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Pnrr

A che punto è il Pnrr? Su idrogeno, Superbonus e colonnine si cambia, ecco le novità

L’analisi del Servizio Studi di Camera e Senato evidenzia le modifiche che la Cabina di Regia dell’11 luglio ha apportato alla Missione “Rivoluzione verde e transizione ecologica”

Entro il primo semestre 2023 erano previsti 27 interventi, 8 inerenti a 91 Riforme e 19 relativi ad altrettanti Investimenti. Per la gran parte degli interventi (20) è previsto il conseguimento di traguardi (milestone) (ossia adozione di norme, conclusione di accordi, aggiudicazione di appalti, avvio di sistemi informativi, ecc.), mentre un numero sensibilmente inferiore di interventi (7) prevede il conseguimento di obiettivi (target). Dei 27 traguardi e obiettivi, più in dettaglio, 15 riguardano interventi da concludersi entro il 30 giugno 2023, mentre 12 afferiscono a interventi da realizzare entro il 31 marzo 2023. Per quanto riguarda la Missione Rivoluzione verde e transizione ecologica sono previsti 9 interventi in totale che tuttavia, sono stati modificati dall’ultima Cabina di Regia dell’11 luglio. È quanto emerge dall’analisi del Servizio Studi di Camera e Senato intitolato “I traguardi e gli obiettivi da conseguire entro il 30 giugno 2023” aggiornato al 14 luglio che ha realizzato un’analisi dettagliata degli interventi.

L’IDROGENO NEI SETTORI HARD TO ABATE

Tra i 10 Investimenti con traguardi e obiettivi nel primo semestre 2023 su cui la cabina di regia Pnrr ha approvato proposte di modifica c’è l’utilizzo dell’idrogeno nei settori hard to abate. “Si tratta di un investimento teso ad abbattere le emissioni di carbonio nei settori hard-to-abate che utilizzano il metano come fonte di energia termica, oltre che a favorire l’impiego nei processi industriali di idrogeno elettrolitico, prodotto da fonti di energia rinnovabile o dall’energia elettrica di rete. Il cronoprogramma dell’investimento prevedeva, entro il 31 marzo 2023, la stipula dell’Accordo per promuovere la transizione dal metano all’idrogeno verde. Al riguardo, la terza Relazione segnala come l’investimento rientri tra quelli caratterizzati dal riscontro di due elementi di debolezza, riconducibili a “eventi e circostanze oggettive” (squilibrio della offerta/domanda, investimenti non attrattivi, impreparazione del tessuto produttivo) e a difficoltà amministrativo- normative”.

La proposta di modifica approvate dalla Cabina di Regia PNRR in data 11 luglio 2023 concerne la descrizione della misura, al fine di allinearla al principio DNSH (Do no significant harm). La modifica prevede espressamente che nessun gas naturale debba essere utilizzato per la produzione di idrogeno da utilizzare nella riduzione diretta del ferro.

LO SVILUPPO DELLE INFRASTRUTTURE DI RICARICA ELETTRICHE

Per quanto riguarda lo sviluppo di infrastrutture di ricarica elettrica, si tratta di “un intervento rispetto al quale il Ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica ha evidenziato alla Commissione europea alcuni ritardi nella realizzazione delle relative misure” in particolare “l’aggiudicazione degli appalti pubblici per l’installazione di 2.500 stazioni di ricarica veloci e ultra- veloci per veicoli elettrici in autostrada e di almeno 4.000 nelle zone urbane”. A tal proposito, la terza Relazione specifica come il Mase “abbia ricollegato i ritardi registrati e segnalati anche alla necessità di consultare i potenziali interessati, nonché di effettuare approfondimenti con il Gse, con cui a marzo è stata stipulata una Convenzione per il supporto tecnico-operativo per l’attuazione della misura. In data 10 maggio 2023 – si legge ancora – sono stati pubblicati gli avvisi pubblici relativi alla presentazione di proposte progettuali finalizzate alla realizzazione di tali infrastrutture di ricarica elettrica sia nei centri urbani sia nelle autostrade, con scadenza del termine di presentazione delle domande fissata al 9 giugno. Risultano pervenute richieste per 4.700 infrastrutture di ricarica elettrica nelle sole aree urbane”.

