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Russia

La Commissione Ue blocca l’energia russa: divieto immediato di nuovi contratti sul gas e stop al combustibile nucleare

Il commissario Ue all’Energia Dan Jorgensen ha spiegato che “la questione del nucleare è complicata perché dobbiamo essere assolutamente certi di non mettere i Paesi in una situazione in cui non abbiano la sicurezza dell’approvvigionamento. Stiamo lavorando il più velocemente possibile per includere nella proposta anche questo aspetto”

Le proposte della Commissione europea per un divieto totale delle forniture di gas russo all’Unione europea includono il divieto immediato di nuovi contratti di gas tra i Paesi membri e la Russia, mentre i contratti a lungo termine esistenti dovranno essere gradualmente eliminati entro il 1° gennaio 2028. E’ quanto riporta il Financial Times, citando la bozza di proposta la cui presentazione ufficiale da parte della Commissione Ue è prevista per domani, 17 giugno.

DAL 2026 STOP AI CONTRATTI A BREVE TERMINE SUL GAS RUSSO

Secondo il FT, il divieto di nuovi contratti entrerà in vigore immediatamente dopo l’approvazione della proposta da parte del Consiglio dell’Unione europea. I contratti a breve termine, sia per il gas che per il GNL, dovranno essere risolti entro il 2026.
Il rapporto sottolinea inoltre che Bruxelles sta portando avanti questa iniziativa nell’ambito della politica commerciale, piuttosto che di quella estera. Si tratta di una distinzione significativa, poiché il Consiglio Affari Esteri adotta decisioni solo per consenso – consentendo a Ungheria e Slovacchia di bloccare le proposte della Commissione -, mentre il Consiglio per il Commercio ora opera con voto a maggioranza qualificata, rendendo molto più difficile bloccare la misura.

L’UNGHERIA MINACCIA DI INTERROMPERE LE FORNITURE DI ELETTRICITA’ ALL’UCRAINA

Szijjarto ha poi dichiarato che, se la Commissione europea vietasse le importazioni di petrolio, gas e combustibile nucleare russi, l’Ungheria potrebbe interrompere le forniture di elettricità all’Ucraina. “Oggi l’Ungheria rappresenta circa il 40-42% dell’energia importata dall’Ucraina, quindi svolgiamo un ruolo chiave nell’approvvigionamento elettrico dell’Ucraina. Se l’approvvigionamento energetico ungherese fosse minacciato, se diventasse instabile, ciò potrebbe compromettere seriamente le nostre forniture all’Ucraina”.

UNGHERIA E SLOVACCHIA BLOCCANO IL PIANO DI BRUXELLES

Durante la riunione dei ministri Ue dell’Energia, “Ungheria e Slovacchia hanno bloccato il piano della Commissione europea di respingere il petrolio, il gas e il combustibile nucleare russo, ma sono ancora necessari sforzi per annullare questa iniziativa”. E’ quanto ha dichiarato ai giornalisti il ministro degli Esteri ungherese, Peter Szijjarto.
“Mi sono espresso contro questa decisione e anche gli slovacchi hanno affermato di non sostenerla. La lotta continua, quindi sicuramente discuteremo della questione ancora e in diverse sedi”, ha spiegato Szijjarto, aggiungendo che “in primo luogo, questo piano porterà ad un aumento dei prezzi dell’energia in Europa e danneggerà l’economia dell’intera Unione europea; in secondo luogo, è assolutamente inaccettabile nel contesto del conflitto militare tra Israele e Iran, che può rappresentare una minaccia per la sicurezza energetica a livello globale. Per questo motivo oggi presentiamo l’iniziativa affinché la Commissione europea non proponga una legge volta a vietare le risorse energetiche russe. Questa legge richiedeva la decisione del Consiglio dell’Energia Ue, e oggi abbiamo posto il veto insieme alla Slovacchia”, ha concluso il ministro ungherese.

JORGENSEN: “MISURE SUL NUCLEARE ARRIVERANNO, MA NELLA PRIMA FASE CI CONCENTREREMO SUL GAS”

La Commissione europea questa settimana non proporrà delle misure per limitare la dipendenza dal combustibile nucleare russo, parallelamente alle proposte per vietare il gas russo. È quanto ha dichiarato oggi il commissario europeo per l’Energia, Dan Jorgensen. La Commissione europea questa settimana dovrebbe proporre delle misure legali per porre fine alle importazioni Ue di gas russo entro la fine del 2027, un obiettivo annunciato da Bruxelles il mese scorso.

La Commissione aveva affermato che a giugno avrebbe proposto anche delle misure commerciali mirate all’uranio arricchito, per rendere le importazioni dalla Russia meno attraenti e incoraggiare i Paesi a rivolgersi ad altri fornitori. “Anche questo arriverà, ma nella prima fase ci concentreremo sul gas”, ha spiegato Jorgensen ai giornalisti quando gli è stato chiesto della tempistica delle proposte sul nucleare. Il commissario non ha specificato una nuova data per le proposte.

LA SICUREZZA DELL’APPROVVIGIONAMENTO E LE IMPORTAZIONI DI URANIO ARRICCHITO DELL’UE

“La questione del nucleare è ovviamente complicata – ha aggiunto Jorgensen -, perché dobbiamo essere assolutamente certi di non mettere i Paesi in una situazione in cui non abbiano la sicurezza dell’approvvigionamento. Stiamo lavorando il più velocemente possibile per includere nella proposta anche questo aspetto “.

Secondo il think tank Bruegel, nel 2023 la Russia ha fornito il 38% dell’uranio arricchito e il 23% dell’uranio grezzo dell’Unione europea. La Commissione ha affermato che proporrà anche di limitare i nuovi contratti di fornitura di uranio russo e uranio arricchito, cofirmati dall’Agenzia di approvvigionamento dell’Euratom.

LA POSIZIONE DELL’UNIONE EUROPEA SUL GAS E SUL NUCLEARE RUSSO

Sebbene Bruxelles abbia fissato una scadenza entro la fine del 2027 per l’interruzione del gas russo, non ha indicato una data entro la quale l’Ue dovrà interrompere le forniture nucleari russe, a causa della complessità della dipendenza dei Paesi dalla Russia per combustibile, pezzi di ricambio o servizi del ciclo del combustibile, e del rischio per la sicurezza dell’approvvigionamento, qualora questi venissero improvvisamente interrotti.

I 5 PAESI UE CON REATTORI PREDISPOSTI PER IL COMBUSTIBILE NUCLEARE RUSSO

La Commissione europea ha dichiarato che l’Ue nel 2024 ha speso 23 miliardi di euro per l’energia russa, di cui circa 1 miliardo di euro per il combustibile nucleare. Cinque Paesi membri – Bulgaria, Repubblica Ceca, Finlandia, Ungheria e Slovacchia – dispongono di reattori di progettazione russa predisposti per funzionare con combustibile russo. Sebbene tutti i Paesi, tranne l’Ungheria, abbiano firmato dei contratti per forniture alternative dal 2022, i lunghi tempi di attesa anni impediscono loro di effettuare un cambio immediato.

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