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Il carbone potrebbe restare tra noi per il prossimo decennio (e oltre). Ecco perché

Secondo un rapporto di Wood Mackenzie, una serie di fattori – dalla rapida elettrificazione dell’economia globale alle priorità per la sicurezza energetica derivanti da crisi geopolitiche e di costo, fino al parco di centrali elettriche a carbone dell’Asia – potrebbe prolungare il ruolo del carbone come fonte energetica vitale per il prossimo decennio e oltre

Secondo un nuovo rapporto di Wood Mackenzie, la domanda globale di carbone potrebbe restare forte più a lungo, con la produzione di energia elettrica a carbone destinata a rimanere dominante fino al 2030, ben oltre le attuali proiezioni sul picco del combustibile fossile.

Il rapporto, intitolato ” Staying power: How new energy realities risk extending coal’s sunset” (“Restare attivi: come le nuove realtà energetiche rischiano di estendere il tramonto del carbone”) suggerisce che una serie di fattori – dalla rapida elettrificazione dell’economia globale alle priorità per la sicurezza energetica derivanti da crisi geopolitiche e di costo, fino al giovane e crescente parco di centrali elettriche a carbone dell’Asia – potrebbe prolungare il ruolo del carbone come fonte energetica vitale per il prossimo decennio e oltre.

PROLUNGARE L’UTILIZZO DEL CARBONE

“Prorogare l’importanza del carbone fino al 2030 modificherebbe radicalmente la cronologia della transizione energetica globale. Stiamo parlando di ritardare l’eliminazione graduale della fonte di combustibile a più alta intensità di carbonio al mondo di un decennio cruciale per l’azione per il clima”, ha affermato Anthony Knutson, responsabile globale mercati del carbone termico di Wood Mackenzie. “Sebbene il percorso a lungo termine verso le energie rinnovabili rimanga intatto, il percorso si sta rivelando molto più complesso di quanto molti si aspettassero, poiché i Paesi si trovano ad affrontare delle sfide legate alla sicurezza e all’accessibilità economica dell’energia”.

IL CARBONE SECONDO WOODMAC: SCENARIO BASE

Nello scenario base dell’Energy Transition Outlook di Wood Mackenzie, si prevede che la produzione di energia elettrica a carbone tra il 2025 e il 2050 diminuirà di quasi il 70%. Questo calo è dovuto al calo dei costi delle energie rinnovabili, ai progressi nella tecnologia di accumulo delle batterie, alla ripresa dell’energia nucleare e all’aumento della capacità di produzione di gas naturale.

Tuttavia, l’ultimo rapporto Horizons di Wood Mackenzie evidenzia la possibilità che la domanda di carbone possa rimanere più stabile del previsto. Uno scenario di elevata domanda di carbone offre una prospettiva significativamente diversa, con la produzione di energia a carbone che potrebbe essere superiore del 32% rispetto allo scenario base fino al 2050.

IL CARBONE SECONDO WOODMAC: SCENARIO DI ELEVATA DOMANDA

Nello scenario di elevata domanda di carbone, la produzione globale è ottimizzata per soddisfare le aspettative di una rapida e ripida crescita del carico, con conseguente riduzione significativa dell’impiego di fonti rinnovabili e gas. Ciò equivale ad una riduzione di 2.100 GW della capacità globale di produzione di energia eolica, solare, stoccaggio di energia e gas naturale tra il 2025 e il 2050.

Senza investimenti nella cattura e stoccaggio del carbonio, le emissioni non mitigate del settore del carbone aumenterebbero di 2 miliardi di tonnellate rispetto allo scenario base.

INVESTIMENTI E FORZE DI MERCATO

L’ultimo rapporto Horizons osserva che la crescente domanda di carbone metterà in luce le lacune negli investimenti nell’offerta di carbone sostitutivo, con un potenziale aumento dei prezzi entro il 2030. “Serviranno fondi sovrani e private equity per finanziare l’espansione delle miniere, sia nuove che esistenti”, afferma Knutson, che ha aggiunto: “prevediamo che la maggior parte degli istituti finanziari occidentali continuerà a limitare gli investimenti nel carbone termico, il che avrà un impatto significativo sulla crescita dell’offerta tra il 2025 e il 2030 e ripercussioni a lungo termine per il mercato, se lo slancio per la sostituzione dell’offerta non verrà mantenuto”.

Secondo il rapporto, la mancanza di investimenti adeguati rappresenta il rischio maggiore che i mercati del carbone si trovano ad affrontare attualmente. Wood Mackenzie prevede che l’aumento dei prezzi del carbone eroderà il vantaggio fondamentale di costo del combustibile, se la domanda aumenterà senza una risposta da parte dell’offerta.

“Sebbene comprendiamo che la domanda di carbone nei prossimi anni potrebbe rimanere resiliente, nel tempo emergeranno dei vincoli di offerta che potrebbero accelerare l’aumento dei prezzi globali ed erodere la domanda futura”, ha spiegato Knutson.

RIPENSARE L’ENERGIA A CARBONE

Il potenziale della cattura e stoccaggio del carbonio (CCUS) offre una strada per estendere la vita utile del carbone in un mondo in via di decarbonizzazione. “In teoria, la CCUS potrebbe trasformare il profilo ambientale del carbone catturando le emissioni di CO2 prima che raggiungano l’atmosfera, ma la fattibilità economica resta una sfida, senza un sostegno politico sostanziale e investimenti di capitale”, ha affermato David Brown, direttore Transizione energetica di Wood Mackenzie.

“Dei tassi più elevati di utilizzo del carbone – ha aggiunto Brown – migliorerebbero gli investimenti, ma siamo ancora lontani anni luce da un’implementazione su larga scala competitiva in termini di costi, soprattutto in Asia, dove i costi di stoccaggio del carbonio probabilmente ne limiteranno l’adozione su larga scala”.

UN NUOVO PARADIGMA PER LA PIANIFICAZIONE ENERGETICA GLOBALE

Sebbene l’aumento del consumo di carbone non rappresenti né un risultato inevitabile né uno scenario ottimale, le attuali tendenze di mercato indicano un cambiamento significativo nelle priorità energetiche globali. Man mano che i Paesi sviluppano strategie di pianificazione energetica complete, stanno dando sempre più priorità alla sovranità energetica e al controllo sulle risorse nazionali per sostenere i propri obiettivi a lungo termine.

Questo cambiamento riflette gli sforzi dei Paesi per accelerare iniziative di elettrificazione economicamente vantaggiose e affidabili per le loro popolazioni, pur mantenendo una maggiore autonomia nelle decisioni di pianificazione energetica.

“Nonostante il potenziale aumento della domanda di carbone, abbiamo gli strumenti per eliminarla gradualmente. Senza un’azione urgente, il mondo corre un rischio crescente di scivolare verso una traiettoria di 3°C. Il nostro scenario di elevata domanda di carbone non è una previsione, ma un avvertimento su cosa potrebbe significare l’inazione e un promemoria di ciò che può ancora essere evitato”, ha concluso Brown.

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