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Auto, ecco perché 30 (km/h) è meglio di 50

“Tutte le statistiche serie ci spingono verso le ‘città 30’, per la sicurezza l’ambiente e la qualità della vita nelle nostre città, altro che ‘ideologia green’”. Il commento di Dino Marcozzi*

È bello partire da Galileo e Newton. Ma niente paura, non mostreremo alcuna formula matematica. Questi due giganti della scienza studiarono la caduta dei corpi sotto l’effetto della gravità. Il primo capì che essi cadono e raggiungono la terra alla stessa velocità, indipendentemente dalla loro massa. Il secondo ne ricavò le leggi.
Solo la resistenza dell’aria può influenzare il moto, oltre la gravità. La prova fu spettacolarizzata nel 1971 dall’astronauta dell’Apollo 15 David Scott che, sulla luna e quindi in assenza di aria, fece cadere una piuma ed un martello che arrivarono sul suolo lunare nello stesso tempo.
Per chi volesse dilettarsi a vedere ed ascoltare Scott (“Mr. Galileo was correct”) ecco il video: https://www.youtube.com/watch?v=oYEgdZ3iEKA.
Bene, finita la breve digressione scientifica, proviamo a chiederci da che altezza dobbiamo far cadere un’auto per impattare a terra ad una certa velocità.
Il calcolo è semplicissimo e dà risultati forse sorprendenti.
Dunque, per arrivare a terra a 50 km/h l’auto deve precipitare da circa dieci metri (praticamente dal quarto piano). Per arrivare a 30 km/h deve cadere da circa tre metri e mezzo (poco più che il primo piano). Basta dunque ridurre di poco la velocità per triplicare l’altezza da cui si dovrebbe precipitare, e questo perché l’energia cinetica varia col quadrato della velocità.
Ecco perché, dal punto di vista della sicurezza, aumentare il numero di strade cittadine che hanno limite di 30km/h, ha certamente un effetto molto positivo sulla sicurezza e sulla qualità della vita, anche considerando che ad esempio a Milano la velocità media del traffico è di 18 km/h.
Ricordiamo che anche solo guidando normalmente (non guardando o chattando con lo smartphone come fanno tanti) il tempo di reazione è di circa un secondo, e questo fa veramente la differenza tra avvertire un pericolo a 50 rispetto a 30 chilometri orari.
Naturalmente, nel paese di sessanta milioni di allenatori di calcio, coach di tennisti o esperti di strambate di Americas Cup, ci saranno sempre quelli che diranno che a 30 all’ora un’auto inquina di più che a 50, dimenticando l’inquinamento prodotto da maggiori e più frequenti variazioni di velocità con conseguenti accelerazioni e frenate. Quindi anche l’ambiente ne beneficia. E ci saranno quelli che citeranno lo stress prodotto dallo stare attenti a non superare i 30 km/h, essendo oggi abituati a NON vigilare il superamento dei 50.
E infine c’è il solito giornale portatore di Verità che parla di Olbia (storicamente il primo capoluogo “città 30”) facendo vedere che gli incidenti non sono diminuiti, ma confronterà, chissà perché, l’oggi con gli anni del lockdown.
Invece, tutte le statistiche serie ci spingono verso le “città 30”, per la sicurezza l’ambiente e la qualità della vita nelle nostre città, altro che “ideologia green”.
Più semplice di così si muore.

*Dino Marcozzi è Ingegnere nucleare, laureato all’Università di Pisa, è entrato in Enel nel 1980 nell’area Generazione e Trasmissione di Roma. È stato Operation Manager nella centrale nucleare BWR di Caorso e Direttore di centrali termiche dal 1991 al 1998, fino a una taglia di 3 GW. Dopo un’esperienza nella Pianificazione e Controllo, nell’Ingegneria O&M e nella generazione distribuita, è stato responsabile degli approvvigionamenti di Enel Italia Generazione e Ingegneria e Costruzioni fino a settembre 2008. Dall’ottobre 2008 Dino ha ricoperto il ruolo di Chief Procurement Officer in Enel Green Power, azienda leader nel settore delle energie rinnovabili, seguendo lo sviluppo della struttura a matrice attraverso la centralizzazione e la gestione di un portafoglio di 3,5 miliardi di euro di Capex e Opex in 17 Paesi. In qualità di CPO Dino è stato membro del McKinsey European CPO Rountable, relatore in diversi congressi e convegni come ProcureCon e docente ai corsi del Master Internazionale di Procurement di Tor Vergata, membro del Consiglio di Amministrazione di EUFER e Slovenske Elektrarne. Dopo un’esperienza come Senior Advisor in McKinsey&Co, a maggio 2018 è stato Fondatore e Segretario Generale di Motus-E (prima piattaforma italiana di stakeholders nell’ecosistema della mobilità elettrica).

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