L’agenzia di stampa russa Tass ha riferito che il gasdotto sta operando al 20% della sua capacità, dato che solo una delle sue turbine è operativa
Da stanotte Gazprom ha interrotto completamente i flussi di gas tramite il Nord Stream 1, il gasdotto che, scorrendo sotto il mar Baltico, trasporta il gas proveniente dalla Russia in Europa, passando per la Germania. L’agenzia di stampa russa Tass ha riferito che il gasdotto sta operando al 20% della sua capacità, dato che solo una delle sue turbine è operativa. Lo stop ai flussi del Nord Stream 1, ufficialmente per motivi di manutenzione dell’impianto, dovrebbe durare tre giorni.
Ieri la Russia ha comunicato all’utility francese Engie una ulteriore riduzione delle quantità di gas verso la Francia per un presunto mancato rispetto di alcune clausole contrattuali.
GLI EFFETTI DELLO STOP SULL’EUROPA
Il blocco del Nord Stream – che una capacità totale di 55 miliardi di metri cubi l’anno – ha effetti in tutta Europa: Eni in una nota stampa ha spiegato che “Gazprom per la giornata di oggi ha comunicato la consegna di volumi di gas pari a circa 20 milioni di metri cubi, a fronte di consegne giornaliere pari a circa 27 milioni di metri cubi effettuate nei giorni scorsi. Eni si riserva di comunicare eventuali aggiornamenti nel caso in cui vi fossero ulteriori variazioni significative nelle quantità in consegna comunicate da Gazprom”.
Nel giugno scorso le forniture di gas dalla Russia erano state ridotte al 40%, poi bloccate per 10 giorni per una “manutenzione programmata”, ripristinate al 40% e infine ridotte al 20%. Da mesi Mosca sostiene che i tagli alle sue forniture di gas siano dovuti alle sanzioni occidentali, che impediscono alla Russia di accedere ad apparecchiature e interventi di manutenzione; molti analisti e governi sostengono invece che si tratti di una mossa deliberata di Putin come ritorsione per le sanzioni inflitte a seguito dell’invasione dell’Ucraina.
GAS, PREZZO IN CALO
Stamattina il prezzo del gas sul mercato di Amsterdam ha aperto in rialzo del 5%, a 278 euro per megawattora, circa 10 volte i prezzi dello scorso anno. Negli ultimi giorni il prezzo era sceso dagli oltre 330 a meno di 250 dollari, conseguenza anche del riempimento degli stoccaggi europei. Per quanto riguarda questi ultimi, la Germania ha superato l’83%, l’Italia è all’82% e la media dell’Unione Europea è dell’80%.
Quando le riserve saranno state riempite, una parte della domanda di gas sarà soddisfatta e questo, a parità di offerta, dovrebbe attenuare le pressioni sui prezzi. I siti pieni consentono un qualche margine di sicurezza per i mesi invernali, ma non sono risolutivi. Due giorni fa il governo francese ha avvisato le aziende di prepararsi a piani di razionamento.
Se tutto andrà come previsto, fra tre giorni i flussi attraverso il Nord Stream 1 riprenderanno, ma al massimo per 33 milioni di metri cubi al giorno, una quota minima rispetto ai 167 milioni di metri cubi al giorno di capacità di trasporto del gasdotto.
Il prossimo 9 settembre si terrà una riunione di emergenza dei ministri europei dell’Energia, che concorderanno le misure per affrontare la crescita dei prezzi del gas.