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Auto cinesi, boom di ibride in Europa: conquistato quasi il 10% del mercato. I fatti della settimana

I costruttori asiatici, dopo i dazi sull’elettrico, puntano sugli ibridi per sfidare i colossi europei, registrando vendite record e conquistando nuove fette di mercato. I fatti della settimana di Marco Orioles

La strategia dei costruttori cinesi in Europa sta cambiando: dopo i dazi UE sull’elettrico, marchi come BYD e MG stanno spostando il focus sui veicoli ibridi, conquistando ad agosto una quota di mercato record del 9,8%. Questa offensiva sfida direttamente i colossi europei come Volkswagen e Stellantis. Nel frattempo, in Nigeria, emerge una rivoluzione solare per contrastare la cronica carenza di elettricità, con un boom di importazioni di pannelli cinesi e lo sviluppo di mini-reti per elettrificare le comunità. Sul fronte climatico, la tecnologia di cattura diretta dell’anidride carbonica (DAC), considerata cruciale, affronta serie difficoltà: i costi restano proibitivi (fino a 900 dollari a tonnellata) e il target di 100 dollari è posticipato al 2050, frenando gli investimenti e la scalabilità.

RECORD DI VENDITE DI AUTO IBRIDE IN EUROPA DA PARTE DEI CINESI

Come riportato da Bloomberg, i cinesi hanno conquistato ad agosto il 9,8% delle vendite di veicoli ibridi in Europa, segnando secondo Dataforce un record. È la quarta volta quest’anno che i marchi cinesi raggiungono un picco nel segmento ibrido, mentre detengono il 9,6% del mercato dei veicoli elettrici, in lieve calo rispetto a luglio. Produttori come BYD e MG di SAIC Motor stanno puntando sul mercato europeo degli elettrificati, sfidando colossi come Volkswagen e Stellantis con modelli competitivi e accessibili. Da gennaio ad agosto, le registrazioni di veicoli elettrici a batteria nell’Ue, Regno Unito e paesi EFTA sono aumentate del 26%, mentre le vendite di ibridi plug-in sono cresciute del 28%, rispetto a un incremento dello 0,4% per tutti i tipi di propulsione, secondo l’Associazione Europea dei Costruttori di Automobili. I produttori cinesi hanno spostato l’attenzione verso gli ibridi dopo che l’Ue ha imposto dazi sui veicoli elettrici made in China. Tuttavia, BYD ha più che raddoppiato le vendite di elettrici ad agosto rispetto all’anno precedente, secondo Jato Dynamics, e Zhejiang Leapmotor Technology ha registrato guadagni esponenziali. Leapmotor offre la T03, una delle auto elettriche più economiche sul mercato, rispondendo alla domanda di veicoli accessibili, come sottolineato dall’analista Felipe Munoz citato da Bloomberg. Tuttavia, la T03 è un modello datato con funzionalità base, e Leapmotor deve introdurre nuovi design, come il B05, presentato a Monaco, per competere con la ID.3 di Volkswagen. Anche BYD ha svelato a Monaco il Seal 6 DM-i Touring, un ibrido plug-in parte della sua strategia europea. BYD ha raggiunto un traguardo in Germania a settembre, registrando oltre 3.000 veicoli, con una quota del 6,9% nel mercato ibrido e del 2,9% in quello elettrico puro. MG, invece, dopo i dazi Ue, si concentra su ibridi e plug-in, riducendo le vendite di elettrici (-16% ad agosto), per dipendere meno dai veicoli completamente elettrici, secondo Munoz.

