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Edilizia, il Governo ci riprova: in arrivo un nuovo Testo Unico per sanare gli abusi ante 1967

La bozza punta a superare la doppia conformità e a salvare i bonus fiscali. Intanto, denunciano i costruttori, restano bloccati 15 miliardi di fondi per la casa.

Il Ministero delle Infrastrutture, dopo il decreto Salva Casa, torna alla carica con un nuovo Testo Unico dell’edilizia che punta a sanare gli abusi realizzati prima del 1967. Una bozza del disegno di legge delega, che potrebbe arrivare in Consiglio dei Ministri nelle prossime settimane, fissa i principi di “razionalizzazione, semplificazione e riordino” del settore. La notizia, rivelata dal quotidiano La Stampa, delinea un intervento normativo che, una volta approvato, delegherà il governo ad adottare i decreti legislativi attuativi entro diciotto mesi, senza nuovi oneri per la finanza pubblica.

ADDIO ALLA DOPPIA CONFORMITÀ PER GLI ABUSI ANTE ’67

Il cuore del provvedimento ruota attorno alla misura che permette di sanare facilmente gli abusi avvenuti prima dell’entrata in vigore della legge 765 del 6 agosto 1967, puntando al superamento del principio della “doppia conformità”. Per accelerare ulteriormente i tempi di risposta della Pubblica amministrazione, la delega prevede inoltre un irrobustimento dello strumento del silenzio-assenso e un maggiore ricorso a istituti di autocertificazione e asseverazione.

SILENZIO-ASSENSO E RIORDINO DEI TITOLI EDILIZI

La semplificazione passerà anche attraverso un riordino completo dei regimi amministrativi. I futuri decreti dovranno individuare con precisione le categorie di intervento soggette a CILA (comunicazione di inizio lavori asseverata) o a SCIA (segnalazione certificata di inizio di attività). L’intento, si legge nella bozza, è promuovere “la certezza dei tempi di conclusione di ciascun procedimento”. Un altro punto chiave è l’aggiornamento del regime di edilizia libera, per dettagliare tutte le categorie (come pergole, pannelli, tendaggi) che non necessitano di permessi, eliminando i conflitti con le normative sulla tutela dei beni culturali e del paesaggio.

LA NORMA “SALVA BONUS” PER LE AGEVOLAZIONI FISCALI

L’articolato include una norma cruciale per molti proprietari. Pur escludendo “tassativamente” la possibilità di usufruire di sconti e agevolazioni su opere ancora abusive, il testo consente di “individuare le difformità edilizie che, in ragione della relativa natura ed entità, possono essere sanate attraverso il conseguimento di titoli in sanatoria”, autorizzando di fatto il pagamento dei bonus una volta regolarizzata l’irregolarità.

IL PARADOSSO: UN NUOVO TESTO UNICO MENTRE 15 MILIARDI SONO FERMI

Mentre il governo lavora al nuovo Testo Unico, il settore vive un paradosso: non si è mai parlato tanto di diritto alla casa, ma i piani concreti stentano a decollare e ingenti risorse restano inutilizzate. Come si legge su Affari & Finanza de La Repubblica, secondo un’analisi dell’Ance, l’associazione dei costruttori, ci sarebbero circa 15 miliardi di euro già stanziati tra Italia ed Europa, pronti da spendere ma di fatto fermi.

IL DIALOGO MANCATO TRA ITALIA E UNIONE EUROPEA SULLA CASA

Il Piano Casa nazionale, annunciato da tempo dal ministro Matteo Salvini e dalla premier Giorgia Meloni, non va oltre la fase preliminare, e i piani italiani ed europei non dialogano tra loro. Irene Tinagli, presidente della commissione speciale del Parlamento europeo sulla crisi abitativa, ha attestato questa distanza al termine di una missione in Italia: “Ho scritto a Salvini diverse volte, anche ultimamente, e non mi ha mai risposto”.

L’UNICA CERTEZZA: LA POSSIBILE PROROGA DEI BONUS RISTRUTTURAZIONE

Al momento, l’unica misura che sembra emergere con certezza è una possibile proroga dei bonus per le ristrutturazioni edilizie nella legge di Bilancio 2026, senza interventi di più ampia portata. “Insieme al ministro Giorgetti, stiamo lavorando per cercare di portare al 50% le detrazioni fiscali anche nel 2026”, ha annunciato la viceministra all’Ambiente Vanna Gava, valutando anche di ridurre la fruizione da 10 a 5 anni. Intanto, il piano europeo è ancora in fase di studio e una relazione verrà presentata alla Commissione Ue solo nei primi mesi del 2026.

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