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Net Zero Industry Act tecnologie pulite

A che punto è l’Europa nel passaggio alle tecnologie pulite?

Il think tank Bruegel ha esaminato 5 aspetti chiave che il Clean Industrial Deal considererà per una trasformazione industriale che unisca la decarbonizzazione alla competitività industriale

Il Clean Industrial Deal dell’Unione europea, la cui proposta è prevista per oggi, 26 febbraio 2025, sarà un piano per creare un ambiente imprenditoriale favorevole ad una trasformazione industriale che unirà la decarbonizzazione alla competitività industriale.

I 5 ASPETTI CHIAVE DEL CLEAN INDUSTRIAL DEAL

Tuttavia, qual è l’attuale posizione dell’Europa in questa trasformazione? Sulla base del Bruegel Clean Tech Tracker, il think tank Bruegel ha esaminato 5 aspetti che il Clean Industrial Deal prenderà in considerazione:

1) i dati commerciali suggeriscono un quadro piuttosto neutro. Le importazioni e le esportazioni di tecnologie pulite dell’Ue hanno un valore simile;

2) la ricerca di Bruegel indica una crescita sostanziale degli investimenti in tecnologie pulite dell’Unione europea dal 2021, guidata dalla produzione di celle per batterie;

3) gli impianti di produzione sono distribuiti in tutta Europa. La Germania ha il maggior numero di impianti, mentre Polonia e Ungheria sono leader in termini di capacità operativa nella produzione di celle per batterie;

4) oltre alle tecnologie pulite, come i pannelli solari e le batterie, è necessaria una trasformazione industriale importante in una serie di settori dell’industria pesante ad alte emissioni, come l’acciaio e il cemento. In questi casi, le tecnologie sono ancora a livello dimostrativo e serviranno ulteriori studi, tempo e investimenti per raggiungere l’implementazione commerciale;

5) il settore delle pompe di calore è il più grande “datore di lavoro” nel settore delle tecnologie pulite in Europa, senza considerare le filiere di fornitura dei veicoli.

LA BILANCIA COMMERCIALE DELLE TECNOLOGIE PULITE UE

La transizione energetica ha portato ad un commercio in forte espansione di tecnologie pulite. La bilancia commerciale delle tecnologie pulite dell’Ue è pressoché neutra, con importazioni ed esportazioni di valori simili. Un mese tipico nel 2024 ha visto l’Ue esportare tra 5 e 6 miliardi di euro di tecnologie pulite, mentre ne ha importate quasi 6 miliardi. Le esportazioni sono dominate dai veicoli elettrici, mentre le importazioni dai veicoli elettrici e dalle batterie.

Dopo l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia e la crisi energetica europea del 2022, le aziende europee si sono affrettate a importare pannelli solari. Per molti mesi le importazioni hanno superato la domanda, portando ad un accumulo sostanziale. Il valore delle importazioni solari è quindi cresciuto in questo periodo, raggiungendo il picco di 2,5 miliardi di euro nell’agosto 2022.

Quando la situazione energetica è tornata alla normalità, i prezzi dei moduli solari si sono ridotti notevolmente e la spesa per le importazioni solari Ue ora è più vicina a 1 miliardo di euro al mese. I due maggiori partner commerciali dell’Unione europea per le tecnologie pulite sono la Cina e gli Stati Uniti. La stragrande maggioranza delle importazioni di tecnologie pulite Ue proviene dalla Cina. L’UE ha però una bilancia commerciale positiva con gli Stati Uniti, in gran parte guidata dalle esportazioni di veicoli elettrici di circa 1 miliardo di euro al mese.

GLI INVESTIMENTI NELLE TECNOLOGIE PULITE SONO IN CRESCITA

Per la produzione di tecnologie pulite, la stragrande maggioranza degli investimenti di capitale è richiesta per la filiera delle batterie (in particolare per la produzione di celle per batterie). Negli Stati Uniti, negli ultimi due anni circa l’80% degli investimenti nella produzione di tecnologie pulite ha riguardato le batterie.

