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COP30 ONU

I Paesi Ue sono divisi sull’obiettivo climatico al 2040 in vista della COP30

Il mancato raggiungimento di un accordo lascerebbe la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, senza un obiettivo da presentare quando incontrerà gli altri leader mondiali alla COP30, minando la pretesa dell’Ue di essere leader in materia di clima

I Paesi dell’Unione europea rimangono divisi sul nuovo obiettivo in materia di cambiamenti climatici e, a pochi giorni dall’approvazione da parte dei ministri, stanno ancora discutendo le modifiche. È quanto hanno riportato alcuni diplomatici e i documenti dell’Ue visionati oggi dall’agenzia Reuters.

IL NUOVO OBIETTIVO CLIMATICO DELL’UNIONE EUROPEA IN VISTA DELLA COP30

L’Unione europea sta correndo per approvare un obiettivo climatico: la Commissione europea punta a ridurre del 90% le emissioni che riscaldano il pianeta entro il 2040, nonostante alcuni Stati membri siano preoccupati per i costi per le industrie nazionali in difficoltà.

Il mancato raggiungimento di un accordo lascerebbe la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, senza un obiettivo da presentare quando incontrerà gli altri leader mondiali al vertice sul clima dell’ONU, la COP30, minando la pretesa dell’Ue di essere leader in materia di clima.

Alla domanda se i governi Ue concorderanno un obiettivo prima della riunione dei leader del 6 novembre, un diplomatico europeo ha dichiarato a Reuters che l’Ue “è sul filo del rasoio”. Paesi come Cina, Gran Bretagna e Australia hanno già annunciato i loro nuovi obiettivi climatici, ma l’Ue ha mancato la scadenza fissata dalle Nazioni Unite il mese scorso, a causa delle difficoltà nel superare i disaccordi interni.

I PUNTI CENTRALI ANCORA IRRISOLTI

I diplomatici hanno spiegato che gli ambasciatori dell’Unione europea, riuniti oggi a Bruxelles per gettare le basi per un accordo, non sono riusciti a risolvere i punti chiave, e hanno rimandato i negoziati finali ad una riunione dei ministri del 4 novembre. “I ministri dovranno lavorare sodo martedì prossimo”, ha affermato il diplomatico. Questo diplomatico Ue ed altri – che hanno chiesto di non essere nominati a causa della delicatezza dei colloqui – hanno affermato che non è ancora chiaro se si potrà raggiungere un accordo.

Per raggiungere l’obiettivo è necessario il sostegno di almeno 15 dei 27 Paesi membri dell’Unione europea. Paesi come Italia e Polonia hanno avvertito che l’obiettivo proposto del 90% è troppo restrittivo, mentre altri, tra cui Spagna e Svezia, vogliono dei tagli ambiziosi alle emissioni.

IL DISACCORDO SUI CREDITI DI CARBONIO ESTERI

Un punto centrale di contesa è l’utilizzo da parte dei Paesi Ue di crediti di carbonio esteri provenienti da Paesi in via di sviluppo per raggiungere i propri obiettivi. La Francia ha affermato che i crediti potrebbero potenzialmente coprire il 5% del taglio delle emissioni del 90%, mentre anche la Polonia vuole una quota maggiore. La Germania ha pubblicamente sostenuto il 3%, mentre altri, tra cui la Danimarca, inizialmente non volevano utilizzare affatto crediti di carbonio esteri.

L’ultima bozza di proposta, visionata da Reuters, mostra che i Paesi non hanno ancora concordato sulla percentuale di emissioni che possono compensare con crediti di carbonio esteri – che la Commissione, nella sua proposta originale, aveva indicato come il 3% –, né sull’anno in cui possono iniziare ad utilizzarli.

LA FRANCIA PROPONE UN “FRENO DI EMERGENZA” PER L’OBIETTIVO SULLE EMISSIONI

Prima della riunione odierna, la Francia ha proposto anche un cosiddetto “freno di emergenza”, che in futuro potrebbe consentire ai Paesi di ridurre del 3% l’obiettivo del 90% delle emissioni, se le loro foreste assorbiranno meno emissioni di CO2 del previsto.

La proposta mira a convincere i governi scettici, affrontando il timore che le loro industrie potrebbero essere costrette a ridurre le emissioni più rapidamente per raggiungere l’obiettivo al 2040, se le foreste non dovessero raggiungere gli obiettivi prefissati. Un portavoce del governo francese non ha commentato.

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