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Paolo Scaroni

Energia, Scaroni: Italia faccia pressing su Libia, Algeria e Norvegia

Dovrebbero farci dei prezzi ben lontani da quelli stratosferici del TFE, ai livelli del gas americano

“Il giorno dopo l’invasione russa, la Nato si è riunita e ha deciso di opporsi e di applicare sanzioni durissime contro Mosca, mentre l’Unione Europea si ingegnava a costruire i vari pacchetti di sanzioni. Era prevedibile che Mosca avrebbe messo in atto torsioni sulle forniture di gas, che è il tallone di Achille dell’Europa”. Così, in un’intervista a Verità & Affari , l’ex ad di Eni, Paolo Scaroni.

“Alla riunione della Nato – ha spiegato Scaroni – c’erano Paesi che, se si fosse realizzato il taglio del gas, ci avrebbero guadagnato: Norvegia, Olanda, Canada e Stati Uniti, che sono grandi esportatori di gas e adesso stanno facendo grandi profitti”.

L’ITALIA E I RAPPORTI CON I FORNITORI DI GAS

Per l’attuale Deputy Chairman di Rothschild & Co l’Italia dovrebbe “esercitare una fortissima pressione politica e commerciale su Algeria, Libia, Azerbaigian e soprattutto la Norvegia, che ci forniscono gas via tubo perché sono legati a noi, come noi siamo legati a loro. Dovrebbero farci dei prezzi ben lontani da quelli stratosferici del TFE, piuttosto ai livelli del gas americano”.

Per quanto riguarda invece il gas liquido, Scaroni suggerisce di “cercare di sfruttare quel credito morale che vantiamo nei confronti degli Stati Uniti per esercitare un ruolo diretto nello shale gas americano (produzione e liquefazione). Servirebbero un paio di anima poi vedremo dei risultati importanti. Anche se non avvenissero altri eventi negativi e riuscissimo a risolvere il problema delle bollette nei prossimi sei mesi, ci troveremo comunque a pagare il gas il doppio della Cina e tre volte il prezzo degli USA.

RINNOVABILI ,GAS RUSSO ED EXTRAPROFITTI

Sulle rinnovabili l’ex ad di Eni spiega che “tutto ciò che si fa per le rinnovabili è un pezzetto della soluzione del problema energetico: un pannello fotovoltaico in Sicilia vuol dire un po’ di gas in meno a Roma. Bisogna capire che per sostituire gli idrocarburi con pannelli solari e impianti eolici serviranno decenni. In Italia le rinnovabili rappresentano il 30% dei consumi elettrici, che a loro volta sono il 20% dei consumi energetici. Ad oggi abbiamo soddisfatto circa il 6% del nostro fabbisogno”.

E se sullo stop del gas russo Scaroni mantiene “un certo ottimismo” perché “i russi sono negoziatori durissimi ma poi tendenzialmente rispettano quello che scrivono nei contratti”, per quanto riguarda gli extraprofitti “quando sento parlare di tasse applicate a posteriori inorridisco, ma siamo in uno stato di economia emergenziale, quindi capisco la logica”.

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