Il nuovo bacino da 203.000 m³ garantirà l’innevamento per le gare di Milano-Cortina 2026, ma consuma energia e acqua in quantità industriali. Una sfida tra turismo, Olimpiadi e sostenibilità ambientale. Tutte le stime su costi e consumi
Sul Monte Sponda di Livigno, a 2.600 metri di quota, nascerà uno dei più grandi bacini d’Europa per la neve artificiale. Un’opera da 203.000 metri cubi d’acqua pensata per innevare l’area sciistica Mottolino in vista delle gare olimpiche di snowboard e freestyle dei Giochi Olimpici Milano Cortina 2026. Il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e SIMICO descrivono l’opera un progetto “strategico e sostenibile”. Ma restano i dubbi sull’utilità e sostenibilità ambientale di un’infrastruttura che richiede ingenti risorse economiche ed energetiche.
LA SCOMMESSA DEL NUOVO BACINO PER L’INNEVAMENTO DI LIVIGNO
Il nuovo bacino per la neve artificiale annunciato oggi dal Mimit rappresenta una scommessa. L’opera sarà fondamentale per il destino delle Olimpiadi di Milano Cortina 2026. Infatti, assicurerà l’acqua per l’innevamento delle piste per le gare olimpiche di snowboard e freestyle. L’infrastruttura non sarà una cattedrale nel deserto, abbandonata dopo le Olimpiadi di Milano Cortina, ma rappresenta una vera e proprio gallina dalle uova d’oro per gli operatori turistici di Livigno. Infatti, il bacino permetterà l’avvio anticipato della stagione sciistica, con un inevitabile aumento dei ricavi.
IL BACINO E’ SOSTENIBILE O NO?
Il bacino verrà realizzato con materiali naturali e con un riuso della terra di scavo per modellare le piste. Il vero punto di domanda riguarda il bilancio energetico. Infatti, La vicinanza dell’acqua agli impianti ridurrà il consumo energetico per il pompaggio. Tuttavia, l’intero processo di innevamento artificiale programmato resta altamente energivoro, a causa di inverni sempre più caldi e brevi.
QUANTO COSTERA’ E CONSUMERA’ IL BACINO PER MILANO-CORTINA
Per produrre 203.000 m³ di neve servono circa 812 MWh, equivalenti al consumo annuo di centinaia di famiglie. L’acqua utilizzata, tra 3.000 e 4.000 m³ per ettaro, subisce perdite tra il 21 e il 35%, pari a 40.000–70.000 m³ non trasformati in neve. Il costo di produzione per il bacino di Livigno, secondo le stime, varia tra 710.000 e 1.015.000 euro, a cui si aggiungono circa 160.000 € per l’energia. Per non parlare poi dei consumi energetici. Se il costo dell’energia fosse, ad esempio, 0,2€/kWh, un consumo stimato di 800 MWh comporterebbe un costo energetico intorno ai 160.000 €.
Se da un lato l’opera garantisce innevamento anticipato e turismo, dall’altro mette in evidenza l’impatto energetico e idrico di un modello fortemente dipendente dalla neve artificiale. In altre parole, il bacino perpetua un approccio che sembra disinteressarsi dell’impatto ambientale sul Pianeta.