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ESG

Bruxelles svolta sulla Finanza Verde: ecco come l’Ue vuole smantellare le regole ESG attuali

Basta greenwashing: il sistema attuale ha fallito nella tutela degli investitori. In arrivo tre nuove, specifiche categorie di prodotti per fare chiarezza, con meno obblighi di divulgazione per i fondi.

L’Unione Europea si prepara a una riscrittura radicale delle regole sulla finanza sostenibile. L’organo esecutivo di Bruxelles intende mandare in pensione l’attuale Regolamento sulla divulgazione delle informazioni finanziarie sostenibili (SFDR), giudicato inadeguato e fonte di confusione per il mercato. La proposta, contenuta in un documento della Commissione visionato da Bloomberg, mira a introdurre un sistema più semplice e trasparente, riducendo al contempo gli oneri per le imprese.

LA RIVOLUZIONE PROPOSTA SUGLI ESG: MENO OBBLIGHI E PIÙ CHIAREZZA

Il piano della Commissione prevede di sostituire le attuali e ambigue categorie di divulgazione (note come Articolo 8 e Articolo 9) con tre etichette specifiche per i prodotti di investimento. La revisione, inoltre, comporterebbe una richiesta di divulgazione di un numero inferiore di dati ESG rispetto a oggi e l’eliminazione di alcuni requisiti attualmente imposti alle aziende, in un’ottica di semplificazione.

IL FALLIMENTO DEL SISTEMA ATTUALE: UN PARADISO PER IL GREENWASHING

Secondo la stessa Commissione, l’attuale architettura normativa ha fallito il suo obiettivo primario: la tutela degli investitori. Le categorie dell’SFDR sono state “utilizzate dal mercato in modo fuorviante per classificare i prodotti finanziari come sostenibili”, si legge nel documento, “nonostante la mancanza di criteri adatti a tale scopo”. Questa ambiguità, confermata anche da studi accademici, ha aperto la porta a pratiche di greenwashing, dove i prodotti vengono presentati come più “verdi” di quanto non siano in realtà. Il regolamento è stato inoltre criticato aspramente dagli stessi investitori e da alcune autorità di regolamentazione nazionali per aver richiesto dati spesso non disponibili e per aver generato categorie soggette a continue errate interpretazioni.

UN ARRETRAMENTO STRATEGICO SU ESG

La decisione riflette un cambiamento di rotta più ampio in Europa. Diversi governi hanno espresso preoccupazione per il fatto che l’attuale quadro normativo ESG stia diventando un freno per la competitività del blocco. I requisiti per le aziende sono già in fase di ridimensionamento, e la revisione dell’SFDR si inserisce in questa tendenza generale a rendere meno stringenti gli obblighi legati alla sostenibilità.

LE NUOVE ETICHETTE: UNA SCELTA NETTA PER GLI INVESTITORI

Invece delle attuali categorie basate sulla sola divulgazione, la Commissione raccomanda di distinguere i prodotti in base al loro obiettivo principale. Le nuove etichette dovrebbero identificare chiaramente se un fondo mira a “perseguire un obiettivo di sostenibilità ambientale o sociale”, a “supportare un obiettivo legato alla transizione” o semplicemente a “integrare altre considerazioni sulla sostenibilità” nella sua strategia. Secondo Bruxelles, queste nuove categorizzazioni “offrirebbero agli investitori una scelta chiara”.

LA DIMENSIONE DEL MERCATO IN GIOCO

La posta in gioco è enorme. Il regolamento SFDR, entrato in vigore nel 2021, governa un mercato che, secondo le stime di Bloomberg Intelligence, vale circa 15.000 miliardi di dollari in asset. La stessa Commissione rileva che i prodotti che rientrano nelle attuali categorie Articolo 8 e 9 rappresentano quasi la metà del patrimonio gestito nell’UE e oltre il 60% dei fondi domiciliati nell’Unione, sottolineando l’urgenza di una riforma che possa finalmente fare chiarezza.

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