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Gasdotti Gas

Arriva una nuova azienda per le pipelines cinesi

Le autorità cinesi, infatti, hanno finalmente dato forma a un disegno ventilato già nel 2014, di costituire un’unica azienda per tutti i gasdotti e gli oleodotti al momento gestiti dai tre giganti nazionali

La Cina ha annunciato una grande iniziativa nel settore energetico: una riforma organizzativa che interessa direttamente le infrastrutture di distribuzione, con però ricadute importanti per tutto il comparto.

LA FUSIONE DEI 3 GIGANTI STATALI

Le autorità di Pechino, infatti, hanno finalmente dato forma a un disegno ventilato già nel 2014, ritardato per motivi burocratici e politici: costituire un’unica azienda – statale, ovviamente – che si occuperà di tutti i gasdotti e gli oleodotti al momento gestiti dai tre giganti nazionali – anch’essi statali – China National Petroleum Corporation (CNPC), China Petroleum and Chemical Corp (Sinopec) e China National Offshore Oil Company (CNOOC).

Nell’attuale configurazione, controllano rispettivamente il 63%, il 31% e il 3% delle pipelines cinesi. Il nuovo assetto, come ricostruito dagli organi di stampa cinese, prevede quote molto diverse: il 40% sarà riservato a un’autorità di controllo cinese, mentre le 3 aziende avranno rispettivamente il 30%, il 20%, il 10%.

VERSO IL MERCATO PER NUOVI INVESTIMENTI

Secondo l’agenzia di consulenza internazionale Wood Mackenzie, specializzata nel settore energetico, l’azienda avrà un valore tra gli 80 e i 105 miliardi di dollari; l’ipotesi di fondo è che nel giro dopo i primi 2-3 anni di operatività verrà quotata in borsa, verrà in parte messa sul mercato per ottenere capitali con cui finanziare nuovi progetti infrastrutturali.

In ogni caso, la nuova azienda avrà il compito esclusivo di costruire nuove pipelines – rese indispensabili dalla sempre più intensa e diffusa domanda interna di petrolio e gas, per usi sia industriali sia domestici – e di gestire tutto il network, insieme ai più rilevanti depositi sotterranei di gas naturale e terminal di rigassificazione.

I BENEFICI DELLA RIORGANIZZAZIONE

Di conseguenza, libere da queste incombenze, le 3 major potranno concentrarsi su esplorazione e produzione di risorse cinesi: così da poter invertire almeno in parte la tendenza verso una sempre maggiore dipendenza da fonti di approvvigionamento straniere.

In sostanza, da questa operazione la Cina si aspetta un duplice beneficio: più efficienza e rapidità nell’espansione della rete nazionale di gasdotti e oleodotti, incremento nella produzione domestica di petrolio e gas naturale. C’è poi in effetti un terzo beneficio: quello di migliori condizioni di accesso al sistema delle pipelines per operatori terzi (produttori e distributori, anche privati), oggi penalizzati dal predominio delle 3 grandi aziende statali.

Attualmente, invece, non è prevista l’apertura a soggetti stranieri delle attività di esplorazione ed estrazione, ancora saldamente in mano ai colossi statali cinesi.

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