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Gas

Aumentano i consumi gas in Italia, complici le temperature basse

La Russia resta di gran lunga prima fonte con dati invariati su maggio 2018 (2953,2 milioni mc), l’Algeria scende di un 12,3% e con 809,2 milioni mc cede anche quest’anno il secondo posto al Nord Europa

Sono state soprattutto le temperature più basse, un idroelettrico che non ha ripetuto l’exploit di un anno fa e un solare debole a dare impulso ai consumi italiani di gas a maggio. Secondo le elaborazioni della Staffetta Quotidiana sui dati di Snam Rete gas, in maggio l’Italia ha consumato 4.736,3 milioni di mc di gas, in aumento di oltre 700 milioni mc pari a un +19% sullo stesso mese del 2018 e del 6,4% sul dato di maggio 2017.

COMPARTO CIVILE E TERMOELETTRICO GUIDANO IL SEGNO PIÙ

Dal punto di vista della domanda, i prelievi del comparto civile sono aumentati da soli di oltre 500 milioni mc o di un 41,2% a 1.718,3 milioni di mc (+23,6% sul 2017). Corre anche il termoelettrico con quasi 240 milioni mc o il 16,9% in più a 1.704,7 milioni mc (-2,3% sul 2017), grazie all’idroelettrico che pur in ripresa rispetto ad aprile non ripete i valori molto elevati del 2018 e un solare che risente del cielo più coperto oltre che del calo produttivo (sul mercato Gme le rinnovabili hanno coperto quasi 45% delle vendite contro oltre il 51% del 2018, il gas il 44% contro il 34%). In lieve calo infine l’industria che con 1.170,8 milioni mc si attesta l’1,9% sotto il dato 2018 e lo 0,9% sotto il 2017.

CONSUMI NEI PRIMI CINQUE MESI DELL’ANNO IN AUMENTO

In aumento i consumi anche nei primi cinque mesi dell’anno: il nostro paese ha consumato 35.751,6 milioni mc, oltre 1.100 milioni mc o il 3,3% più dello stesso periodo del 2018 (+2,6% sul 2017), interamente grazie al termoelettrico che è cresciuto del 14,9% % a 10.357 milioni mc (+0,9% sul 2017) mentre il settore civile e l’industria risultano in lieve calo: rispettivamente -0,8% a 18.210,4 milioni mc (+4,2% sul 2017) e -0,7% a 6.200,9 milioni mc (+1,9% sul 2017).

STOCCAGGI PIENI, PRODUZIONE NAZIONALE IN CALO

Passando all’offerta, l’aumento dell’import è stato inferiore a quello della domanda: +6.520,4 milioni mc, in crescita del 5,1% su maggio 2018 e del 4,7% su maggio 2017, con conseguente flessione delle iniezioni nette in stoccaggio, oltre 500 milioni mc o il 18,9% in meno che nel 2018 a 2.163,7 milioni mc (+1,2% sul 2017). Al 1 giugno il riempimento degli stoccaggi italiani era comunque superiore a un anno fa, sia in termini assoluti (oltre 116 TWh contro quasi 113) che percentuali (oltre 59% contro meno di 58%). La produzione nazionale si è attestata a 379,6 milioni mc, un dato in calo del 14,5% sul 2018 e non molto diverso da maggio 2017 (365,1) quando però era ferma la produzione in Val D’Agri.

RUSSIA PRIMA FONTE DI IMPORT, NORD EUROPA AL SECONDO POSTO. SCENDE L’ALGERIA

La Russia resta di gran lunga prima fonte con dati invariati su maggio 2018 (2953,2 milioni mc), l’Algeria scende di un 12,3% e con 809,2 milioni mc cede anche quest’anno il secondo posto al Nord Europa, anch’esso in calo del 14,3% a 1.095,7 milioni mc. Sostenuti invece i flussi dalla Libia (533 milioni mc, +143,6% su maggio 2018 quando i si erano interrotti) e le importazioni di Gnl (+34% a Panigaglia, +8,8% Rovigo e +232 a Livorno).

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