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La Namibia e il potenziale di idrocarburi spesso sprecato

Il punto sulle estrazioni nella Repubblica dell’Africa meridionale da parte delle maggiori compagnie CIO e la NAMCOR

Il mondo sta andando verso una nuova fase. Le energie del futuro sono quelle rinnovabili, le potenze più avanzate già ragionano di piani nella corsa ad una produzione libera da emissioni. In Africa, però, c’è un paese come la Namibia che può dirsi non poco rilevante per l’esplorazione petrolifera e di gas.

LO STATO DELLE COSE

Undici miliardi di barili di petrolio e 2,2 trilioni di piedi cubi di gas naturale. Numeri piuttosto importanti che fanno del paese con capitale Windhoek un bacino prezioso per le compagnie principali del mondo (CIO, International Oil Companies, ndr). Queste, scrive il portale Energy Capital & Power, lavorano in coppia con la NAMCOR, la National Petroleum Corporation of Namibia e il ministero energetico nazionale per puntare forte sugli idrocarburi.

LE FAMOSE BIG OIL

Ma, nello specifico, quali sono questi grandi gruppi? C’è per esempio la Shell, attiva sul territorio da almeno un decennio. Il mese in corso l’ha vista protagonista di un annuncio, quello inerente la scoperta di olio leggero da Graff-1 che può dare il là a nuove fasi di esplorazione e produzione.

Un’altra company è la QatarEnergy, già conosciuta “in zona” per delle collaborazioni nella primavera del 2021. “Con la scoperta di petrolio leggero effettuata nel 2022, il Qatar è ancora più focalizzato sulle attività upstream offshore, con interessi in tre aree, vale a dire PEL 39; 2912; e 2913B” scrive ancora Energy Capital & Power.

Restando sulle più note, ci sono TotalEnergies e ExxonMobil. La francese, per esempio, ha in gestione tre decine di stazioni di vendita al dettaglio e soprattutto opera nei blocchi di esplorazione offshore. Il suo impegno, come per i suoi compari, è destinato a vedere nuovi sviluppi. Come lei, anche la major statunitense ha stretto due accordi con la corporation nazionale per due blocchi e, in più, legami di farm-in.

Infine, da menzionare anche altre cosiddette Big Oil come la canadese Eco Atlantico, Reconnaissance Energy Africa e Africa Energy Corp. Come per le precedenti, anche in questi altri tre casi le intese col governo non mancano e sono stati aggiornati in queste ultime settimane.

Dunque, Windhoek non può certo sentirsi sola sul suo territorio. Esplorare, produrre, sfruttare: tutti verbi che dalle parti della Namibia sentiremo pronunciare ancora a lungo.

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