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Senato

A Terna piace la riforma del mercato intraday. Ma no ad anticipi: “Si rischia aumento costi”

Un sistema “ibrido” con aste la giusta soluzione per scongiurare aumenti in bolletta

A Terna piace la riforma del mercato intraday che si sta portando avanti. “Un ottimo compromesso” secondo il responsabile strategie, sviluppo e dispacciamento dell’azienda, Luigi Michi, ascoltato in audizione in commissione Industria al Senato. Ma anticipare l’evoluzione del mercato elettrico intragiornaliero, prevista attualmente per la seconda metà del 2020 rendendo la chiusura più prossima al tempo reale, rischia di aumentare anziché ridurre i costi di dispacciamento.

PROBABILE AUMENTO DEI COSTI DI DISPACCIAMENTO

TernaCome si legge in una memoria depositata da Terna in commissione Industria al Senato al termine dell’audizione, l’introduzione della negoziazione intraday fino ad un’ora prima della chiusura del mercato comporta “una maggiore complessità del disegno del mercato” e “un probabile incremento dei costi del mercato per il servizio di dispacciamento per la remunerazione dei vincoli all’operatività degli impianti sul MI. In assenza di tali vincoli – si legge nelle slide – il sistema non può essere gestito con gli stessi standard di sicurezza di oggi, in quanto gli esiti del MI non sono necessariamente compatibili con tutti i vincoli di rete”.

L’INTRADAY? SERVE PER LE FONTI RINNOVABILI NON PROGRAMMABILI

Ma perché introdurre la negoziazione continua fino a un’ora sul mercato intraday? Secondo le slide di Terna, il nuovo sistema è necessario per “favorire la piena integrazione nel mercato delle FRNP (le fonti rinnovabili non programmabili, ndr), consentendone l’aggiornamento dei programmi sulla base delle più aggiornate previsione di produzione” ma anche “per il rispetto del target model europeo”.

UN SISTEMA “IBRIDO” CON ASTE LA GIUSTA SOLUZIONE PER SCONGIURARE AUMENTI IN BOLLETTA bollette

Nel corso del suo intervento, Michi ha sottolineato che il modello delineato dall’Europa per il Mercato Infragiornaliero risponde all’esigenza di risolvere il problema “dell’allocazione efficiente delle risorse con un meccanismo di negoziazione continua” e “un sistema di aste, per esempio tre”, per la correzione di eventuali sbilanciamenti nel mercato dei servizi di dispacciamento potrebbe essere la giusta soluzione. Questo sistema sostanzialmente “ibrido” con delle aste in grado di fungere da ‘correttivo’ potrebbe “scongiurare” un eventuale aumento dei costi in bolletta. Infatti, ha assicurato il manager “non ci sarà un aumento dei costi” né ci saranno eventuali ricadute in bolletta, ma solo a condizione che vengano introdotte in parallelo “tre o più sessioni di aste del mercato dei servizi di dispacciamento”. Avvicinandosi al tempo reale, infatti, “gli operatori di fonti rinnovabili minimizzano gli oneri di sbilanciamento”, anche se ciò, ha avvertito, potrebbe comportare ugualmente un aumento dei costi dei servizi di dispacciamento dettati da “logiche di portafoglio da parte degli operatori convenzionali”.

L’INTEGRAZIONE CON IL MERCATO UE PREVISTA PER IL 2020

In ogni caso, la questione delle aste del mercato dei servizi di dispacciamento farà parte dell’accordo quadro su cui sta lavorando Arera. L’integrazione europea del mercato infragiornaliero basato su negoziazione continua è previsto in Italia per la seconda metà del 2020 e terrà conto anche delle indicazioni dei regolamenti Ue Cacm e Balancing (quest’ultimo sul bilanciamento).

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