità. In questi giorni sul sito del Mase è pubblicato il bando per aderire alle iniziative italiane alla COP30”, ha detto Fabrizio Penna, Capo Dipartimento dell’Unità di Missione per il PNRR del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, nel corso dell’evento organizzato da Globe Italia con il patrocinio di IILA – Organizzazione Internazionale Italo-Latino Americana e dell’Ambasciata del Brasile a Roma.
“Brasile e Italia possono camminare insieme per affrontare le sfide di un presente complicato, soprattutto facendo squadra con i paesi con cui abbiamo legami da decenni, come quasi tutti quelli dell’America Latina. Il nostro Paese è anche tra i più biodiversi d’Europa, e con i suoi campioni nazionali e globali nella sostenibilità – specie in America Latina – gioca un ruolo decisivo nei negoziati per combattere il riscaldamento globale e guidare una transizione giusta e solidale per cittadini e imprese”, ha detto Matteo Favero, Presidente di Globe Italia.
COP30 BANCO DI PROVA PER LE AMBIZIONI CLIMATICHE NAZIONALI
La sede non è l’unica ragione che rende quest’edizione della COP30 storica. Infatti, verranno valutati i Piani climatici nazionali aggiornati per il 2035 (NDCs Nationally Determined Contributions), i documenti strategici che definiranno gli obiettivi di riduzione delle emissioni e le strategie di trasformazione economica, rendendo la conferenza un banco di prova per l’effettiva volontà politica delle nazioni.
Le due priorità della COP30 dovranno essere l’eliminazione graduale dei combustibili fossili e il contrasto alla deforestazione, secondo Marina Silva, Ministra dell’Ambiente brasiliana. Silva ha lanciato un appello per la creazione di una roadmap globale che ponga l’Amazzonia al centro, tenendo conto dell’interconnessione tra crisi climatica e perdita di biodiversità.
FINANZA E INVESTIMENTI PER IL CLIMA, IL MOMENTO DELLA VERITA’
La strada verso la transizione sostenibile è lastricata di collaborazioni concrete e investimenti tangibili. In particolare, la finanza per il clima sarà un tema chiave alla COP30. Il nuovo obiettivo di finanza per il clima (New Collective Quantified Goal – NCQG) prevede di aumentare il supporto ai Paesi in via di sviluppo da 100 ad almeno 300 miliardi di dollari l’anno. La Roadmap traccia un percorso per raggiungere almeno 1.300 miliardi di dollari l’anno entro il 2030. Tuttavia, un recente studio della Coalition Forests & Finances mostra che le banche hanno investito 395 miliardi di dollari in attività che contribuiscono al collasso della biodiversità. Una contraddizione tra gli impegni dichiarati e i flussi finanziari effettivi che rende la COP30 ancora più importante per il futuro della transizione energetica.
“Siamo molto felici di aver partecipato a questo panel organizzato da Globe Italia presso l’Ambasciata brasiliana, tra l’altro siamo tornati dal Brasile proprio ieri, dove c’è un impegno di Enel sulla transizione energetica con un piano industriale che investe 25 miliardi di reales fino al 2027 e una generazione rinnovabile pari a circa 7GW. In vista della COP 30, nel combattere il cambiamento climatico, Enel è quindi protagonista anche in Brasile e vuole esserlo sempre di più”, ha detto Nicolò Mardegan, Direttore Relazioni Esterne di Enel, sottolineando che diverse aziende hanno già compreso la centralità dell’Amazzonia nella transizione energetica
COLLABORARE PER UNA TRANSIZIONE GREEN E GIUSTA
La collaborazione è uno dei pilastri della transizione green. La cooperazione Sud-Sud e le partnership triangolari creano una rete di conoscenze e competenze che trascende i confini nazionali. Così facendo, è possibile generare soluzioni innovative e sostenibili. Ma non bisogna sottovalutare anche l’importanza della collaborazione pubblico-privata:
“C’è un lavoro importante pubblico-privato, tra azienda, governo, prefetture, stati regionali, che è partito in questi due anni e sta portando i suoi frutti. Oltre al miglioramento del servizio nella distribuzione elettrica, anche perché la transizione passa dalla rete elettrica e dalle infrastrutture che devono essere sempre più resilienti e in grado di rispondere a questo cambiamento climatico che cercheremo di rallentare”, ha detto Nicolò Mardegan.
“Sostenibilità, tecnologia, media, comunicazione, tutte filiere strategiche del Made in Italy – sono un’occasione di scambio di valore e di rete importanti a favore di una transizione che, in tempi così complicati, deve necessariamente essere in equilibrio per ambiente e umanità, per società e impresa. Da qui la presenza nel nostro incontro, oltreché dell’inviato speciale per il cambiamento climatico del Governo Prof. Francesco Corvaro e dell’On. Fabio Porta, di importanti player globali che danno forza alle relazioni italo-brasiliane legate dal fil rouge della sostenibilità sociale e ambientale, quali A2A, Enel, Tim, Iveco, Coldiretti e Conai”, ha detto Favero.
Proprio grazie alla cooperazione internazionale, l’IILA ha già implementato una serie di progetti innovativi. In Brasile, l’IILA ha installato nel Municipio di Mariana (Minas Gerais) una tecnologia sostenibile per il trattamento delle acque reflue nel distretto di Cachoeira do Brumado. Un altro esempio virtuoso è il progetto di riforestazione nel cantone amazzonico di El Pangui in Ecuador, che ha portato alla piantumazione di 10.000 piante autoctone, la formazione delle comunità locali e la creazione di un impianto sperimentale di acquacoltura.