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IA

Parte la corsa di Big Oil all’IA. Chi è più avanti?

Parte la corsa delle compagnie petrolifere all’IA per estrazioni più efficienti ed economiche. Chi è più avanti?

Le Big Oil puntano forte sull’IA per le estrazioni. L’Intelligenza artificiale (IA) è ancora una tecnologia costosa, ma la corsa tra i principali produttori mondiali di petrolio e gas mondiali è partita.

BIG OIL PUNTA SULL’IA

Le maggiori compagnie petrolifere hanno iniziato ad investire pesantemente sull’IA. A Vienna, durante il recente OPEC International Seminar (9-10 luglio), le Big Oil hanno mostrato muscoli e algoritmi. L’obiettivo è estrarre gas e petrolio in modo più economico ed efficiente. In un contesto di crescente competizione e instabilità internazionale, l’adozione di tecnologie avanzate diventa una leva fondamentale per difendere i margini e migliorare la resilienza operativa. Tuttavia, gli investimenti nel settore sono ancora sfidanti e il costo del capitale è elevato.

I BENEFICI DELL’IA

La saudita Aramco ha dichiarato di aver risparmiato 4 miliardi di dollari nel 2024 grazie all’integrazione di oltre 500 casi d’uso basati su IA. Il CEO Amin Nasser ha sottolineato come la tecnologia abbia drasticamente ridotto i tempi delle analisi sismiche da diversi mesi a pochi giorni. Inoltre, ha aumentato la capacità di predire i guasti, con effetti tangibili sul contenimento dei fermi impianto.

BP, invece, utilizza l’AI per rilevare anomalie nei pozzi con una precisione del 98%, accelerando del 90% la trivellazione in aree chiave come l’Azerbaigian. Kuwait Petroleum Corporation (KPC) collabora con Google e Microsoft per rafforzare l’esplorazione offshore, Shell invece punta sull’intelligenza artificiale per ottimizzare le previsioni meteorologiche, migliorando la manutenzione degli impianti rinnovabili e la stabilità produttiva.

DOV’E’ L’ITALIA?

La transizione digitale dell’energia rappresenta una sfida centrale per l’Italia. Il sistema-Paese deve garantire un’infrastruttura digitale (cloud, data center, connettività) all’altezza delle nuove esigenze industriali. Eni ha già avviato progetti basati sull’IA nel campo dell’ottimizzazione dei processi di raffinazione e nella modellizzazione predittiva. ha sviluppato software proprietari per l’interpretazione dei dati geofisici e per il monitoraggio in tempo reale della produzione, ma il vero salto di scala – che preveda un’integrazione trasversale di IA nei processi upstream, midstream e downstream – è ancora in corso. Il Cane a sei zampe deve trasformarsi in una tech-company capace di attrarre competenze e innovare. Tuttavia, le dimensioni degli investimenti nell’Intelligenza Artificiale, finora, è limitata rispetto ai colossi mondiali.

IL NODO DEL CONSUMO DI ENERGIA

La diffusione dell’IA potrebbe portare un altro vantaggio a Big Oil: aumentare il consumo di gas. Secondo Aramco, oggi circa il 3% della domanda elettrica globale è legata a data center, IA e criptovalute, una quota che potrebbe salire al 6% entro il 2030. Oggi il 70% dell’energia usata dai data center americani è oggi fornita dal gas naturale.

Secondo l’OPEC, l’ascesa dell’AI è un’ulteriore conferma che il picco della domanda di petrolio è ancora lontano. Nel suo World Oil Outlook del 10 luglio, l’organizzazione ha alzato le previsioni di domanda al 2050. Una posizione diametralmente opposta rispetto a quella dell’IEA (Agenzia Internazionale dell’Energia), che prevede il picco entro il 2030.

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