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Draghi

Al Meeting di Rimini i partiti si dividono sul price cap al gas

Lega e Pd favorevoli a tetto italiano mentre FdI, Forza Italia, Iv, M5s preferiscono un price cap europeo. Letta chiede “prezzi amministrati per 12 mesi senza chiedere il permesso a nessuno”

Il tema energia irrompe al Meeting di Rimini, dove si confrontano i leader dei partiti. Nel giorno in cui il prezzo del gas ripiega a 269 euro al megawattora, ieri si è discusso soprattutto del tetto al prezzo del gas. Ieri è stato anche il giorno del premier Mario Draghi che, appena rientrato dalle ferie, adesso riaprirà l’agenda per affrontare tutte le questioni più urgenti.

Tra queste ovviamente l’emergenza energia, che viene sempre monitorata e su cui il governo potrebbe intervenire con un nuovo decreto. Un tetto nazionale al prezzo del gas al momento però sembra improbabile, considerato che Draghi la considera una soluzione controproducente per l’Italia. Per il premier infatti il tetto andrebbe fissato a livello UE.

LE POSIZIONI DEI PARTITI SUL TETTO AL PREZZO DEL GAS

Lega e Pd sono favorevoli ad un tetto italiano al gas, da introdurre in tempi stretti. Fratelli d’Italia, Forza Italia, Iv, M5s preferiscono un price cap europeo. Per il leader leghista Matteo Salvini “mettere un tetto al costo dell’energia è fondamentale, ma pensiamo anche al nucleare pulito”. Secondo il segretario del Pd, Enrico Letta, in attesa delle decisioni UE bisognerebbe agire subito “con i prezzi amministrati per 12 mesi, senza chiedere il permesso a nessuno”.

Una proposta che per il leader di Azione, Carlo Calenda, rappresenta “una fesseria che serve solo a far andare il gas all’estero”, dove non c’è tetto e i fornitori possono guadagnare di più. Per Calenda la misura più urgente sarebbe “scollegare il prezzo dell’energia prodotta da fonti rinnovabili dal prezzo del gas” e imporre un tetto – “ad esempio 70 euro a megawattora” – acquistando il resto del gas a prezzi di mercato.

La leader di FdI, Giorgia Meloni, sostiene di essere “favorevole al price cap europeo”. Meloni mette in  guardia sul fissare un tetto italiano perché “le nostre società energetiche sono quotate in Borsa, non sono nazionalizzate. Che facciamo, mettiamo noi i soldi per far poi comprare a 100 l’energia ai Paesi UE con cui siamo interconnessi?”.

Il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, considera “urgentissimo un tetto europeo, tra settembre e ottobre dobbiamo vincere la battaglia in UE, non possiamo aspettare il nuovo governo”.

DRAGHI: PRONTI A SOSTENERE ANCORA FAMIGLIE E IMPRESE

È in questa babele di posizioni che si inserisce l’intervento del premier Draghi al Meeting. Un intervento in cui l’ex premier ha rivendicato quanto fatto e come è stato fatto, spiegando che “gli italiani in questi mesi hanno dimostrato di potercela fare, conseguendo – nonostante la pandemia, la crisi e anche la guerra – risultati straordinari”. Senza esporsi, Draghi ha aggiunto che “abbiamo di fronte sfide gravi e gravi emergenze da risolvere” (caro energia, inflazione, Pnrr) e che, se sarà necessario, “interverremo ancora per sostenere le famiglie e le imprese”.

CINGOLANI SUGLI STOCCAGGI

Intanto il ministro della Transizione Ecologica, Roberto Cingolani, ha dichiarato che “dovremo risparmiare, il piano è in arrivo e lo presenteremo dei prossimi giorni”. E, sugli stoccaggi, “siamo all’80% e abbiamo portato l’utilizzo dei rigassificatori al 100%”.

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