Skip to content
gas

I Paesi dell’Europa centrale e orientale cercano una strategia comune sui prezzi di trasporto del gas

Mentre alcuni operatori cercano di incrementare il transito di gas da ovest ad est e di attrarre volumi di GNL, altri ricorrono ad aumenti tariffari per mantenere i propri ricavi o preservare il rating creditizio

La perdita del gas russo e dei contratti di capacità a lungo termine ha fatto aumentare le tariffe di trasporto nell’Europa centrale e orientale che, in alcuni casi, dal 2021 sono raddoppiate o triplicate. Gli operatori e gli enti regolatori si trovano quindi ad affrontare un sistema messo a dura prova da investimenti preesistenti, flussi invertiti (da ovest ad est) e un mercato in piena riconfigurazione.

Secondo l’agenzia europea ACER, dal 2021 a oggi il 40% dei punti di interconnessione ha invertito la propria direzione, un cambiamento accelerato dopo la fine del transito russo attraverso l’Ucraina, avvenuta dal 1° gennaio 2025. L’infrastruttura, progettata negli anni ’70 per il flusso est-ovest, soffre di colli di bottiglia e tariffe alle stelle in modalità “flusso inverso”.

AL SISTEMA GAS MANCA UN COORDINAMENTO REGIONALE

Come spiega El Periodico de la Energia, regolatori e aziende concordano sul fatto che il sistema attuale non sia più adeguato alla nuova realtà.

Mentre alcuni operatori cercano di incrementare il transito ovest-est e di attrarre volumi di GNL dalla Germania o dall’Italia, altri ricorrono ad aumenti tariffari per mantenere i propri ricavi o preservare il rating creditizio. La mancanza di coordinamento regionale sta generando un mosaico di decisioni contraddittorie.

LE TARIFFE DEL GAS IN AUSTRIA

L’Austria ha reagito con dei forti aumenti tariffari – fino a cinque volte superiori nella distribuzione – per compensare il calo dei ricavi derivanti dal transito verso l’Italia. Le aziende lamentano che il costo sia stato scaricato sui consumatori e che TAG, il principale gasdotto austriaco, nonostante il crollo dei flussi stia aumentando i profitti.

LA SITUAZIONE IN REPUBBLICA CECA, SLOVACCHIA E UNGHERIA

Anche nella Repubblica Ceca Net4Gas ha perso fatturato a seguito della separazione con la Russia, ma sta optando per delle tariffe più competitive per attrarre il transito dalla Germania verso Slovacchia e Ucraina. L’operatore ceco prevede di raddoppiare la sua capacità di esportazione ovest-est entro il 2026.

La Slovacchia, con un’enorme rete di gasdotti progettata per 100 miliardi di metri cubi all’anno e un consumo interno di soli 4 miliardi di metri cubi, si trova ad affrontare un grave dilemma: costi fissi elevati e scarsa chiarezza sul futuro del gas russo o del gas rinnovabile. L’operatore nazionale Eustream sta valutando aumenti di prezzo fino al 70% che, secondo gli operatori, potrebbero eliminare il transito verso l’Ucraina.

L’Ungheria, infine, pur continuando a ricevere gas russo a basso costo, sta già preparando delle alternative con il GNL croato e le future forniture dal Mar Nero. Le tariffe ungheresi restano stabili grazie al rigoroso controllo normativo delle spese operative, ma questo equilibrio dipende dalla disponibilità di più fonti.

IN ITALIA LE TARIFFE DI TRASPORTO GAS AUMENTERANNO

Nel frattempo, i piani decennali degli operatori di gas italiani prevedono 13,6 miliardi di euro di nuovi investimenti nelle infrastrutture. Secondo un recente studio del think tank ECCO, ciò porterà a forti aumenti delle tariffe di trasporto del combustibile, con rincari compresi tra il +18% e il +66% al 2030 e fino al +483% al 2050.

Secondo le simulazioni di ECCO, nello scenario “High” le tariffe trasporto gas aumentano già nel medio termine. Al 2030 il rialzo stimato è del +29% nello scenario Late Transition, del +38% nello scenario Fit for 55 e del +66% nello scenario 2040. Al 2050 gli aumenti vanno dal +26% al +94% fino al +483%.

Nello scenario “Low”, invece, al 2030 si stimano aumenti del +18% nello scenario più favorevole, del +25% in quello intermedio e del +48% nello scenario peggiore. Al 2050 la forbice va da -39% a +171%, con variazioni legate all’andamento della domanda.

LE OPPORTUNITÀ DA COGLIERE

Nonostante le tensioni, la riconfigurazione offre anche delle opportunità, come le crescenti importazioni di GNL da ovest, le nuove rotte da sud e un mercato dell’Europa centrale sempre più interconnesso. Tuttavia, l’accumulo di tariffe di transito multinazionali minaccia di spingere i prezzi del gas a livelli che scoraggiano gli scambi commerciali.

Secondo esperti ed operatori, l’Europa necessita di una visione comune, capace di distribuire i rischi, adattare le infrastrutture sovradimensionate ed evitare che la spirale tariffaria comprometta la sicurezza degli approvvigionamenti.

ISCRIVITI ALLA NOSTRA NEWSLETTER

Rispettiamo la tua privacy, non ti invieremo SPAM e non passiamo la tua email a Terzi

ads
Torna su