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Carburanti

Caro-carburanti, Mase: colpa delle accise. Attesa riunione a Palazzo Chigi

Il ritorno delle accise ha spinto – dal 1° gennaio 2023 – i prezzi dei carburanti alle stelle. In autostrada – secondo quanto denuncia il Codacons in una nota – il prezzo del gasolio in modalità servito supera i 2,4 euro al litro. Oggi prevista riunione a Palazzo Chigi tra la premier Giorgia Meloni, il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, e il comandante generale della Guardia di Finanza, Giuseppe Zafarana

“Il rialzo delle tariffe di benzina e gasolio, dovuto principalmente al ripristino delle accise, spinge l’esecutivo a proseguire con una serie di attività di controllo per calmierare i prezzi nelle stazioni di rifornimento. Tanto che per oggi è previsto un incontro tra la premier Giorgia Meloni, il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, e il comandante generale della Guardia di Finanza, Giuseppe Zafarana. La riunione a Palazzo Chigi servirà a dettagliare le mosse contro ogni possibile speculazione o rialzo ingiustificato”, riporta il quotidiano Il Corriere della Sera.

Intanto, sulla questione, si esprimono le associazioni dei consumatori e di categoria, pronte a dare battaglia, che chiedono l’intervento del Governo per trovare una soluzione al caro-carburanti.

RINCARI: TUTTA COLPA DELLE ACCISE

Nessuna speculazione, quindi, sui carburanti. La conferma arriva direttamente dal ministero dell’Ambiente: i rincari di benzina e gasolio dipendono solo dalla decisione del governo di azzerare gli sconti fiscali. Il ministero dell’Ambiente, infatti, ha rilevato – nella prima settimana di gennaio – un aumento dei prezzi dei carburanti in linea con il rialzo dovuto alla mancata proroga del taglio delle accise. Difatti, dal 1° gennaio il rialzo delle accise è stato di 18 centesimi.

Tra il primo e l’8 gennaio – secondo i dati disponibili sulla pagina web del Mase – la benzina in modalità self è salita da 1,644 euro a 1,812 euro al litro con un aumento di 16,8 centesimi. Il gasolio, invece, è passato da 1,708 a 1,868 euro, con un rialzo dei 16 cents.

AGCM CHIEDE DOCUMENTAZIONE ALLA GDF

In un comunicato, l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato rende noto che il Presidente dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, Roberto Rustichelli, ha scritto al Comandante Generale della Guardia di Finanza, Giuseppe Zafarana, chiedendo la collaborazione del Corpo al fine di acquisire la documentazione inerente ai recenti controlli effettuati sui prezzi dei carburanti, con particolare riferimento alle violazioni accertate.

L’IMPATTO SU TRASPORTO: PARLANO LE ASSOCIAZIONI

Il prezzo del gasolio fuori controllo rischia di avere un impatto dirompente sui servizi erogati dalla società di trasporto passeggeri con autobus, sia Tpl che trasporto di noleggio e linea non soggetto ad obblighi di servizio pubblico. È quanto segnalano – in una nota – le associazioni Agens, Anav e Asstra.

“La mancata proroga del taglio delle accise fa volare il prezzo del gasolio e, in assenza di contromisure, l’impatto sui conti delle imprese di trasporto passeggeri con autobus rischia di diventare insostenibile. Allarme per la sostenibilità e la regolarità di servizi essenziali per la collettività”, si legge nella nota che continua “la reazione del mercato alla mancata proroga al 2023 del taglio delle accise sul gasolio – sottolineano le associazioni – è andata ben oltre il mero recupero dei 15 centesimi a litro di risparmio fiscale sinora assicurato dagli interventi del Governo. Il prezzo è fuori controllo con picchi che superano i 2 euro per litro, insostenibili per un settore come quello del trasporto passeggeri che dispone di una flotta autobus alimentata per oltre il 90% dal gasolio che, non a caso, rappresenta la principale voce di costo dopo quella per il personale”.

Le associazioni, dunque, chiedono al Governo “di garantire maggiore equità intersettoriale e ci aspettiamo che un analogo ammontare di risorse sia messo a disposizione anche delle nostre imprese, in linea con gli stanziamenti già riservati al settore nel 2022 in aggiunta, peraltro, al taglio generalizzato delle accise oggi non più in vigore. È necessario, se non azzerare, quantomeno attenuare la dinamica di incremento dei costi e la pressione sui conti aziendali”. Agens Anav e Asstra ricordano, infine, la rilevanza di un settore che, in tutte le sue declinazioni, non solo garantisce servizi essenziali per la mobilità dei cittadini, ma che conta circa 6mila imprese diffuse su tutto il territorio nazionale, con oltre 110mila addetti e 70mila autobus.

