Un nuovo rapporto avverte: il riscaldamento globale corre più veloce del previsto. Ma una parte della comunità scientifica frena: “Scenario possibile ma improbabile”.
Il riscaldamento globale potrebbe correre più veloce del previsto, con conseguenze che rischiano di superare le stime finora elaborate dalla comunità scientifica. A lanciare l’allarme, ma anche ad aprire l’ennesimo dibattito con chi ritiene queste preoccupazioni esagerate e non supportate da adeguati studi scientifici, è un rapporto pubblicato congiuntamente dalla Società meteorologica tedesca (DMG) e dalla Società fisica tedesca (DPG), che avverte della possibilità di un incremento delle temperature fino a tre gradi Celsius già entro il 2050. L’appello, che è stato anche tema di confronto al 15° Congresso sugli eventi meteorologici estremi che si è tenuto la scorsa settimana ad Amburgo, chiede misure più decise di protezione del clima, sottolineando l’urgenza di non sottovalutare la rapidità dei cambiamenti in corso.
ACCELERAZIONE DEL RISCALDAMENTO
Secondo Frank Böttcher, presidente della DMG, l’ipotesi di un aumento di tre gradi nel giro di venticinque anni non può essere esclusa.
Gli ultimi dieci anni hanno registrato una sequenza di record termici senza precedenti, con oceani sempre più caldi e fenomeni meteorologici intensificati. Piogge torrenziali, siccità e ondate di calore stanno lasciando un’impronta visibile anche in Germania, rendendo il clima più instabile. Secondo Peter Hoffmann, meteorologo del Potsdam Institute for Climate Impact Research, il mondo osservato appare già oggi “più estremo” rispetto al passato recente.
Tra le possibili cause di un’accelerazione figurano la riduzione delle particelle in sospensione nell’aria, che aumenta l’effetto del sole, e l’indebolimento del ruolo degli oceani come serbatoi naturali di anidride carbonica. Il sistema climatico, spiegano gli studiosi, è complesso e caratterizzato da equilibri delicati, e potrebbe avvicinarsi più rapidamente del previsto a punti di non ritorno che innescano trasformazioni irreversibili.
LO SCETTICISMO DI UNA PARTE DI SCIENZIATI E STAMPA
Una prospettiva che suscita preoccupazione, ma che non trova concordi tutti i ricercatori. Helge Gößling, fisico climatico dell’Istituto Alfred Wegener, giudica lo scenario di un aumento di tre gradi in venticinque anni possibile ma altamente improbabile, poiché presupporrebbe il verificarsi simultaneo di più condizioni estreme.
Su questo, non esiste un consenso unanime. Il confronto è anzi acceso. Molti esperti avvertono che i cambiamenti osservati in pochi anni non bastano per affermare con certezza che il ritmo del riscaldamento stia aumentando. Altri fanno riferimenti ad alcuni modelli climatici, come quelli impiegati dall’IPCC – l’Intergovernmental Panel on Climate Change, cioè l’organismo delle Nazioni Unite preposto alla valutazione della scienza relativa ai cambiamenti climatici – che mostrano comunque che in scenari di emissioni elevate il tasso di riscaldamento tende a crescere.
Il quotidiano Die Welt si posiziona sul versante degli scettici. “Ancora una volta, il Congresso sul clima estremo fa notizia con un pot-pourri di notizie catastrofiche”, scrive il giornale che, prima di trasferirsi a Berlino, aveva la sua sede centrale proprio ad Amburgo. “I messaggi non reggono al confronto con le conoscenze scientifiche, ma l’evento ha altri obiettivi”, aggiunge Die Welt: attirare l’attenzione con il sensazionalismo, diffondere attraverso media distratti o compiacenti un pessimismo sul futuro della Terra.
Tuttavia, anche senza certezze, il dibattito scientifico mostra quanto il tema sia diventato cruciale.
IMPATTI SU GERMANIA ED ECONOMIA
Un incremento di tre gradi avrebbe ripercussioni significative sulla salute e sull’economia tedesca, avvertono però gli autori del rapporto. Già oggi “le estati più calde causano migliaia di decessi” legati alle alte temperature combinate con alti tassi di umidità, soprattutto tra anziani, bambini e persone fragili. Le ondate di calore “influenzano anche l’efficacia dei farmaci e aggravano le allergie, estendendo la stagione dei pollini”. In futuro, secondo le proiezioni del meteorologo Karsten Schwanke, non è escluso che si possano toccare in Germania i 45 gradi Celsius prima della metà del secolo, con un aumento delle cosiddette “notti tropicali” che compromettono il riposo e la produttività.
L’agricoltura è un altro settore vulnerabile: “la siccità primaverile riduce l’umidità necessaria alle colture, mentre piogge abbondanti in autunno e inverno rendono difficile lavorare i terreni”. Adattarsi richiede ingenti investimenti e comporta costi elevati, destinati a crescere. Secondo il Deutsches Institut für Wirtschaftsforschung (DIW), think tank economico berlinese, i danni economici del cambiamento climatico in Germania “potrebbero raggiungere i 900 miliardi di euro entro il 2050”.
Gli scienziati, pur divisi tra allarmi e dubbi, concordano però su un punto: anche di fronte a scenari difficili, ogni frazione di grado evitata rappresenta un passo importante. Claudia Kemfert, economista climatica del DIW, ricorda che “ogni decimo di grado conta”, mentre Böttcher sottolinea che “abbiamo solo questo pianeta”. Se il riscaldamento dovesse davvero accelerare, sarà necessario agire con maggiore determinazione. Come ha affermato Peter Hoffmann dell’Istituto di Potsdam per la ricerca sull’impatto climatico (Potsdam-Institut für Klimafolgenforschung, PIK), il ritmo stesso degli eventi potrebbe costringere la politica a intervenire più rapidamente. Tra dati in crescita, modelli complessi, dubbi e scenari ancora aperti, l’unica certezza condivisa è la necessità di rafforzare la protezione del clima prima che i margini di manovra si riducano ulteriormente. Su questo punto l’appello dei meteorologi è stato fatto proprio dal Congresso di Amburgo.