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Annunziata (Energean): Pronti 500 Mln Da Investire In Italia Ma Servono Norme Certe

Annunziata (Energean): Pronti 500 mln da investire in Italia ma servono norme certe

Intervista di Energia Oltre al Country manager dell’azienda energetica Energean: “Su Cassiopea, confermiamo il nostro impegno e le tempistiche. Si tratta di uno dei più importanti investimenti nel settore sia in termini di magnitudo che di volumi di gas producibili, oltre 10 miliardi di metri cubi, che potranno essere messi a disposizione sulla rete gas italiana dal 2024”
“Pronti 500 milioni di euro da investire in Italia. Che, se ce ne fosse data opportunità, in termini normativi vorremo mettere in pratica, investendo capitali in ottica di sicurezza energetica per incrementare la produzione domestica e sviluppare il gas a km-zero”. Parola di Gaetano Annunziata, Country Manager Italia di Energean, società fondata nel 2007 quotata alle Borse di Londra e Tel Aviv, che opera nel settore petrolifero e del gas in sette Paesi e primo operatore privato in Italia nell’estrazione di gas naturale, dopo Eni e Shell. Nell’intervista a Energia Oltre, Annunziata ha anche parlato dell’avvio nel 2024 del giacimento Cassiopea, del progetto di stoccaggio del carbonio (CCS) di Prinos, in Grecia, e dei possibili nuovi progetti in giacimenti esausti offshore dell’area abruzzese e marchigiana.

D: Partiamo dalla situazione internazionale. La difficile situazione che si sta vivendo sulla sponda est del Mediterraneo tra Palestina e Israele sta mettendo in difficoltà le attività petrolifere e del gas già sviluppate e in via di sviluppo di Energean?

EnergeanR: Energean ha un importante posizionamento nell’area Est-Med avendo avviato oltre 1 anno fa la produzione di gas dal giacimento Karish, che nell’anno in corso, in linea con le proiezioni fornite ai mercati, dovrebbe raggiungere circa 4,4-4,7 Miliardi di metri cubi di gas, rappresentando circa il 30-35% del consumo totale domestico israeliano. Siamo dunque impegnati a continuare il nostro percorso di crescita nel paese dando seguito a ulteriori progetti di espansione che potranno portare volumi maggiori negli anni a venire. All’indomani dello scoppio del conflitto abbiamo fronteggiato uno scenario imprevisto, dimostrando tuttavia la nostra resilienza e nonostante le tante difficolta, i nostri impianti sono stati eserciti con regolarità senza subire alcuna interruzione, anzi abbiamo dato il nostro contributo, per quanto richiesto ad una compagnia upstream, garantendo la sicurezza energetica del paese, assicurando continuità di fornitura di gas, specie nel momento in cui il giacimento di Tamar è stato fermato all’indomani dello scoppio del conflitto, e dunque il nostro giacimento insieme a quello Leviathan hanno coperto il fabbisogno totale di gas del paese.

D: Per quanto riguarda l’Italia, nel 2024 dovrebbe essere arrivato il momento per avviare il giacimento di Cassiopea. Come stanno andando questo ma anche gli altri investimenti di Energean nel nostro paese? Fino a qualche mese si ipotizzava la possibilità di lasciare l’Italia per via della tassazione sugli extraprofitti ma anche per la mancanza di garanzie sugli investimenti.Energean

R: Circa il giacimento Cassiopea, confermiamo il nostro impegno e le tempistiche. Si tratta di uno dei più importanti investimenti nel settore sia in termini di magnitudo che di volumi di gas producibili, oltre 10 miliardi di metri cubi, che potranno essere messi a disposizione sulla rete gas italiana dal 2024, con circa 1 miliardo e mezzo di metri cubi all’anno all’avvio, rappresentando – dunque – oltre un terzo dell’attuale totale produzione gas domestica italiana. Un bel salto in avanti per un paese dalle buone potenzialità minerarie ma dove gli investimenti hanno- ahinoi- un time-to-market talora dell’ordine di decenni. Circa il tema più ampio del piano industriale di Energean, che ci vede coinvolti nella stragrande maggioranza delle concessioni a gas offshore oggetto della norma “Gas release”, la nostra richiesta – più volte formulata- riguarda la certezza del diritto e regole chiare per investire in tale settore. Attendiamo da mesi questo decreto e le sue modalità attuative, precisando che per un’azienda E&P indipendente come la nostra è importante conoscere il quadro normativo di riferimento e che sia stabile, perché è impossibile pensare ad investimenti di centinaia di milioni di euro, quali quelli in discussione, senza un’ adeguata programmazione. A fianco dei progetti gas offshore, nell’attesa stiamo comunque portando avanti delle iniziative onshore minori dimostrando dunque il nostro impegno per i territori. Anche sotto il profilo extraprofitti, abbiamo dato il nostro contributo pur non condividendo la portata e l’impatto che questa norma ha avuto; una tassazione aggregata che ha raggiunto il 93% dei flussi di cassa, senza precedenti in nessuno stato in cui operiamo, ci spinge a serie riflessioni per tutti gli investimenti non ancora sanzionati, anche per tutelare gli interessi dei nostri azionisti.

D: Com’è la situazione su nuovi possibili collegamenti verso l’Europa, come EastMed, che coinvolgono o possono coinvolgere l’azienda?

R: Riteniamo che la diversificazione delle fonti e delle rotte di importazione sia un ingrediente indispensabile ed in questo senso tutti i paesi europei del Mediterraneo possono rappresentare potenziali hub energetici. Il punto è dotarsi di grandi infrastrutture di importazione via tubo o galleggianti, tipo rigassificatori. Le nostre scoperte nelle acque israeliane a seguito delle campagne esplorative di 4 pozzi condotte nel 2022 ci hanno consentito di scoprire sufficienti risorse di gas che possono essere commercializzate, ma è indispensabile un dialogo sovranazionale per definire modalità di sfruttamento ed approvvigionamento sinergiche, facendo leva sul gas naturale come vettore per la transizione energetica.

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D: Quali sono le sfide per il futuro che attendono Energean in Italia ma anche più in generale, nel resto delle attività a livello più ampio?

R: A livello italiano abbiamo un ambizioso piano industriale di crescita con investimenti potenziali di oltre 500 milioni di euro che, se ce ne fosse data opportunità, in termini normativi vorremo mettere in pratica, investendo capitali in ottica di sicurezza energetica per incrementare la produzione domestica e sviluppare il gas a km-zero. Sul fronte della transizione energetica, recentemente abbiamo compiuto un importante passo avanti nel nostro progetto di stoccaggio del carbonio (CCS) di Prinos, in Grecia. Il progetto è stato adottato dalla Commissione europea come progetto di interesse comunitario. Queste azioni pongono le basi per la transizione di tale giacimento, ormai maturo, verso un’ opportunità di investimento per la crescita, e dimostrano il nostro impegno in ottica di transizione energetica. La strategia è -dunque- ripetere la scalabilità di tale progetto anche in altre geografie quali appunto l’Italia, in giacimenti esausti offshore dell’area abruzzese e marchigiana – oggi in fase avanzata di individuazione- per creare degli hub decarbonizzati sulla fascia costiera adriatica.

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