In questo caso la proposta di modifica, approvata dalla Cabina di Regia Pnrr, “mira ad allineare l’obiettivo intermedio agli esiti delle procedure di selezione, impegnando il Governo a pubblicare nuovi bandi per consentire il raggiungimento dell’obiettivo finale”.

I TRENI “PULITI”

Sul Rinnovo del parco ferroviario regionale per il trasporto pubblico con treni alimentati con combustibili puliti e servizio universale “l’Investimento, che dovrebbe consentire di ridurre l’età media del parco rotabile tramite l’acquisto di unità a propulsione elettrica, ibrida e a idrogeno, prevede l’acquisto di 150 treni, sostituendo un numero equivalente di vecchie unità entro il 2026. Si tratta di un investimento pari a 800 milioni di euro, di cui 600 milioni relativi al rinnovo dei treni e 200 all’acquisto di materiale rotabile Intercity, da destinare ai collegamenti del Sud Italia – ricorda il dossier -. Il traguardo da conseguire entro il 30 giugno 2023 consiste nell’aggiudicazione di tutti gli appalti pubblici per il rinnovo del parco ferroviario per il trasporto pubblico locale. La terza Relazione segnala il riscontro, da parte del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, di due elementi di debolezza, relativi ai maggiori costi di energia e materiali, ritardi nella consegna, oltre a possibili ritardi legati alle procedure”.

La proposta di modifica chiarisce invece“la composizione del materiale rotabile (treni e carrozze) da acquistare nell’ambito del traguardo previsto ai fini della quarta rata. Essa consiste nella modifica del testo della CID con una formulazione ritenuta più aderente alle finalità dell’investimento e delle tipologie di servizio reso, la quale prevede l’entrata in servizio di almeno 53 treni passeggeri a emissioni zero e di altre 100 carrozze per il servizio universale”.

ECOBONUS E SISMABONUS

Capitolo ecobonus e sismabonus: “Dalla Relazione emerge come oggetto di interlocuzioni tra il Governo e la Commissione sia anche lo stato di avanzamento dell’investimento relativo al rafforzamento dell’Ecobonus e del Sismabonus per l’efficienza energetica e la sicurezza degli edifici. Entro giugno 2023 dovrebbe essere completata la ristrutturazione di edifici per almeno 12 milioni di metri quadri e dovrebbe essere conseguito il miglioramento di almeno due classi energetiche, nonché dovrebbe essere ultimata la ristrutturazione di almeno 1,4 milioni di metri quadri per scopi antisismici”. Al riguardo, l’Amministrazione titolare (Mase) “ha chiesto alcune modifiche per evitare l’ineleggibilità di alcune tipologie di spese, in particolare eliminando la componente relativa al Sismabonus (comunque coperta con fondi ordinari) e sostituendola con un aumento dei target legati all’Ecobonus. In relazione all’Ecobonus il Mase ha chiesto, inoltre, di modificare una condizionalità prevista dal CID (Council Implementing Decision), indicando un elemento numerico esplicito per il limite di costo per la sostituzione dell’impianto termico ed escludendo il riferimento alla presunta restrittiva limitazione della sostituzione alle sole caldaie a gasolio”, spiega il dossier.

In questo caso la proposta di modifica approvata dalla Cabina di Regia Pnrr mira “a stralciare il target intermedio di 1,4 milioni di metri quadri previsto con riguardo al Sismabonus – non essendo chiaro, ad avviso del Governo, il contributo di quest’ultimo alla transizione verde – concordando con i servizi della Commissione, al contempo, un aumento dell’obiettivo dell’Ecobonus”.

