Approvato il dl Energia della Regione Umbria. Incentivi alle Cer, mappe delle aree idonee entro 6 mesi e tempi più rapidi per gli impianti
Incentivi per le Comunità Energetiche rinnovabili, contrasto alla povertà energetica e semplificazioni per gli impianti domestici. Sono i pilastri del disegno di legge per l’Energia per la Regione Umbria, approvato oggi in via definitiva dall’assemblea legislativa umbra. Entro 4 mesi l’amministrazione regionale effettuerà la mappatura ricognitiva delle aree idonee a bassa visibilità panoramica per l’eolico, ed entro 180 giorni individuerà tutte le aree idonee, consultabili sulla piattaforma WebGis della Regione Umbria.
AUTORIZZAZIONI PIU’ VELOCI NELLE AREE IDONEE, QUASI IMPOSSIBILI NELLE NON IDONEE
L’Assemblea legislativa umbra ha approvato oggi in via definitiva il Disegno di Legge “Misure urgenti per la transizione energetica e la tutela del paesaggio umbro”. Una norma che mira a colmare il vuoto normativo sulle aree idonee e non idonee per l’installazione di impianti rinnovabili. La legge mira a superare l’impasse creato dalla normativa nazionale sulle Aree Idonee, dando il via libera alla costruzione di infrastrutture energetiche su superficie antropizzate o già compromesse. Il criterio che guida questa scelta è la rigenerazione e l’uso razionale del territorio per preservare le zone non antropizzate. I progetti che ricadono nelle aree idonee potranno beneficiare di termini dei procedimenti autorizzativi ridotti di un terzo. Inoltre, il parere paesaggistico, se previsto, sarà obbligatorio ma non vincolante.
Al contrario, ottenere il via libera per progetti in aree non idonee sarà più complicato rispetto ad oggi. La non idoneità riguarderà un perimetro di 500 metri per fotovoltaico e agrivoltaico e 3.000 metri per gli impianti eolici. Per impianti di grande taglia, invece, le aree non idonee si estendono fino a 2.000 metri dai recettori sensibili (centri abitati, scuole) e 3.000 metri dai beni tutelati. Tutti i progetti, a prescindere dall’area, dovranno avere caratteristiche di alta qualità progettuale, da certificare con una dettagliata documentazione tecnica, inclusa una garanzia finanziaria nel caso di dimissione dell’impianto e la previsione di oneri istruttori dello 0,1% nel caso di progetti su aree idonee, 5% nel caso di aree idonee e che non sono dovuti nel caso di impianti dedicati a CER.
“Questa legge è un risultato collettivo: fare la transizione energetica senza consumare nuovo suolo e senza distruggere il nostro patrimonio paesaggistico”, ha commentato l’assessore per l’Energia Thomas De Luca.
QUALI AREE SONO IDONEE E QUALI NO
Sono considerate aree idonee, tra le altre, superfici e coperture di edifici, parcheggi, insediamenti produttivi esistenti o dismessi (con una zona di rispetto di 500 metri), discariche e cave cessate o abbandonate, o ancora le aree adiacenti alla rete autostradale (A1, E45, Terni-Orte e Perugia-Bettolle) e alle linee ferroviarie, entro 300 metri.
Per tutelare il patrimonio paesaggistico, la Regione ha stabilito che saranno considerate aree non idonee le zone di tutela e a rischio di dissesto idrogeologico e idraulico, le zone protette ricomprese nel perimetro dei beni sottoposti a tutela (i siti UNESCO, la Rete Natura 2000, le praterie sommitali sopra i 900 metri, e la fascia pedemontana olivata Assisi-Spoleto).
L’UMBRIA ACCELERA SULLE CER
La legge Umbra mette al primo posto l’incentivo all’autoconsumo. In particolare, l’Umbria si distingue per essere la prima regione a definire idonee anche i territori dove sorgono impianti dedicati a Comunità Energetiche. Inoltre, sparirà l’obbligo di documentare preventivamente i fabbisogni energetici dei membri, consentendo lo sviluppo graduale e l’ingresso di nuovi membri all’interno delle CER.
LE ECCEZIONI PER EOLICO E AGRIVOLTAICO
Gli impianti eolici potranno essere realizzati in aree idonee specifiche limitatamente ad aree con adeguata ventosità (> 6 m/s) e bassa impatto paesaggistico. Nelle aree non idonee, gli impianti agrivoltaici avanzati potranno essere realizzati solo per alimentare aziende agricole e zootecniche con sede in Umbria e che producano agricoltura biologica certificata o colture/allevamenti costituiti da razze e varietà autoctone di interesse agrario.
COMUNI PIU’ COINVOLTI
La nuova legge umbra rafforza il ruolo degli enti locali nella pianificazione energetica. I Comuni potranno individuare zone non idonee all’installazione di impianti sulle coperture degli edifici storici, a condizione che individuino aree idonee da destinare al soddisfacimento dei bisogni energetici degli utenti (domestici e non domestici) o superfici idonee alternative per l’autoconsumo.
“Abbiamo stabilito che autoprodursi energia è un diritto che a decidere dove si fanno gli impianti sono lo Stato, le Regioni e i Comuni, non il mercato. Abbiamo stabilito che le aree dove si presentano progetti di impianti per le Comunità Energetiche sono aree idonee. Abbiamo stabilito che l’Umbria può autodeterminare il proprio futuro e quando gli strumenti per farlo sono nelle mani di tutti, questo significa pace, democrazia e benessere. Oggi liberiamo le migliori energie dell’Umbria, ma questi strumenti bisogna cominciare a usarli e quindi si apre una nuova fase. Quello di un nuovo Piano energetico regionale che è fermo dal 2004 e con cui andremo a costruire le politiche attive, declinando la strategia nelle sedi territoriali per dare una risposta ai fabbisogni di ogni comune”, ha concluso De Luca.