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Transizione Energetica, Conferenza

Perché servono più investimenti per fare la transizione energetica

Che cosa si è detto e chi c’era alla conferenza di Parigi di Iea-Bce-Bei su come garantire una transizione energetica ordinata

Se i soldi, forse, non fanno la felicità, probabilmente però possono aiutare a fare la transizione energetica. Questa mattina a Parigi, presso la sede di Rue de la Fédération, l’Agenzia internazionale dell’energia governata da Fatih Birol ha ospitato una conferenza congiunta con i vertici della Bce (Christine Lagarde, qui il suo discorso) e della Banca europea degli investimenti Werner Hoyer (qui il suo speech). Tema del giorno: quanto conta accelerare la transizione verso le energie pulite anche per migliorare la competitività industriale e la stabilità finanziaria europea.

LA RICETTA DI AIE, BCE E BEI PER LA TRANSIZIONE ENERGETICA

A parlarne sono stati ministri, imprenditori, banchieri e non solo. C’era anche Mario Draghi, ex premier e numero uno della Bce, da poco incaricato da Ursula von der Leyen (Presidente della Commissione europea) di redigere un rapporto proprio sulla competitività dell’Ue.

Sul banco, si diceva, “le gravi perturbazioni dei mercati globali dell’energia” e le risposte che deve dare l’Europa. Nel percorso dell’Aie, ricorda il documento presentato e discusso stamani, per il settore energetico globale per raggiungere le emissioni nette zero entro il 2050, gli investimenti annuali in energia pulita nell’Unione europea devono aumentare in modo significativo entro il 2030.

Per la Bce, “l’anticipo degli investimenti in energia pulita riduce significativamente i costi e i rischi a medio termine per le imprese e le famiglie. Ma oltre alla tensione geopolitica e all’alta inflazione, gli investimenti del settore privato devono affrontare una serie di barriere di mercato, tra cui l’incertezza politica e lunghe procedure di autorizzazione che ritardano i progetti, scoraggiano gli investitori e portano a superamenti dei costi per gli sviluppatori”.

I ritardi europei, a proposito, sono relativi anche alla competitività sui prezzi energetici. “Rispetto ad altre regioni – spiega l’Aie – questi prezzi sono relativamente alti e vengono introdotti ambiziosi programmi industriali in paesi come Stati Uniti, Cina, India, Giappone e Corea per costruire catene di approvvigionamento nazionali, sicurezza delle risorse e capacità produttiva”.

Secondo l’Agenzia, “l’accelerazione degli investimenti nella transizione energetica aiuterà l’Europa a limitare la dipendenza dai principali produttori di combustibili fossili e dai mercati spesso volatili dei combustibili”.

CHE COSA HA GIA’ FATTO L’UE

In termini di cose già fatte, invece, “l’Unione europea si è impegnata a spendere almeno il 30% del suo bilancio 2021-2027 per l’azione per il clima”, ricorda l’Aie. La Bei, ad esempio, “per ogni euro speso per le sue operazioni energetiche, attira altri 1,4 euro dal settore privato”. Di recente ha aumentato i finanziamenti per l’energia pulita con ulteriori 45 miliardi di euro che si sommano ai normali volumi di prestiti. “Questo andrà a sostenere le energie rinnovabili e la produzione all’avanguardia in industrie strategiche a zero per contribuire ad accelerare la transizione”, sottolinea l’Aie. “Avendo già cessato tutti i finanziamenti per i combustibili fossili senza sosta, la banca dell’UE è sulla buona strada per sostenere 1 trilione di euro in investimenti in materia di sostenibilità climatica e ambientale in questo decennio”.

BIROL (AIE): “EUROPA OK SULL’ADDIO AL GAS RUSSO”

“La rapida risposta dell’Europa alla crisi energetica globale ha fatto sì che fosse riuscita ad allontanarsi dal suo principale fornitore di energia, la Russia, in modo più fluido di quanto molti avrebbero potuto immaginare”, ha detto il direttore esecutivo dell’AIE Fatih Birol. “Ma ora la regione deve imparare a crescere e prosperare in questa nuova realtà. Lo scorso inverno, ho sottolineato che l’Europa aveva bisogno di un nuovo piano generale industriale per tenere il passo con le altre economie avanzate. Nonostante il suo grande mercato interno, la forza lavoro qualificata e la ricerca e lo sviluppo che vamo il mondo, dobbiamo ancora vedere come l’Europa metterà in pratica le sue ambizioni. I responsabili politici devono intraprendere azioni coraggiose, e presto, perché la regione rimanga una potenza industriale globale”.

LAGARDE (BCE): “TRANSIZIONE ENERGETICA UNA SFIDA POLITICA DIFFICILE”

La presidente della Banca centrale europea Christine Lagarde ha dichiarato: “La transizione verde è una sfida politica difficile, perché la posta in gioco del fallimento è così alta e tuttavia il percorso verso il successo è così complesso. Ma la risposta è andare avanti con la transizione, il che significa capire le sfide che comporta e garantire che i costi siano condivisi in modo equo. Occorre fare di più per promuovere il mercato della finanza verde, che ridurrebbe i premi di rischio e contribuirebbe a ridurre i costi di finanziamento”.

HOYER (BEI): “LE INDUSTRIE ABBRACCINO IL CAMBIAMENTO”

“La transizione energetica è un’opportunità per l’Europa e il mondo”, ha affermato il presidente della Banca europea per gli investimenti Werner Hoyer. “Porta anche una sfida, poiché le nostre industrie devono essere rapide e abbracciare il cambiamento, o rischiare di essere lasciate indietro. Solo investimenti massicci e rapidi nelle tecnologie nette zero assicureranno che l’Europa rimanga un luogo attraente per fare affari, un luogo in cui l’innovazione prospera, dove fioriscono nuove idee e si creano ricchezza e posti di lavoro”.

 

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