IDROGENO E FERROVIE

Sulla Sperimentazione dell’idrogeno per il trasporto ferroviario “la terza Relazione individua, tra gli Investimenti affetti da 1 criticità, consistente in eventi e circostanze oggettive, l’investimento volto alla sperimentazione dell’idrogeno nelle linee ferroviarie non elettrificate, in regioni con elevato traffico di passeggeri e alto utilizzo di motrici alimentate a combustibile diesel. Al riguardo, l’investimento prevede, come obiettivo finale da conseguire entro il 30 giugno 2026, la conclusione dei lavori di realizzazione di 10 stazioni di rifornimento e di stoccaggio dell’idrogeno lungo sei linee ferroviarie – evidenzia il dossier -. Dopo la chiusura, il 20 gennaio 2023, del bando per la presentazione delle proposte progettuali da parte dei soggetti attuatori potenzialmente interessati, la Commissione di valutazione ha concluso la fase istruttoria e valutativa nel mese di marzo 2023, determinando, per ciascuna istanza, l’importo ammissibile al finanziamento, distinto per impianti (produzione, distribuzione, stoccaggio, rifornimento) e materiale rotabile. All’esito di questa procedura è stato adottato, in data 31 marzo 2023, il Decreto Dirigenziale di ripartizione e assegnazione delle risorse, che ha individuato 10 progetti di stazioni di produzione, stoccaggio e rifornimento dell’idrogeno In data 12 maggio è stato adottato, poi, un ulteriore Decreto, con il quale è stata prorogata la scadenza della stipula delle obbligazioni giuridicamente vincolanti al 31 dicembre 2023, senza compromettere il rispetto dei termini previsti dal PNRR, le condizionalità a questo correlate e il raggiungimento del target”.

La proposta di modifica “prevede la riformulazione della descrizione dell’investimento contenuta nella CID, al fine di tenere conto sia degli esiti del processo di selezione delle proposte, sia della natura sperimentale della misura. In dettaglio, in ordine alla localizzazione degli interventi oggetto dell’investimento, la proposta di modifica prevede che questi siano realizzati preferibilmente in prossimità dei siti locali di produzione di idrogeno verde e/o delle stazioni autostradali di rifornimento di idrogeno, prevedendo anche misure per la ricerca e sviluppo”.

IDROGENO E TRASPORTO STRADALE E RINATURAZIONE DEL PO ESCONO DALL’ELENCO

La sperimentazione dell’idrogeno per il trasporto stradale, infine, “prevede, quale obiettivo finale, la realizzazione di almeno 40 stazioni di rifornimento di idrogeno lungo le autostrade, vicino ai porti e in prossimità dei terminali logistici. La terza Relazione spiega, al riguardo, come la gara, conclusasi con i decreti di concessione dei contributi il 31 marzo 2023, abbia visto ammessi a contributo 35 progetti di realizzazione di tali stazioni. L’attuale congiuntura di mercato sembrerebbe indicare una minore attrattiva del vettore idrogeno nel trasporto stradale, con una conseguente limitazione del perimetro di operatori disponibili a investire nel settore – si legge nel testo -. Conseguentemente, la Relazione specifica come l’amministrazione titolare dell’intervento (Ministero delle infrastrutture e dei trasporti) abbia chiesto ai servizi della Commissione europea, nella riunione del 19 aprile 2023, di rimodulare il target a 35 stazioni di rifornimento”.

In questo caso la Cabina di Regia ha deciso di non includerlo nell’elenco approvato dalla Cabina di Regia dell’11 luglio al pari dell’investimento sulla Rinaturazione dell’area Po perché nella terza relazione sullo stato di attuazione del Pnrr veniva segnalato, che per completare la realizzazione dell’investimento in esame – che prevede due ulteriori traguardi da conseguire nel primo semestre 2024 e nel primo trimestre 2026 – si riscontravano due elementi di debolezza (“Difficoltà normative, amministrative, gestionali ecc.” e “Ridefinizione CID e OA”).

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