CODACONS: IN AUTOSTRADA TOCCATI 2,4 EURO/LITRO

I listini dei carburanti continuano a mantenersi su livelli elevatissimi, al punto che in autostrada il prezzo del gasolio in modalità servito supera in molti distributori i 2,4 euro al litro, sfondando sulla A14 il tetto dei 2,5 euro. Lo denuncia in una nota il Codacons, che sta monitorando l’andamento dei listini al dettaglio. In base agli ultimi prezzi comunicati tra ieri e oggi dai gestori al Ministero delle imprese, sulla A1 la verde arriva a costare 2,369 euro al litro col servito, il gasolio 2,449 euro/litro; situazione analoga sulla A4 dove un litro di benzina arriva a 2,384 euro, il diesel 2,459 euro. 2,499 euro/litro il gasolio sulla A21, 2,471 euro/litro sulla A13. Sulla A14 i listini hanno sfondato la soglia psicologica dei 2,5 euro al litro: benzina 2,444 euro, gasolio 2,531 euro.

L’associazione, nella giornata di ieri, ha chiesto in un esposto all’Antitrust di “verificare con sollecitudine l’esistenza di eventuali intese vietate e porre subito un freno a tali condotte che stanno arrecando dei gravi danni ai consumatori. L’aumento ingiustificato dei listini alla pompa, così come eventuali intese o illeciti per mantenere elevati i prezzi, crea infatti un duplice danno alla collettività, perché da un lato fa aumentare la spesa per il pieno, dall’altro porta ad effetti indiretti sull’inflazione attraverso incrementi dei prezzi al dettaglio di una moltitudine di beni, considerato che in Italia l’85% della merce viaggia su gomma” e di “avviare un’istruttoria per verificare l’esistenza di infrazioni ai divieti stabiliti dall’art. 101 TFUE ovvero intese restrittive della concorrenza e dunque utilizzare ogni strumento investigativo consentito dalla legge e dal rito allo scopo di predisporre tutti i controlli necessari ad accertare se ne fatti descritti sussistano eventuali fattispecie di illecito civile e amministrativo nonché eventuali responsabilità e pratiche commerciali vietate e di conseguenza, se accertate, disporne le adeguate sanzioni, l’inibizione della continuazione con rimozione degli effetti, previa sospensione cautelare nelle more dell’istruttoria”, disponendo il sequestro delle bolle di acquisto dei carburanti direttamente presso le società petrolifere nonché presso tutti gli operatori della filiera la documentazione utile a capire se siano in atto manovre speculative per far salire in modo ingiustificato i listini alla pompa in quanto costituenti cose pertinenti al reato necessarie per l’accertamento dei fatti.

FESICA CONFSAL: IN CDM RIVEDERE LE POSIZIONI SULLE ACCISE

“La mancata proroga del taglio delle accise farebbe volare il prezzo dei carburanti con un effetto domino negativo sul mondo produttivo e del lavoro”. Lo dice in una nota Bruno Mariani, segretario generale della Fesica, la Federazione dell’industria, del commercio e dell’artigianato aderente a Confsal.

“Da tempo la nostra Federazione si è focalizzata sull’importanza di questo tema, perché riteniamo – afferma Mariani – sia chiave per salvaguardare l’economia reale. Siamo sicuri che nel prossimo CdM il nodo carburanti possa esser sciolto positivamente rivendendo alcune posizioni che riguardavano proprio le accise. Al governo chiediamo inoltre di vigilare su quelle speculazioni che alcune multinazionali dell’energia mettono in atto con prezzi gonfiati per aumentare il margine di guadagno, eccessivo, a danno degli italiani”, conclude il segretario generale Fesica Confsal Bruno Mariani.

FAIB CONFESERCENTI: CONVOCARE TAVOLO DI CRISI

“I dati del Ministero dell’Ambiente confermano che, nella prima settimana dell’anno, gli aumenti dei prezzi alla pompa sono stati in linea con l’incremento dovuto al ripristino delle accise. Di fronte a polemiche pretestuose e strumentali, alimentate da più parti, la Federazione dei benzinai di Confesercenti ha quindi deciso di rivolgere ai rappresentanti istituzionali, dal Ministro dell’Economia a quello delle infrastrutture, dal Ministro della Transizione Ecologica a quello delle Imprese e del Made in Italy, la richiesta di essere auditi e l’invito a convocare al più presto un tavolo di crisi con tutti i soggetti coinvolti. Quando c’è un problema lo si affronta con i protagonisti del settore e non con le polemiche e le accuse generiche che servono solo ad alzare polveroni per coprire responsabilità e finalità politiche diverse. I gestori carburanti in questa vicenda sono parte lesa: sia per il rincaro dei costi finanziari che per quelli gestionali delle transazioni elettroniche, che si mangiano un terzo del loro margine, sia come gestori perché con l’aumentare del prezzo diminuiscono gli erogati”, dichiara – in una nota – Giuseppe Sperduto, Presidente di Faib, la Federazione dei gestori carburanti di Confesercenti.