Nell’Ue, dal gennaio 2021, si sono registrati poco più di 36 miliardi di euro di investimenti in impianti di produzione di batterie, con una tendenza in forte aumento. Gli investimenti trimestrali effettivamente realizzati sono stimati in 500 milioni di euro nel primo trimestre 2021, rispetto a poco meno di 3,5 miliardi di euro nell’ultimo trimestre 2024.

LA DISTRIBUZIONE GEOGRAFICA DELLA PRODUZIONE DI TECNOLOGIE PULITE NELL’UE

Per quanto riguarda l’ubicazione di oltre 450 impianti per la produzione di pannelli solari, turbine eoliche, pompe di calore e batterie, la Germania ha il maggior numero di impianti di produzione di clean-tech operativi, seguita da Spagna e Italia. Polonia e Ungheria sono le forze trainanti della capacità di produzione di celle per batterie dell’Unione europea.

LA DECARBONIZZAZIONE DELL’INDUSTRIA PESANTE

Secondo Bruegel, sono necessarie urgentemente soluzioni tecnologiche per decarbonizzare una serie di settori industriali pesanti ad alte emissioni, tra cui acciaio, cemento e prodotti chimici. Laddove le soluzioni emergono gradualmente, la loro distribuzione su larga scala resta limitata e l’attenzione è ancora rivolta a progetti pilota e impianti dimostrativi, essenziali per consentire la commercializzazione entro il 2030. Lo sviluppo di tecnologie scalabili è una priorità per la decarbonizzazione globale e un’opportunità per le aziende europee di assumere un ruolo di primo piano nelle future industrie verdi.

I SETTORI DELL’ACCIAIO E DEL CEMENTO

Bruegel si concentra su acciaio e cemento. Nell’industria siderurgica, la sfida principale è decarbonizzare la produzione primaria di acciaio grezzo. I principali percorsi includono la riduzione diretta del minerale di ferro utilizzando idrogeno pulito (H-DRI) al posto del carbone, per poi produrre acciaio in forni ad arco elettrico (EAF); oppure aggiungendo la cattura e lo stoccaggio del carbonio (CCS) ai tradizionali percorsi di produzione dell’acciaio.

Per il cemento, sia la fornitura di energia che il processo chimico di produzione del clinker devono essere decarbonizzati. L’industria si sta concentrando in gran parte sulle tecnologie di cattura, stoccaggio e utilizzo del carbonio (CCUS), mentre le innovazioni nelle tecnologie alternative sono ancora in fase di esplorazione. La tecnologia CCUS rappresenta due terzi dei progetti di cemento pulito identificati. I progetti sono ancora relativamente pochi e sono concentrati nell’Europa occidentale.

Da una prospettiva tecnica, i siti di cattura e stoccaggio del carbonio in Europa si trovano, tra gli altri, a Brevik (Norvegia) e Dunkerque (Francia), per sfruttare la capacità di immagazzinare le emissioni di carbonio sotto il mare.

IL PERCORSO VERSO L’ELETTRIFICAZIONE

Se un fattore nella decarbonizzazione è l’impiego di elettricità pulita, l’altro è lo spostamento della domanda di energia finale dai combustibili fossili all’elettricità. È il caso delle case riscaldate a gas o a gasolio, dei veicoli alimentati a gasolio o benzina e delle industrie con requisiti di riscaldamento e raffreddamento soddisfatti dai combustibili fossili.

I progressi finora sono stati lenti: in tutta l’Unione europea, la quota di elettricità nella domanda di energia finale è rimasta costante al 21% dal 2016. La modellizzazione della Commissione europea suggerisce che questa dovrebbe salire al 33% entro il 2030 e al 51% entro il 2040 per essere in linea con gli obiettivi climatici.

Per quanto riguarda la quota di elettrificazione per Paese europeo e le quote di elettrificazione per Paese per settore, la quota di elettrificazione dell’industria nel 2023 era di circa un terzo nella maggior parte dei Paesi europei, con Francia (37%) e Italia (39%) nella fascia più alta, Germania e Spagna vicine alla media e Polonia (26%) nella fascia più bassa.

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