NIGERIA: LA RIVOLUZIONE SOLARE ILLUMINA IL FUTURO ENERGETICO

Come scrive il Financial Times, in Nigeria, il più grande produttore di petrolio dell’Africa, sta emergendo una rivoluzione dell’energia solare per affrontare la cronica carenza di elettricità. Persino la residenza presidenziale di Aso Rock sta adottando un sistema di energia solare per garantire un approvvigionamento stabile. Nel distretto di Ifo, nello stato di Ogun vicino a Lagos, un progetto di mini-rete finanziato dalla Banca Mondiale e supportato da organizzazioni no-profit come la Rockefeller Foundation e GEAPP fornisce energia a una comunità di 7.000 persone tramite pannelli solari e batterie collegate alla rete nazionale. Nonostante la ricchezza petrolifera, la Nigeria soffre di infrastrutture carenti, corruzione e vandalismo delle linee di approvvigionamento, lasciando almeno 85 milioni di persone senza accesso affidabile alla rete. La recente rimozione dei sussidi al carburante ha aumentato i costi dei generatori, rendendo il solare un’alternativa valida. L’importazione di pannelli solari cinesi a basso costo ha registrato un aumento del 60% in Africa, con la Nigeria che ha importato 1,7 gigawatt lo scorso anno, sebbene sia ancora indietro rispetto a Paesi come il Pakistan. Le famiglie più abbienti stanno installando pannelli solari sui tetti, con un periodo di recupero dell’investimento di circa sei mesi, grazie agli alti costi del diesel. Tuttavia, per la maggior parte dei nigeriani, i pannelli restano inaccessibili, rendendo le mini-reti interconnesse una soluzione più praticabile. Queste reti, sviluppate da aziende private come Darway Coast, forniscono elettricità affidabile a un costo superiore alla rete nazionale ($0,16/kWh contro $0,13/kWh) ma inferiore ai generatori ($0,39/kWh). Darway Coast serve circa 20.000 clienti, principalmente in aree rurali e periurbane. Gli esperti considerano le mini-reti una soluzione temporanea, sottolineando la necessità di investire in infrastrutture di rete più ampie, simili alle reti mobili che richiedono sia torri locali sia dorsali in fibra. La Banca Mondiale stima che servano 127 miliardi di dollari per le mini-reti entro il 2030, per fornire elettricità a 490 milioni di persone, circa il doppio della popolazione nigeriana.

CATTURA DIRETTA DELL’ANIDRIDE CARBONICA: COSTI ELEVATI E SFIDE SCALABILI

Come riportato dal Financial Times, la tecnologia di cattura diretta dell’anidride carbonica (DAC) dall’atmosfera, considerata cruciale per raggiungere gli obiettivi di zero emissioni nette, sta affrontando sfide significative a causa dei costi elevati e della lentezza nel ridurli. Climeworks, leader del settore con la più grande centrale DAC al mondo, ha rivisto le sue previsioni di costo: da una stima iniziale di $100 per tonnellata entro il 2023, ora prevede $250-$350 per tonnellata entro la fine del decennio e $100 per tonnellata solo entro il 2050. Questo rallentamento è attribuito alla complessità dello sviluppo tecnologico e agli elevati consumi energetici del processo, che richiede grandi ventilatori per aspirare CO2. Nonostante i progressi, come l’apertura della centrale Mammoth in Islanda, capace di catturare 36.000 tonnellate di CO2 all’anno, i costi medi del settore rimangono alti, intorno a $900 per tonnellata, secondo BloombergNEF, con una previsione di $487 per tonnellata entro il 2030. L’Agenzia Internazionale dell’Energia stima che entro il 2050 saranno necessarie 1,2 miliardi di tonnellate di CO2 catturate annualmente, rispetto alle attuali 100.000 tonnellate da 40 impianti globali. Tuttavia, il DAC è complementare alla cattura convenzionale, poiché rimuove CO2 già presente nell’atmosfera, anche se è più costoso e energivoro. Le difficoltà includono l’incertezza politica, come l’ostilità del presidente Usa Trump ai finanziamenti climatici, e la dipendenza dai mercati dei crediti di carbonio, che faticano a coprire i costi elevati. Climeworks ha tagliato il 20% del personale e prevede di dimezzare il consumo energetico a 1,5 MWh per tonnellata. Gli investimenti nel settore sono in calo, passando da $1,3 miliardi nel 2023 a $1 miliardo nel 2024. Intanto, Occidental Petroleum sta per lanciare Stratos, un impianto DAC in Texas che supererà Mammoth, con una capacità di 500.000 tonnellate annue. Nonostante l’ottimismo di alcune aziende, scrive il Ft, gli analisti avvertono che il DAC è ancora lontano dall’essere economicamente competitivo, con il target di $100 per tonnellata ancora distante.

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