La Commissione europea ha spiegato che almeno 16 Paesi Ue stanno già riscontrando dei ritardi significativi nell’ottenimento di un punto di connessione alla rete, con progetti che potrebbero attendere anni, prima di poter immettere o consumare energia
La Commissione europea ha compiuto un passo decisivo per sbloccare uno dei maggiori ostacoli alla transizione energetica: le crescenti code per l’accesso alle connessioni alla rete elettrica.
Con la nuova “Guida per connessioni di rete efficienti e veloci”, che farà parte del Pacchetto Rete Europea, Bruxelles mira a contrastare l’accumulo di capacità da parte di progetti speculativi, migliorare la trasparenza sullo stato effettivo della rete e costringere i Paesi a modernizzare procedure che, in molti casi, sono diventate obsolete, a fronte dell’impennata dell’elettrificazione.
ALMENO 16 PAESI UE HANNO RITARDI NELLA CONNESSIONE ALLA RETE
Come spiega El Periodico de la Energia, Bruxelles ha avvertito che la situazione è critica: almeno 16 Paesi Ue stanno già riscontrando dei ritardi significativi nell’ottenimento di un punto di connessione alla rete, con progetti che potrebbero attendere anni, prima di poter immettere o consumare energia.
Il risultato è una battuta d’arresto diretta per la crescita economica, la digitalizzazione e gli obiettivi climatici, che dipendono dall’implementazione delle energie rinnovabili e dall’elettrificazione dei trasporti, dell’industria e del riscaldamento e raffreddamento.
LE ORIGINI DEL PROBLEMA ALLA RETE ELETTRICA UE
La valutazione della comunità spiega la natura multiforme del problema. In primo luogo, la pianificazione della rete non tiene il passo con la domanda: la costruzione di nuove infrastrutture può richiedere dai 4 ai 10 anni, mentre i progetti ad alta intensità di produzione o consumo vengono sviluppati in soli 2-3 anni. A ciò si aggiungono la lentezza delle procedure autorizzative, la carenza di componenti e la mancanza di manodopera qualificata.
Un altro fattore chiave è l’opacità. Bruxelles sottolinea che molti sviluppatori non sono a conoscenza di dove sia effettivamente disponibile la capacità, il che moltiplica le domande in aree già sature e crea una falsa percezione di scarsità. La Commissione auspica che tutti gli operatori pubblichino delle mappe di capacità dettagliate e aggiornate, che includano la capacità occupata, riservata e futura, e che ogni Paese membro consolidi queste informazioni su una piattaforma digitale facilmente accessibile.
DARE PRIORITÀ AI PROGETTI IN BASE A CRITERI TRASPARENTI E NON DISCRIMINATORI
L’aspetto più delicato del documento, però, probabilmente è il suo attacco diretto alle domande speculative e all’uso inefficiente della capacità riservata. In Paesi come la Slovacchia, fino a metà della capacità bloccata non viene mai utilizzata.
Bruxelles chiede di combattere l'”accaparramento” con depositi finanziari non rimborsabili, rigidi criteri di scadenza dei progetti e sistemi “first come, first served” che consentano a chi dimostra reali progressi di risalire la lista. Propone inoltre di stabilire delle milestone obbligatorie: se un progetto non progredisce, perderà il suo posto, o persino la connessione assegnata.
La guida apre inoltre le porte all’abbandono della tradizionale regola del “primo arrivato, primo servito” nelle aree congestionate. Secondo la Commissione, i Paesi possono – e in alcuni casi dovrebbero – dare priorità ai progetti in base a criteri trasparenti e non discriminatori, come il loro contributo alla riduzione della congestione, il loro impatto climatico, la loro funzione sociale o la loro utilità per la sicurezza nazionale. Paesi come l’Olanda e la Francia stanno già sperimentando dei sistemi di priorità e delle corsie preferenziali per i settori strategici.
UTILIZZARE CONNESSIONI FLESSIBILI
La Commissione promuove inoltre l’uso diffuso di connessioni flessibili, che consentono agli utenti di accettare delle limitazioni temporanee in cambio di tempi di connessione più rapidi e costi inferiori. Questo approccio, combinato con l’accumulo, l’autoconsumo o la gestione intelligente della domanda, può sbloccare la capacità quasi immediatamente, senza attendere i rinforzi della rete.
Bruxelles sottolinea che tutte queste misure devono essere accompagnate da una completa digitalizzazione dei processi di connessione, dalle applicazioni al tracciamento dei file, oltre che da una maggiore osservabilità della rete attraverso contatori intelligenti e sistemi di gestione avanzati.
I POSSIBILI EFFETTI DI UNA CONGESTIONE DELLA RETE
L’ultimo avvertimento della Commissione è chiaro: se gli Stati membri non agiscono rapidamente, la congestione della rete minaccerà gli obiettivi del Clean Industry Deal e l’obiettivo della neutralità climatica entro il 2050.
Sebbene i miglioramenti strutturali richiedano tempo, Bruxelles insiste sul fatto che vi è un’ampia gamma di misure “low-regret” che possono essere attuate immediatamente per accelerare le connessioni e garantire che la transizione energetica non sia frenata da colli di bottiglia burocratici e tecnici nei nodi della rete.