“Quando in un mese – con il ripristino pieno delle accise – si aumenta il carburante di 30 centesimi al litro, riportando così la quota fiscale ai livelli record in Europa, in una fase economica della vita del Paese estremamente complicata, è difficile credere che ci fosse qualcuno che non si aspettasse contraccolpi sociali ed economici. Le Associazioni dei gestori lo denunciavano già da ottobre scorso, nel silenzio generale. Ora appare quantomeno una forzatura che qualcuno parli di speculazioni, senza ricordare che il primo a speculare fu il Governo precedente che scaricò sulle spalle dei gestori per 9 mesi il taglio di 30 centesimi sulle giacenze di carburante del 22 marzo 2022 senza prevedere alcun rimborso di quelle somme”.

“I gestori carburanti, come tutti sanno, non possono modificare i prezzi comunicati dalle compagnie e dai retisti, pena la rescissione dei contratti”, continua Sperduto. “Il loro margine è fissato, in forza dei contratti, non in percentuale ma in misura fissa, in ragione del venduto. Lo stesso meccanismo avviene in autostrada dove però la regolamentazione del settore si appesantisce e cambia radicalmente perché su ogni litro erogato deve aggiungersi il peso delle royalties a favore dei concessionari autostradali e un onere di gestione enormemente più costoso dovendo garantire servizi h24 e standard qualitativi più elevati”.

“In un quadro complessivo di crisi sistemica della distribuzione carburanti – prosegue il Presidente Faib – denunciare speculazioni delle gestioni, l’ultimo e il più debole anello della filiera, per scatenare una campagna di controlli vessatori, spesso di natura formale, viste le numerose incombenze amministrative che ricadono sulle nostre attività, fa un favore alle forze economiche e finanziarie che spingono verso l’ulteriore deregolamentazione, che ha di fatto permesso che l’illegalità si infiltrasse nel settore. Si abbia il coraggio – conclude Sperduto – di convocare un “Tavolo di Crisi” che affronti il problema della riorganizzazione della distribuzione energetica del Paese e verifichi la gigantesca evasione fiscale, che costa alle casse dello stato oltre 10 miliardi euro”.

FEDERCONSUMATORI: SERVE RIFORMA STRUTTURALE DELLA TASSAZIONE

“Non basta mettere in campo controlli a tappeto, pur necessari sin da prima, ma servono provvedimenti urgenti e adeguati per calmierare i prezzi dei carburanti e farli tornare alla normalità. Un’azione su più fronti, che riproponga, anche in maniera temporanea, lo sconto sulle accise, che stride fortemente con certe misure della manovra come quelle prese a favore dei club calcistici di Serie A o come l’iniqua flat-tax per le partite IVA e che metta nell’agenda di governo una seria riforma della tassazione sui carburanti fondata su 3 punti fondamentali: eliminazione di quote di accisa obsolete e ingiustificate, che portano il livello di tassazione italiano molto al di sopra degli altri Paesi europei; introduzione dell’accisa mobile, in grado di autoregolarsi al ribasso quanto le quotazioni dei prodotti petroliferi oltrepassino una soglia stabilita; scorporo dell’accisa dall’applicazione dell’IVA sui carburanti, l’ingiusta tassa sulla tassa”, lo scrive – in una nota – Federconsumatori.

“Attraverso quest’azione combinata – continua l’associazione – sarà possibile contenere in maniera significativa i prezzi dei carburanti e ridurre una tassazione che, oggi, arriva addirittura a circa il 60% del costo complessivo del carburante”.

SPIANCI (UNEM): NO SPECULAZIONE, MA ACCISE

“Speculare sui prezzi dei Carburanti? È un’accusa senza fondamento, perché tra l’ultima settimana di dicembre e i primi giorni di gennaio il prezzo industriale dei Carburanti, stante la sostanziale stabilità dei mercati internazionali, non è variato e la differenza che vediamo oggi è dovuta al solo aumento delle accise”. Lo dice Claudio Spinaci, presidente dell’Unem, in una intervista a La Stampa. “Al momento – spiega il capo dei petrolieri italiani – secondo i dati dell’osservatorio ministeriale, in modalità self siamo, come media nazionale, intorno a 1,82 euro/litro per la benzina e a 1,88 per il gasolio, cioè circa 18-19 centesimi in più rispetto a quelli di fine anno. Non vedo dove sarebbe la speculazione se la differenza è pari all’aumento delle accise Iva compresa”.

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