I calcoli si concentrano solo sul rischio di credito e di mercato, non tenendo conto degli effetti indiretti, come ad esempio una recessione economica
Un improvviso aumento dei prezzi del carbonio unito a inondazioni e siccità quest’anno porterebbe a perdite di almeno 70 miliardi di euro per le maggiori banche della zona euro. È quanto ha affermato oggi la BCE.
Nel suo primo stress test climatico, la Banca Centrale Europea ha detto che i suoi calcoli sottostimano significativamente le perdite effettive per le 41 banche del campione, perché si concentrano solo sul rischio di credito e di mercato, non tenendo conto degli effetti indiretti, come ad esempio una recessione economica.
I FATTORI CHE INFLUISCONO SULLO STRESS TEST
Un fattore che potrebbe diventare presto rilevante, poiché l’eurozona negli ultimi tempi sta affrontando siccità, aumento dei prezzi dell’energia e in autunno, forse, anche l’interruzione delle forniture di gas dalla Russia come rappresaglia per le sanzioni imposte dall’Unione Europea a seguito dell’invasione dell’Ucraina.
Le banche e le altre società subiscono crescenti pressioni da parte di azionisti e gruppi ambientalisti affinché agiscano rapidamente per ridurre l’impronta carbonica delle loro attività.
LE BANCHE E IL RISCHIO CLIMATICO
Il test della BCE ha rilevato anche che la maggior parte delle banche dell’eurozona non dispone di un quadro per la modellizzazione del rischio climatico, e in genere non lo prende in considerazione quando concede prestiti. “Le banche dell’area euro devono intensificare con urgenza gli sforzi per misurare e gestire il rischio climatico, colmando le attuali lacune nei dati e adottando le buone pratiche già presenti nel settore”, ha affermato il supervisore capo della BCE, Andrea Enria.
I risultati non avranno un impatto sull’aumento di capitale di cui le banche necessitano quest’anno e alimenteranno solo il lavoro di vigilanza “da un punto di vista qualitativo”, ha aggiunto la BCE.
LA POSIZIONE DEGLI ATTIVISTI
Il gruppo di attivisti Positive Money Europe prevede però che le famiglie dell’eurozona dovranno affrontare un “triplo colpo” di costi della vita più elevati, combustibili più cari e pagamenti dei mutui più pesanti, mentre la BCE aumenta i tassi di interesse. “Molte più persone in tutta Europa faranno fatica a rimborsare i loro mutui nei prossimi anni rispetto a quanto suggeriscono i risultati odierni della BCE”, ha affermato Stanislas Jourdan, direttore esecutivo di Positive Money Europe, che si batte per una finanza più sostenibile.
La BCE sta effettuando una “revisione tematica” separata per valutare i progressi delle banche nell’incorporare i rischi climatici e ambientali nelle loro attività. Si aspetta che soddisfino le sue aspettative al più tardi entro la fine del 2024.
GLI STRESS TEST CLIMATICI DELLE BANCHE EUROPEE
La Banca di Francia è stata la prima tra le banche centrali ad intraprendere uno stress test climatico su banche e assicuratori, lo scorso anno, seguita dalla Bank of England.
Nel suo esercizio, la Bank of England ha scoperto che le banche e gli assicuratori che non gestiscono i rischi climatici come un’emissione di “primo ordine” potrebbero affrontare un calo del 10-15% del profitto annuale e dei requisiti patrimoniali più elevati.